Il gigantesco fenomeno “Demon Slayer”

È diventato il film più visto di sempre in Giappone, tratto da un manga diffuso in centinaia di milioni di copie, ed è ormai un business da miliardi di euro

Poco più di due mesi dopo essere uscito in Giappone, Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba – il film: Saga del Treno dell’Infinito ha battuto il record di incassi de La città incantata di Hayao Miyazaki, diventando il film più visto al cinema nella storia del Giappone. Secondo i distributori del film, Aniplex e Toho, il film di animazione ha portato al cinema più di 24 milioni di persone e ha incassato oltre 32 miliardi di yen (circa 257 milioni di euro).

Il film è stato diretto da Haruo Sotozaki ed è tratto da un manga del 2016 scritto da Koyoharu Gotoge, da cui nel 2019 era stata prodotta anche una serie animata (anime) che in Giappone è diventata un fenomeno culturale: nonostante le restrizioni imposte per limitare la diffusione dei contagi durante la pandemia da coronavirus, la storia di Demon Slayer è diventata così popolare da aver creato un mercato economico enorme.


Il protagonista del manga Kimetsu no Yaiba – e quindi dell’anime e del film – è Tanjiro Kamado, un ragazzo che vive nel Giappone di circa un secolo fa. Tanjiro combatte armato di spada contro demoni che si nutrono di carne umana e che hanno ucciso la sua famiglia, trasformando la sorella minore Nezuko, che pur si comporta ancora da umana, in una di loro. Nel film Tanjiro, Nezuko e altri amici “ammazzademoni” devono salvare la vita ai passeggeri del treno dell’Infinito, a bordo del quale viaggiavano numerose persone che sono sparite: era a questo punto che si era interrotta la serie di 26 episodi che in Italia è attualmente disponibile su Amazon Prime.

Il record di incassi del film segue l’enorme successo che avevano ottenuto sia il manga sia l’anime, in particolare nell’ultimo anno. Il manga è stato tradotto in 14 lingue ed è disponibile in 33 paesi e regioni, e di recente è stato pubblicato il suo ultimo volume, il ventitreesimo. Il Japan Times ha scritto che stando a quanto ha detto Shueisha, l’editore del fumetto, la prima edizione dell’ultimo volume è stata pubblicata in 3,95 milioni di copie cartacee – un’enormità – e che se si conta anche la versione digitale in totale sono state vendute 120 milioni di copie.

In Italia il manga è pubblicato da Edizioni Star Comics. Anche nel nostro paese la serie è tra le più seguite in assoluto (a novembre uno dei volumi è anche comparso nella classifica dei libri di narrativa straniera più venduti): si trova tra le più vendute insieme a Dragon Ball e One Piece. Il prossimo 13 gennaio uscirà l’11esimo volume.

In Giappone il fenomeno ha raggiunto un giro d’affari tale che per descriverlo è stata coniata appositamente la parola “kimetsunomics”, che combina il titolo del manga – Kimetsu no Yaiba – ed “economics”: secondo l’economista dell’Istituto di ricerca giapponese Dai-Ichi Life, Toshihiro Nagahama, attorno a Demon Slayer si è creato un mercato che ha fatto incassare 270 miliardi di yen, cioè più di 2 miliardi di euro.

Dal fumetto sono stati tratti tre “light novel” – romanzi illustrati – di cui l’ultimo è tra i libri più venduti in Giappone, mentre la colonna sonora cantata dall’artista giapponese LiSA è stata ascoltata 130 milioni di volte su Spotify. Moltissime aziende, inoltre, hanno sfruttato la popolarità dell’anime per invogliare i fan a comprare i loro prodotti: i personaggi della serie compaiono ovunque, dai giocattoli alle mascherine anti-COVID. Per dare l’idea, la società di videogiochi Bandai Namco ha prodotto una spada di Demon Slayer e dei tamagotchi che sono andati a ruba, mentre il caffè in lattina a tema prodotto da Dydo Group è diventato così popolare che l’azienda ha stimato che alla fine dell’anno i suoi incassi saranno passati da 500 milioni di yen a 2,5 miliardi di yen (da circa 4 milioni a poco meno di 20 milioni di euro).

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Lo scenario di Demon Slayer è fiabesco e l’ambientazione è molto tradizionale: ci sono le foreste e la neve, i kimono e le spade, e poi, soprattutto, c’è il concetto del demone, che fa ampiamente parte della tradizione giapponese. In certi momenti la serie è particolarmente violenta, tanto che le linee guida raccomandano che i minori di 12 anni la guardino in presenza dei genitori e molti si sono chiesti se sia davvero adatta ai bambini. Alcuni appassionati su Reddit, peraltro, hanno paragonato alcune scene di Demon Slayer a quelle di Berserk, il manga che parla della ricerca di vendetta del guerriero maledetto Gatsu e che è famoso per essere particolarmente crudo. Secondo chi l’ha visto, il film è un po’ meno violento rispetto all’anime, ma può comunque essere faticoso e un po’ lungo per i più piccoli (117 minuti, quasi due ore).

Il motivo per cui Demon Slayer ha avuto così tanto successo è, per così dire, il passaparola. Da un lato, molti genitori avevano vietato ai loro bambini di vedere la serie perché era considerata troppo violenta, così quelli che l’avevano vista hanno contribuito a raccontare agli altri le storie di Tanjiro e Nezuko, ad allargare l’interesse e a far crescere l’entusiasmo. Dall’altro, le restrizioni imposte la scorsa primavera in Giappone hanno dato il tempo ai genitori di conoscere Demon Slayer, parlarne coi figli e vedere la serie, con o senza di loro. Come ha spiegato Yuka Ijima, ricercatrice all’Università Daito Bunka di Tokyo, l’anime è riuscito a «coinvolgere tutta la famiglia» e piace ai bambini così come ai grandi, oltre che agli adolescenti e ai giovani adulti perché i personaggi sono molto positivi.

Un’altra cosa che ha osservato Ijima è che i demoni apparvero per la prima volta nel folklore giapponese come simbolo di malattia. Dal momento che la storia di Demon Slayer parla di resilienza e del «superamento di cose orribili», secondo Ijima il pubblico ci si è potuto riconoscere ancora più facilmente per via della pandemia. Inoltre, il critico cinematografico Yuichi Maeda ha commentato che i personaggi più eminenti si comportano «secondo la ‘noblesse oblige’ tipica dei samurai» e pertanto «quelli che stanno più in alto fanno da scudo per i deboli, usando la propria forza per proteggerli»: valori che, ha detto Maeda, «nel Giappone moderno mancano completamente» e che pertanto suscitano anche riflessioni più profonde.

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Il fatto che l’uscita del film sia stata posticipata per via della pandemia da coronavirus ha soltanto aumentato le aspettative e la voglia di vederlo. Demon Slayer è stato il primo film ad aver guadagnato più di 10 miliardi di yen nei primi 10 giorni dall’uscita nelle sale, lo scorso 16 ottobre. Il 30 novembre, un mese e mezzo dopo, aveva superato i risultati di Titanic, che era il secondo film di sempre per incassi in Giappone, e a metà dicembre aveva raggiunto La Città Incantata di Miyazaki, che era il primo, con 31,6 miliardi di yen di incassi (circa 250 milioni di euro).

Il Japan Times ha scritto che secondo Aniplex, una delle società che hanno prodotto il film, Demon Slayer uscirà in Nord America nei primi mesi del 2021. In Italia non c’è ancora una data ufficiale, ma è stato annunciato che la distribuzione verrà curata da Dynit, editore italiano che si occupa di anime e manga da venticinque anni.