È morto Donato Bilancia, che uccise 17 persone tra il 1997 e il 1998

Donato Bilancia nel 2006
(LUCA ZENNARO ANSA)
Donato Bilancia nel 2006 (LUCA ZENNARO ANSA)

È morto, per complicanze legate al coronavirus, il serial killer Donato Bilancia: aveva 69 anni e da anni si trovava nel carcere Due Palazzi di Padova. Nel 1998 Bilancia era stato condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi e a 13 anni di carcere per un tentato omicidio. Aveva compiuto i delitti nell’arco di sei mesi, tra il 1997 e il 1998, in Liguria e in basso Piemonte.

Bilancia era nato a Potenza nel 1951, aveva iniziato a rubare da ragazzo e aveva una dipendenza dal gioco d’azzardo. La prima persona che uccise fu un biscazziere, seguito da un altro biscazziere e dalla moglie e da una coppia di coniugi proprietari di una gioielleria. Dal 9 marzo al 29 marzo 1998 uccise tre prostitute e ne ferì gravemente una quarta; in quell’occasione uccise i due metronotte che stavano cercando di soccorrerla. La testimonianza dell’ultima prostituta permise alla polizia di tracciare un primo identikit di Bilancia. Per questi omicidi, venne soprannominato il serial killer delle prostitute. Dal 12 al 18 aprile uccise tre donne, tra cui un’altra prostituta, su tre diversi treni in Liguria; per questo è conosciuto anche come mostro dei treni.

Venne arrestato dopo che un suo amico, che gli aveva venduto l’auto, andò a denunciare la mancata formalizzazione del passaggio di proprietà per aver ricevuto delle multe prese da Bilancia. La polizia lo rintracciò grazie all’identikit realizzato con l’aiuto della prostituta. Dopo l’arresto Bilancia confessò tutti i crimini.