Le foto della tempesta di neve negli Stati Uniti
Ha colpito il Nord-Est, comprese grandi città come New York, Philadelphia e Boston: ci sono stati diversi incidenti e centinaia di voli sono stati cancellati
Mercoledì 16 dicembre è iniziata una tempesta di neve tra le più grandi degli ultimi anni, nel Nord-Est degli Stati Uniti. È arrivata prima nel Maryland, in Virginia e nell’area della capitale Washington, poi anche nelle grandi città della costa orientale come New York, Philadelphia e Boston, con raffiche di neve e pioggia.
È una tempesta definita “Nor’easter” (il nome deriva dalla direzione da cui soffiano i venti, da Nord e da Est appunto), cioè un ciclone su larga scala a nord-ovest dell’Oceano Atlantico, che tipicamente investe la costa nordorientale degli Stati Uniti e le province atlantiche del Canada, specialmente tra novembre e marzo. In questo caso ci sono state forti nevicate, ma la tempesta “Nor’easter” può anche raggiungere la forza di un uragano, in base alla velocità del vento.
La neve abbondante ha provocato soprattutto incidenti stradali nelle zone colpite dalla tempesta. In Pennsylvania, nella contea di Clinton, un tamponamento che ha coinvolto una dozzina di auto ha provocato due morti; in Virginia la polizia ha detto che un ragazzo di 19 anni è morto in uno dei molti incidenti di cui ha avuto segnalazione. Molte scuole che da poco erano tornate alle lezioni in presenza, soprattutto a New York, sono state costrette a chiudere e passeranno alla didattica a distanza. In alcune città si chiuderanno anche diversi punti in cui era possibile fare tamponi per il coronavirus.
Centinaia di voli sono stati cancellati, il servizio ferroviario è stato sospeso o modificato per alcuni tratti, ma cercherà di garantire i servizi minimi per i pendolari, così come i servizi di bus. A New York, dove sono previsti 30 centimetri di neve, è stato sospeso anche il bike sharing cittadino, oltre che i traghetti. Secondo le previsioni, si arriverà tra i 20 e i 30 centimetri di neve anche a Boston e a 20 centimetri a Philadelphia, mentre a Washington e Baltimora non si dovrebbe andare oltre i 7-8 centimetri.
In questi casi a New York si attiva normalmente il cosiddetto “Code Blue” per venire incontro alle necessità dei senzatetto, a cui viene offerto un letto e un riparo. La maggior parte di questi però si trova in rifugi di gruppo con molti letti in poche stanze, che vengono già normalmente evitati dai senzatetto per paura di furti e ancora di più quest’anno, per paura dei contagi da coronavirus. Dato che in questo momento la maggior parte delle camere d’albergo sono vuote proprio a causa delle restrizioni per l’emergenza sanitaria, al momento già alcune camere d’albergo in città vengono offerte a chi vive per strada e molti stanno chiedendo che ne vengano offerte altre finché non passerà la tempesta.