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  • Martedì 29 dicembre 2020

Le cose che ancora non sappiamo sulla vaccinazione in Italia

Dalle date ai luoghi al funzionamento dei sistemi di chiamata e prenotazione, messe in fila

La vaccinazione al personale del Poliambulatorio Santa Maria della Pietà di Roma, il 28 dicembre. (Cecilia Fabiano/ LaPresse)
La vaccinazione al personale del Poliambulatorio Santa Maria della Pietà di Roma, il 28 dicembre. (Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Questa settimana inizia la prima fase della vaccinazione contro il coronavirus in Italia, dopo le prime somministrazioni simboliche di domenica scorsa. Ma la fase attuale, quella che coinvolgerà operatori sanitari e residenti nelle RSA, sarà organizzata e gestita con modalità diverse da quella che coinvolgerà pian piano il resto della popolazione, sulla quale ci sono ancora pochi dettagli pratici, dalle date ai luoghi alla gestione organizzativa.

In parte il fatto che non ci siano ancora queste informazioni dipende dal fatto che ancora non sappiamo quando saranno approvati gli altri vaccini oltre a quello di Pfizer-BioNTech, il primo ad aver ricevuto l’autorizzazione della Commissione Europea, e l’unico al momento disponibile in Italia e negli altri paesi dell’Unione (negli Stati Uniti e nel Regno Unito stanno già somministrando anche quello di Moderna, che dovrebbe ricevere l’autorizzazione europea a inizio gennaio). Ci si aspettano novità nei prossimi giorni o settimane per i due vaccini che dovrebbero arrivare per primi in Italia, quello di Moderna e di AstraZeneca, e di conseguenza maggiori comunicazioni del governo su come funzionerà la loro somministrazione.

La logistica della vaccinazione è coordinata dal ministro della Salute, dalla struttura del commissario straordinario Domenico Arcuri, dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e dalle regioni e province autonome. Anche se la maggior parte della comunicazione e divulgazione sul processo è stata affidata ad Arcuri e al ministero della Salute, le responsabilità e i compiti sono quindi piuttosto distribuiti e sparpagliati.

Date
Al momento non sappiamo quando comincerà la campagna di vaccinazione vera e propria sulla popolazione, quella successiva alle somministrazioni agli operatori sanitari e nelle RSA. L’indicazione del governo e di Arcuri finora è stata che partirà a gennaio, ma nel piano strategico vaccinale si specifica che «le fasi indicate dipendono dai tempi delle autorizzazioni delle agenzie regolatorie».

Il governo infatti ha diffuso da tempo una tabella che mette insieme gli ordini dei vari vaccini con le distribuzioni programmate per ciascun trimestre del 2021 e per la prima metà del 2022: tra Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e CureVac, per esempio, entro marzo dovremmo avere ricevuto 28,3 milioni di dosi (che saranno di più, perché da ciascuna fiala Pfizer si potrà ricavare una dose in più), per una media di 9,4 milioni di dosi al mese disponibili quindi teoricamente da gennaio. Ma in realtà, al momento abbiamo un vero e proprio piano soltanto per il vaccino Pfizer-BioNTech, l’unico approvato in Europa, di cui riceveremo un totale di quasi 27 milioni di dosi entro il terzo trimestre del 2021.

– Leggi anche: Da ogni fiala di vaccino Pfizer si potranno ottenere sei dosi, e non più cinque

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto però di puntare a 13 milioni di persone vaccinate entro marzo, grazie al vaccino di AstraZeneca, quello di cui l’Unione Europea – e quindi l’Italia – si è assicurata più dosi, e che sembra fondamentale per la riuscita della fase iniziale della vaccinazione. Il vaccino è considerato prossimo all’autorizzazione in Europa, è più semplice da gestire (si conserva in frigorifero e non a -70 °C) e dovrebbe quindi contribuire ad accelerare la campagna vaccinale.

Gli operatori sanitari e i residenti nelle RSA sono circa 2 milioni; gli anziani sopra gli ottant’anni oltre 4,4 milioni. Le due categorie successive che saranno vaccinate sono le persone tra i 60 e i 79 anni (13,4 milioni) e quelle con almeno una comorbidità cronica (7,4 milioni). Se l’annuncio di Speranza sarà rispettato, quindi, a fine marzo saranno stati vaccinati tutti gli operatori sanitari, tutti gli anziani sopra gli 80 anni, e circa un terzo delle due categorie successive. Arcuri, da parte sua, ha parlato della disponibilità del vaccino per chiunque lo vorrà – e quindi la quarta fase (T4) del grafico – in un periodo compreso tra la prossima estate e il prossimo autunno.

(Ministero della Salute)

Luoghi
Non sappiamo ancora con precisione dove avverranno le fasi successive della vaccinazione della popolazione. Il piano di vaccinazione dice che «con l’aumentare della disponibilità dei vaccini» potranno essere organizzate campagne su larga scala definite “walk in”, e cioè in cui si accederà a piedi per essere vaccinati, «presso centri vaccinali organizzati ad hoc». Successivamente «il modello organizzativo vedrà via via una maggiore articolazione sul territorio» che coinvolgerà gli ambulatori vaccinali territoriali, gli ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri, la sanità militare e i medici delle aziende. Nel piano strategico, la disponibilità a regime dei vaccini presso i medici di famiglia è indicata in corrispondenza della terza fase della vaccinazione, quella per i lavoratori essenziali e più esposti, successiva quindi alla vaccinazione degli over 60.

