Cosa sappiamo del vaccino in Italia
Quando inizieranno le vaccinazioni? Chi riceverà per primo il vaccino? Quali regioni avranno più dosi? Dove ci si vaccinerà?
Il 17 dicembre il ministro della Salute Roberto Speranza ha scritto su Twitter che «il 27 dicembre sarà un bel giorno per l’Italia e per l’Europa» fissando per quella data l’inizio delle vaccinazioni contro il coronavirus. L’annuncio di Speranza arriva dopo che da giorni alcuni paesi europei stanno facendo pressione per avviare la campagna di vaccinazione nello stesso giorno in tutta l’Unione Europea: una mossa pensata probabilmente per dimostrare unità in uno dei periodi più delicati dall’inizio della pandemia, in cui fra l’altro diversi paesi hanno diffuso nuove regole stringenti per evitare una terza ondata della pandemia.
Il 27 dicembre sarà un bel giorno per l’Italia e per l’Europa. Serve ancora prudenza e il percorso non sarà breve. Ma con l’inizio delle vaccinazioni finalmente siamo sulla strada giusta.
— Roberto Speranza (@robersperanza) December 17, 2020
L’inizio “simbolico” delle vaccinazioni
Mercoledì anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in un discorso durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo aveva detto: «Partiamo il prima possibile con le vaccinazioni, insieme, tutti e 27 nello stesso giorno. Così come abbiamo affrontato insieme questa pandemia, iniziamo a sradicare insieme questo terribile virus».
L’inizio delle vaccinazioni il 27 dicembre sarà possibile soltanto dopo che l’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, deciderà di raccomandare il vaccino sviluppato da Pfizer-BioNTech alla Commissione europea, che poi in autonomia formalizzerà l’autorizzazione. È stata proprio la notizia che EMA aveva anticipato al 21 dicembre un incontro per valutare la domanda di autorizzazione per il vaccino a far emergere la proposta di iniziare a vaccinare gli europei nello stesso giorno.
Se il 21 dicembre EMA raccomanderà alla Commissione Europea il vaccino Pfizer-BioNTech, le vaccinazioni che inizieranno negli ultimi giorni del 2020 saranno con quote “simboliche”. È una definizione utilizzata mercoledì, per esempio, dal ministro della Sanità belga Frank Vandenbroucke, ma anche dal commissario italiano per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri nella sua conferenza stampa di giovedì sera.
Non si sa ancora con esattezza quante dosi di vaccino arriveranno in ogni paese membro dell’Unione Europea entro fine dicembre, ma secondo Vandenbroucke ogni paese dovrebbe avere circa 10mila dosi “simboliche”: le prime persone a essere vaccinate, come confermato anche da Arcuri, saranno scelte fra il personale degli ospedali e gli anziani ospiti di case di riposo.
Il vaccino, gratuito e volontario, regione per regione
Di certo sappiamo che mercoledì la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il piano italiano per la somministrazione del vaccino che era stato presentato dal commissario Arcuri. Il 2 dicembre il ministro Speranza, presentando il piano in Parlamento, aveva spiegato che il vaccino sarebbe stato gratuito per tutti e che il governo non era intenzionato a renderlo obbligatorio. Arcuri, nella conferenza stampa di giovedì, ha inoltre confermato che la campagna di vaccinazione di massa inizierà a gennaio con le prime 1.833.975 dosi distribuite da Pfizer-BioNTech e inviate alle regioni.
La provincia di Bolzano riceverà la maggior quantità di dosi del vaccino in relazione agli abitanti (quasi 5.200 ogni 100mila persone), seguita da Friuli Venezia Giulia e Emilia-Romagna (entrambe più di 4.100), Piemonte (quasi 4mila), Liguria (quasi 3.900), Basilicata e provincia di Trento (entrambe più di 3.400). La regione che ne riceverà meno è l’Umbria (quasi 1.850 ogni 100mila persone). Non si tratta di numeri esatti, ma di una stima in base alla popolazione delle regioni nel 2019.
