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  • Giovedì 31 dicembre 2020

La Cina ha autorizzato il suo primo vaccino

È stato sviluppato da Sinopharm, un'azienda farmaceutica a controllo statale, e sembra avere un'efficacia al 79 per cento: ma i dati diffusi pubblicamente sono pochissimi

(AP Photo/Ng Han Guan)
(AP Photo/Ng Han Guan)

Nella notte fra 30 e 31 dicembre le autorità sanitarie della Cina hanno autorizzato ufficialmente il primo vaccino contro il coronavirus. Il vaccino è stato sviluppato da Sinopharm, un’azienda farmaceutica controllata dallo stato, e secondo le poche informazioni disponibili avrebbe dimostrato un’efficacia del 79 per cento, molto inferiore rispetto ai primi vaccini approvati in Occidente – cioè quelli sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna – ma superiori agli standard richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che richiedeva un’efficacia superiore al 50 per cento.

Funzionari del governo cinese hanno fatto sapere al Guardian che la somministrazione di massa inizierà «presto»: secondo il New York Times l’obiettivo sarà quello di vaccinare circa 50 milioni di persone entro la metà di febbraio, quando centinaia di milioni di cinesi si sposteranno per festeggiare il capodanno cinese.

– Leggi anche: La vera storia dell’infermiera “positiva dopo il vaccino”

In realtà il vaccino di Sinopharm – che funziona come quelli tradzionali: con una versione depotenziata dal coronavirus che insegna al sistema immunitario a proteggersi da quello vero – era già stato somministrato ad alcune fasce della popolazione, fra cui soprattutto funzionari governativi, nei mesi scorsi. A novembre Sinopharm aveva fatto sapere che circa un milione di persone avevano già ricevuto il suo vaccino, che in quel momento si trovava nella fase 3 di sperimentazione. La notizia alimentò dubbi e scetticismo intorno alla gestione della pandemia del governo cinese, accusato ormai da mesi di scarsa trasparenza e pratiche piuttosto spregiudicate di controllo e prevenzione.

Anche stavolta, i dati a disposizione degli scienziati per valutare l’efficacia del vaccino Sinopharm sono pochissimi: non si conosce nemmeno, per esempio, il numero di persone a cui è stato somministrato nelle varie fasi di sperimentazione, o quali siano i principali effetti collaterali. «Se vogliono che il vaccino entri nel mercato globale, specialmente nei paesi più sviluppati, sono necessarie più informazioni», ha detto a Reuters Dong Yan Jin, virologo dell’università di Hong Kong.

Oltre a Sinopharm, sta lavorando a un vaccino anche un’altra azienda farmaceutica controllata dallo stato, Sinovac. Più in generale, il governo cinese ha promesso di produrre circa 610 milioni di dosi di vaccino entro la fine dell’anno e di superare il miliardo nel 2021. Diversi paesi in via di sviluppo hanno fatto grande affidamento sui vaccini promessi dalla Cina, che secondo gli esperti verranno utilizzati per ampliare l’area di influenza cinese in giro per il mondo. Brasile e Indonesia, per esempio, hanno già ricevuto diverse milioni di dosi del vaccino di Sinovac da utilizzare se sarà ritenuto sicuro, mentre la Turchia ha ordinato 50 milioni di dosi che Sinovac si è impegnata a consegnare entro febbraio.