Anche in Germania c’è chi si lamenta della lentezza delle vaccinazioni
E si guarda con invidia a quello che stanno facendo Israele e le poche nazioni europee più avanti dei tedeschi
Nonostante la Germania sia uno dei paesi più attrezzati al mondo per la somministrazione di massa del vaccino contro il coronavirus – e uno dei paesi europei più avanti sulla propria tabella di marcia – alcuni pezzi dell’opinione pubblica e della politica tedesca lamentano comunque lentezze e disagi nella distribuzione e somministrazione dell’unico vaccino finora autorizzato dalle autorità europee, quello di Pfizer-BioNTech.
In alcuni casi i disagi riguardano le consegne, gestite a livello centrale. Dilek Kalayci, ministra della Sanità del land di Berlino, ha spiegato che lo stato doveva ricevere 29.250 dosi entro la prima settimana di gennaio, ma che la consegna è stata cancellata. Anche lo stato di Brandeburgo, che circonda quello di Berlino, ha fatto sapere su Twitter che la consegna prevista per l’inizio di gennaio non sarà effettuata, non è ancora chiaro per quale motivo. Deutsche Welle ha scritto che i disagi in questione hanno riguardato anche la Baviera. Nel pomeriggio di ieri, però, il ministero della Salute federale ha confermato che le 670mila dosi di Pfizer che dovevano arrivare entro l’8 gennaio in tutto il paese saranno distribuite senza ritardi.
Wir haben mit #BioNTech vereinbart, dass die nächste Impfstoff-Lieferung von 670.000 Dosen – wie ursprünglich geplant – doch bereits nächste Woche, am 8. Januar 2021 erfolgen wird. @BioNTech_Group
— Bundesgesundheitsministerium (@BMG_Bund) December 30, 2020
Alcuni stati, inoltre, sembrano non essere così pronti per somministrare le dosi ricevute: oggi pomeriggio la Bild, un popolare tabloid tedesco, ha pubblicato un articolo abbastanza puntuale che numeri alla mano accusa le autorità della Sassonia e della Turingia – due stati colpiti piuttosto duramente nella seconda ondata – di avere vaccinato soltanto poche centinaia di persone, nonostante le scorte a disposizione.
Sembra comunque che le vaccinazioni stiano procedendo a buon ritmo, dopo l’inizio simbolico del 27 dicembre: secondo gli aggiornamenti diffusi dall’istituto Robert Koch fra il 30 e il 31 dicembre sono state vaccinate 51.465 persone, portando il totale a 131.626. In Italia il numero totale delle vaccinazioni effettuate è di circa 15mila (dato aggiornato alle 17 del 31 dicembre), meno di un terzo.
Il Financial Times scrive che il governo tedesco sta comunque ricevendo domande sul perché altri paesi siano più avanti: in Israele, per esempio, sono già state effettuate più di 600mila vaccinazioni, il 9 per cento della popolazione. Secondo le tabelle di Our World In Data, inoltre, ci sono due paesi europei che stanno facendo leggermente meglio della Germania: Danimarca e Croazia, che hanno vaccinato rispettivamente lo 0,41 e lo 0,19 per cento della popolazione, contro lo 0,16 della Germania (i dati sono aggiornati al 30 dicembre).
Come tutti gli altri paesi europei, anche la capacità della Germania di vaccinare quante più persone nel più breve tempo possibile dipenderà anche dall’autorizzazione di altri vaccini oltre a quello di Pfizer-BioNTech: quello di AstraZeneca, su cui i governi europei avevano puntato molto, ha avuto una fase di sperimentazione piuttosto accidentata, come quello sviluppato dall’azienda francese Sanofi. Il 6 gennaio, però, a meno di sorprese le istituzioni europee autorizzeranno per la somministrazione di massa il vaccino sviluppato da Moderna, di cui hanno prenotato 80 milioni di dosi.