In NBA è già tempo di ricominciare
La stagione regolare della NBA inizia martedì notte e fino a marzo si fermerà soltanto un giorno: le cose principali da sapere
Il miglior campionato di basket al mondo riparte martedì notte, appena 71 giorni dopo le ultime finali, vinte dai Los Angeles Lakers di LeBron James (che compirà 36 anni fra pochi giorni). Sarà ancora una stagione particolare: non si giocherà più nella cosiddetta “bolla” al Disney World di Orlando, ma il formato del campionato sarà ridotto per potersi adattare alle misure di contenimento del contagio da coronavirus negli Stati Uniti. Sul piano sportivo, invece, si attendono grandi cose: le squadre migliori si sono mantenute, le contendenti si sono rinforzate e le più promettenti hanno continuato a costruire attorno ai loro giocatori migliori, che di certo non mancano.
Date e fasi della stagione
La 75ª stagione regolare della NBA inizia nella notte tra il 22 e il 23 dicembre con due tra le sue partite più attese: Brooklyn Nets-Golden State Warriors e il “derby” di Los Angeles tra Lakers e Clippers. Fino al 16 maggio 2021 ciascuna delle trenta squadre del campionato giocherà 72 partite, dieci in meno rispetto all’ultima stagione disputata senza impedimenti. La settimana di pausa in concomitanza con l’All-Star Game di Indianapolis è stata fissata tra il 5 e il 10 marzo. Prima di marzo il campionato si fermerà soltanto un giorno in concomitanza con il Super Bowl di domenica 7 febbraio.
Al termine della stagione regolare si disputerà, come nel 2020, un mini-torneo che assegnerà gli ultimi posti disponibili ai playoff: lo giocheranno dal 18 al 21 maggio le otto squadre classificate dalla settima alla decima posizione nelle due conference del campionato, un po’ come accade nel baseball con i wild card game. I playoff inizieranno il 22 maggio e si concluderanno entro luglio con le finali giocate al meglio delle sette gare.
Il nuovo protocollo
Quasi tutte le squadre NBA torneranno a giocare nei loro palazzetti, ma ancora senza pubblico, ad eccezione di sette squadre che hanno ottenuto il permesso di ospitare un numero limitato di spettatori: si tratta di Utah, Toronto, Orlando, New Orleans, Memphis, Houston e Cleveland. San Antonio e Atlanta lo permetteranno invece a partire rispettivamente dal primo e 18 gennaio 2021. Per quanto riguarda Toronto, i Raptors giocheranno sì con il pubblico, ma non nella loro città, bensì a Tampa Bay, in Florida, dopo che il governo canadese non ha concesso loro l’autorizzazione di spostarsi continuamente negli Stati Uniti, come già successo ai Toronto Blue Jays nella passata stagione del baseball.
La squadre potranno quindi restare di base nelle loro città, ma dovranno far rispettare un protocollo rigidissimo. A tutti i loro dipendenti sarà proibito frequentare bar, locali, club, concerti, eventi sportivi, palestre, piscine, saune e qualsiasi altro luogo di ritrovo con più di quindici persone presenti. In trasferta le squadre potranno muoversi con al massimo 47 persone, le quali potranno potranno mangiare all’esterno del loro hotel scegliendo i locali da una lista appositamente fornita dalla NBA e dal sindacato dei giocatori. Le sanzioni previste in caso di violazione del protocollo vanno dagli avvertimenti alla decurtazione dell’ingaggio o alla sospensione dal campionato per un periodo da stabilire.
Le favorite alla partenza
Partendo dalle migliori quattro squadre della passata stagione, i Los Angeles Lakers campioni in carica sono considerati unanimemente i favoriti per il titolo. Hanno sostituito JaVale McGee, Rajon Rondo, Dwight Howard e Danny Green con Montrezl Harrell, Dennis Schroder, Marc Gasol e Wesley Matthews, andando a migliorare sia il quintetto di partenza sia le riserve, il cosiddetto supporting-cast. Due protagonisti della passata stagione come Anthony Davis e Kyle Kuzma hanno inoltre prolungato i loro contratti a dimostrazione delle ambizioni a lungo termine della società.
