In borsa si può scommettere sul prezzo dell’acqua
Sono stati venduti i primi contratti "future" sui prezzi dell'acqua della California: per alcuni migliorerà il mercato, per altri è un rischio
Al Chicago Mercantile Exchange, il più importante mercato finanziario del mondo tra quelli che si occupano di derivati e di commodity, sono cominciate le contrattazioni di un nuovo prodotto: l’acqua. Sono stati venduti i primi contratti future che consentono agli investitori di scommettere sul prezzo dell’acqua sulla base del Nasdaq Veles California Water Index, un indice basato in California che determina il prezzo dell’acqua nello stato americano.
È la prima volta al mondo che si può scommettere in borsa sul prezzo dell’acqua: secondo i sostenitori della misura, questo sarà un modo per rendere più trasparenti i prezzi, specie in aree in cui la siccità crea disparità ingiuste; secondo i critici, la misura accomuna l’acqua ad altre commodity come il petrolio e l’oro, rendendola vulnerabile a speculazioni finanziarie pericolose.
Anzitutto: le commodity sono beni cosiddetti “indifferenziati”, cioè hanno lo stesso valore indipendentemente da chi le produce. Se un telefono prodotto da Apple e uno prodotto da Samsung sono simili ma hanno caratteristiche molto diverse che ne determinano valore e posizionamento sul mercato, il greggio estratto da Eni e quello estratto da Shell ha lo stesso valore, con poche eccezioni. Le commodity principali sono petrolio, gas naturale, metalli come l’oro e i prodotti agricoli.
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I future invece sono contratti che impegnano chi li stipula a comprare un bene a un prezzo prefissato in una data concordata. Chi compra un future, per esempio, potrebbe decidere di impegnarsi tra un anno esatto a comprare una determinata quantità di petrolio a un prezzo concordato. Di solito, i future sono delle scommesse: se tra un anno il petrolio varrà di più del prezzo concordato, chi ha stipulato il contratto ci avrà guadagnato; se varrà di meno, ci avrà ovviamente perso.
Nella borsa americana, a dicembre, si è cominciato a contrattare dei future legati all’acqua, con prezzi stabiliti sulla base del Nasdaq Veles California Water Index. I primi future comprati scadono a gennaio del 2021 e hanno un prezzo di 496 dollari per piede acro, un’unità di misura che corrisponde a 1.233 metri cubi (sarebbe la quantità d’acqua necessaria per riempire un acro di terra della profondità di un piede). Ciascun contratto vale 10 piedi acri.
La compravendita di acqua esiste da sempre. Il Nasdaq Veles California Water Index, per esempio, stabilisce il prezzo dell’acqua in California (non per i cittadini, ma per le amministrazioni pubbliche, le aziende agricole, le industrie) considerando le transazioni dei cinque maggiori mercati di acqua nello stato americano. Questi sono mercati cosiddetti spot: significa che contratti, paghi e ricevi immediatamente. Le transazioni nei mercati spot dell’acqua di solito sono opache e soggette a enormi fluttuazioni: nei periodi di siccità, in California come nel resto del mondo, il prezzo dell’acqua aumenta a dismisura, e nello stato nel corso del 2020 è praticamente raddoppiato.
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Cominciare a scambiare in borsa future legati all’acqua, secondo i sostenitori della novità, contribuirebbe a rendere le transazioni più trasparenti: il mercato dell’acqua della California, anziché dipendere da contrattazioni opache e determinate dalle condizioni esterne, diventerebbe più centralizzato e dotato di strumenti che contribuirebbero a rendere il prezzo più prevedibile, e dunque meno rischioso. Le aziende agricole californiane, per esempio, potrebbero usare i future per proteggersi dagli aumenti dei prezzi dell’acqua. I future per ora sono puramente finanziari, e dunque non prevedono la consegna fisica di acqua allo scadere del contratto.
I critici, invece, sostengono che consentire di scommettere sul prezzo dell’acqua possa dare spazio a speculazioni finanziarie potenzialmente pericolose, portando i prezzi a livelli che non sono legati alla disponibilità d’acqua, anche se per ora i future californiani sull’acqua sono un esperimento relativamente limitato. La speculazione sui beni di prima necessità è un tema controverso. Alcuni economisti ritengono che abbia un effetto positivo sui prezzi, ma si ritiene per esempio che l’azione degli hedge fund, cioè dei fondi speculativi, sui mercati internazionali sia stata una delle cause della crisi alimentare mondiale del 2007-2008, in cui si verificò un aumento generalizzato dei prezzi dei generi alimentari e che provocò gravi problemi e instabilità politica in moltissimi paesi del mondo.