Nelle settimane scorse, Arcuri aveva presentato il progetto di centinaia di padiglioni identificati da grosse primule, che dovrebbero essere allestiti nelle piazze delle città e che, oltre a sezioni dedicate alla comunicazione del vaccino, conterranno anche delle aree di somministrazione vere e proprie. Ma non sappiamo ancora quanti saranno, dove e quando saranno costruiti: il portavoce di Arcuri ha spiegato al Post che sono «in fase di progettazione da parte del Politecnico di Milano» e che comunque serviranno per una fase ancora successiva della vaccinazione, «esaurite le categorie più fragili e più esposte al contagio che avranno la priorità». Cioè di fatto la quarta, quella che – sembra tra la prossima estate e il prossimo autunno – coinvolgerà l’ultima fascia della popolazione, sotto ai 60 anni, senza comorbidità e impiegata in lavori non considerati a rischio.

– Leggi anche: La storia dei vaccini in più comprati dalla Germania

La scorsa settimana invece il ministero della Salute aveva pubblicato un piano che contiene le linee guida per la primissima fase della vaccinazione, con le istruzioni e le raccomandazioni rivolte principalmente alle regioni e alle ASL su come organizzare le somministrazioni agli operatori sanitari e quelle nelle RSA. Le regioni nelle scorse settimane hanno individuato i centri in cui si svolgeranno le vaccinazioni al personale sanitario – quelle nelle RSA saranno a domicilio – che sono circa 300. Questi centri sono divisi in presidi ospedalieri (PVO) e presidi territoriali (PVT): i primi dovrebbero essere generalmente negli ospedali, oppure in strutture esterne nei casi in cui non si possano garantire percorsi separati in ingresso e uscita indipendenti dal flusso ospedaliero; i secondi possono essere anche altre strutture, e servono per gli operatori sanitari che svolgono attività extra-ospedaliera (i medici di famiglia, per esempio).

Come avverrà il sistema di chiamata e il tracciamento
L’AIFA ha detto che nella fase iniziale – «per almeno i primi due o tre mesi» secondo il direttore generale Nicola Magrini – non ci sarà un sistema di prenotazione, ma il vaccino sarà somministrato a chiamata, prima agli operatori sanitari e ai residenti nelle RSA, e poi via via con le altre categorie identificate come prioritarie. «Poi, con il coinvolgimento dei medici di famiglia, si vedrà come fare» ha detto Magrini. Da quanto si è capito finora, le liste delle persone a cui somministrare il vaccino nei primi mesi – dopo la fase degli operatori sanitari e delle RSA – sarà gestita a livello regionale e delle ASL, ma al momento non ci sono ancora molti dettagli.

L’altra cosa di cui si sa poco è il sistema informativo che servirà a programmare, prenotare e registrare le somministrazioni del vaccino ai singoli cittadini. Arcuri ha parlato nelle scorse settimane di un’app in fase di sviluppo da parte di Poste Italiane ed Eni, per «la tracciabilità delle dosi del vaccino, con il sistema di prenotazione, somministrazione e rendicontazione della somministrazione per ogni individuo, con la farmacovigilanza» e che alla fine servirà al ministero della Salute per raccogliere le informazioni sui numeri della campagna di vaccinazione. Al momento però di quest’app non si sa molto di più: il portavoce di Arcuri ha spiegato al Post che «si integrerà con l’anagrafe dei sistemi sanitari regionali» e che quindi «sarà un ulteriore supporto per organizzare prenotazioni, registrazioni monitoraggio delle vaccinazioni». Ma ha anche anticipato che ci saranno modalità di prenotazione «più tradizionali» rispetto a quelle informatiche.

Il piano vaccinale contiene linee guida su come dovrà funzionare questo sistema, senza molti dettagli. Dice che dovrà essere omogeneo su tutto il territorio nazionale, «in particolare relativamente al sistema di chiamata attiva/prenotazione, alla registrazione e certificazione della vaccinazione», e che tra le sue funzioni avrà anche quella molto importante di gestire la chiamata per la seconda dose del vaccino a ciascuna persona. Non si sa ancora però se e come questo sistema sarà integrato con il Fascicolo Sanitario Elettronico, che peraltro non è ancora attivo in tutte le regioni, e con l’anagrafe vaccinale.

Per quanto riguarda il conteggio aggiornato delle dosi somministrate – che per esempio in Germania sono già comunicate quotidianamente dal Robert Koch-Institut – per ora sappiamo dall’ultima circolare ministeriale che «in questa primissima fase» le regioni aggiorneranno «periodicamente» i dati sulla copertura vaccinale «attraverso un form predisposto dalla Struttura Commissariale e dal Ministero della Salute». Non ci sono al momento informazioni sulle modalità con cui questi dati verranno resi pubblici, né su come funzionerà a partire dalle fasi successive della vaccinazione.