I maggiori contendenti al titolo che i Lakers proveranno a difendere sono l’altra squadra di Los Angeles, i Clippers, e poi Boston Celtics e Denver Nuggets. Nella passata stagione i Clippers di Kawhi Leonard e Paul George delusero concludendo i playoff alle semifinali di conference sprecando un vantaggio di 3-1 contro Denver. La scarsa forma di alcuni titolari chiave come Paul George, il mancato contribuito delle riserve e la gestione di Kawhi Leonard nel corso della stagione hanno portato alla sostituzione dell’allenatore, Doc Rivers, con Tyronn Lue, vincitore del titolo nel 2016 con i Cavaliers di LeBron James. La squadra è rimasta di fatto la stessa, ma con l’aggiunta dell’esperto Serge Ibaka, campione con i Raptors nel 2019.
Anche i Boston Celtics sono rimasti grossomodo gli stessi della passata stagione: con giocatori come Jayson Tatum, Jaylen Brown e Marcus Smart sono una delle squadre più promettenti e talentuose del campionato, già in grado di puntare in alto grazie anche alla presenza di giocatori più esperti e nel pieno delle loro carriere come Kemba Walker e il nuovo arrivato Tristan Thompson, che ha rinforzato la rosa dopo la partenza di Gordon Hayward (andato a Charlotte). Gli ultimi finalisti di conference della passata stagione, i Denver Nuggets, dopo aver raggiunto il miglior risultato della franchigia negli ultimi dodici anni trascinati da Nikola Jokic e Jamal Murray si sono rinforzati con l’esperto JaMychal Green e il playmaker argentino Facundo Campazzo, ingaggiato dopo aver dato spettacolo negli ultimi anni con il Real Madrid.
A queste prime quattro favorite ne vanno aggiunte almeno altre tre, a partire dai finalisti dell’ultima stagione, i Miami Heat, che dopo essersi dimostrati una squadra estremamente compatta e talentuosa nella “bolla” di Orlando, proveranno a ripetersi in questa stagione avendo però molte più pressioni di qualche mese fa. Ci sono poi i Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo — MVP delle ultime due stagioni — rinforzati con Jrue Holiday, e infine i Philadelphia 76ers che con un nuovo allenatore, Doc Rivers, e il vincitore degli ultimi due titoli NBA con due squadre diverse, Danny Green, potrebbero evitare di passare alla storia come una delle grandi incompiute del campionato.
Incognite e sorprese
I più grandi interrogativi riguardano due squadre dal potenziale già ampiamente testato ma bloccato dagli infortuni. I Brooklyn Nets si presentano all’inizio della stagione regolare avendo finalmente recuperato due campioni come Kevin Durant e Kyrie Irving. Entrambi sono a Brooklyn dalla passata stagione, eppure, a causa di lunghi infortuni, il primo debutterà soltanto in questi giorni mentre il secondo finora conta appena venti partite. Durant e Irving cercheranno di risollevare i Nets insieme al nuovo allenatore, Steve Nash, e due famosi assistenti, Mike D’Antoni e Amar’e Stoudemire.
Sulla costa pacifica, invece, gli ex campioni dei Golden State Warriors speravano di recuperare tutti i loro infortunati come ha fatto Brooklyn, ma si sono rassegnati all’assenza di Klay Thompson per un’altra stagione dopo la rottura del tendine d’achille dello scorso novembre. Stephen Curry ha invece recuperato, ma nelle prime partite della stagione dovrà fare a meno del contribuito difensivo di Draymond Green, fermato da un infortunio, e di James Wiseman, seconda scelta al draft, non ancora pronto per essere inserito nel quintetto di partenza, come spiegato dall’allenatore Steve Kerr. Dal draft i Warriors hanno selezionato anche Nico Mannion, terzo italiano in NBA con Danilo Gallinari e Nicolò Melli.
Nel corso della stagione regolare si potrà capire se Brooklyn e Golden State riusciranno a inserirsi fra le più competitive del campionato, e lo stesso vale per altre squadre dal grande potenziale in cerca di conferme come i Dallas Mavericks di Luka Doncic e Kristaps Porzingis, i Phoenix Suns di Devin Booker e Chris Paul, gli ex campioni dei Toronto Raptors “esiliati” in Florida e i New Orleans Pelicans del talento Zion Williamson, che in tanti aspettano prima o poi in cima alla classifiche del campionato. Da tenere d’occhio ci sarà anche Atlanta, che al promettente Trae Young in questi mesi ha aggiunto fra gli altri l’italiano Danilo Gallinari, l’esperto Rajon Rondo e il serbo Bogdan Bogdanovic.
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