– Leggi anche: Le dosi di vaccino che le regioni riceveranno in proporzione alla popolazione
Chi sarà vaccinato per primo
Il vaccino sarà somministrato nella fase iniziale prioritariamente agli operatori sanitari e socio-sanitari, ai residenti e al personale delle Rsa e alle persone in età avanzata (anche se nel piano non è precisato quale sarà l’età che darà la priorità alla vaccinazione). Saranno poi vaccinate altre categorie, come insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità. La seconda fornitura garantita da Pfizer sarà di 2.507.700 dosi.
Nella conferenza stampa di giovedì Arcuri ha detto che per l’Italia – se tutti i vaccini saranno autorizzati – in totale ci saranno 202 milioni di dosi, come previsto, ma non più in 15 mesi bensì in 21 mesi «perché Sanofi (casa farmaceutica francese, ndr), che doveva darci 40 milioni di dosi nel terzo e quarto trimestre del 2021 ha un ritardo e ce le darà nel secondo e terzo trimestre del 2022». Per Arcuri tra la prossima estate e il prossimo autunno ci saranno abbastanza dosi per poter vaccinare «tutti gli italiani che lo vorranno». Arcuri ha poi spiegato che da febbraio si inizierà a vaccinare «le persone in ordine decrescente di fragilità, scendendo nella curva anagrafica», cioè dai più anziani ai più giovani.
I padiglioni
Nella mattina di domenica 13 dicembre, il commissario Arcuri aveva presentato nel corso di una conferenza stampa insieme all’architetto Stefano Boeri il piano di comunicazione per la campagna vaccinale. Il simbolo al centro della comunicazione sarà la primula, un fiore piuttosto comune in Italia e tra i primi a schiudersi alla fine della stagione fredda. L’idea, aveva spiegato Boeri, era di offrire un’immagine coordinata per l’intera campagna, utilizzando un simbolo associato all’idea di ripresa e di ritorno alla vita.
Oltre al simbolo, era stato anche presentato il progetto per la realizzazione dei padiglioni che saranno collocati in diverse città italiane, con informazioni sulla vaccinazione e aree dedicate alla somministrazione dei vaccini.
Saranno strutture cilindriche con separatori interni mobili, che potranno quindi essere spostati per organizzare diversamente gli spazi a seconda delle esigenze. La copertura avrà pannelli solari per la produzione dell’energia elettrica necessaria al padiglione, mentre la struttura principale sarà in legno e potrà essere smontata e rimontata in aree diverse della città. La forma circolare dovrebbe favorire un flusso ordinato dei visitatori e del personale sanitario che si occuperà di somministrare i vaccini.
Durante la presentazione, Arcuri non aveva però fornito molte informazioni su quanti padiglioni saranno realizzati in Italia, né come la loro attività sarà coordinata con quella di cliniche, ospedali e altre strutture che somministreranno il vaccino. Aveva comunque confermato che a pieno regime i luoghi di somministrazione saranno almeno 1.500 in Italia, ma anche in questo caso senza fornire dati su modalità e tempi di realizzazione.
Medici e infermieri in più per le vaccinazioni
Per quanto riguarda il personale che si occuperà delle vaccinazioni, dal 16 dicembre medici, infermieri e assistenti sanitari, che vogliano contribuire all’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini, possono inviare la loro candidatura per via telematica su un apposito portale. I contratti avranno una durata massima di nove mesi, e potranno essere rinnovabili in caso di necessità. Il bando, che prevede che siano assunti 15mila professionisti, è rivolto anche ai cittadini stranieri. Possono presentare la loro candidatura anche i medici in pensione. Si tratta di personale che verrà selezionato per rinforzare i sistemi sanitari regionali durante le vaccinazioni. Giovedì, durante la sua conferenza stampa, Arcuri ha detto che a 18 ore dall’apertura della selezione erano state inviate 11.282 candidature.