I vantaggi di acquistare abiti su misura online
Ci stanno provando molte aziende, tra cui Amazon: non ci sono resi né scorte di magazzino, e possono permettere un risparmio per tutti
Amazon ha appena presentato “Made for You“, un servizio di vestiti su misura, per ora attivo solo negli Stati Uniti. Per prima cosa, bisogna scaricare la app, inserire il proprio peso e la propria altezza e due foto a misura intera, una davanti e una da dietro. A quel punto, un algoritmo creerà una specie di avatar del cliente in 3D, che servirà anche da modello per provare i capi che si vogliono acquistare.
Al momento è in vendita solo una maglietta, disponibile in molti colori, tessuti, tipologie di colletto e lunghezza di maniche. Costa 25 dollari e per farla ci vuole una media di 5 giorni. Amazon progetta comunque di introdurre nuovi capi, compresi i jeans. Ha assicurato che sarà possibile eliminare il proprio profilo in qualsiasi momento e che comunque le fotografie dell’utente saranno immediatamente cancellate dopo la creazione dell’immagine tridimensionale. Se il progetto dovesse andare male, Amazon avrà perlomeno raccolto molti dati che potranno essere utilizzati per migliorare la vestibilità dei suoi marchi di moda.
Amazon non è certo la prima azienda a fare sperimentazioni con gli abiti su misura venduti online. Il sistema offre molti vantaggi, sia al produttore che al cliente: per prima cosa non ci sono scorte in magazzino, si produce solo quello che viene ordinato; inoltre, se il metodo di misurazione è corretto, ci sono rari resi, che sono uno dei problemi più dispendiosi per le aziende che vendono online. Infine, non si passa attraverso i negozi e i grandi magazzini, e dunque si evitano rincari e si mantengono i prezzi più bassi. Questo mercato è diventato ancora più interessante con l’arrivo del coronavirus che, costringendo i negozi a chiudere e le persone in casa, ha fatto crescere notevolmente le vendite di abbigliamento online. A questo si aggiunge infine una crisi quasi ideologica dell’organizzazione per taglie: variano da paese a paese e anche da negozio a negozio, creano spesso confusione e impongono un’idea prestabilita di corpo, contrariamente alla moda sartoriale, che al corpo si adatta.
Come spiega Quartz, però, non è semplice produrre capi personalizzati in grandi quantità e spesso il risultato non è migliore di quello di un abito già confezionato. Accade perché prendere le misure nel modo giusto non è semplice e sarebbe meglio affidarsi a un sarto professionista; perché gli algoritmi e modelli virtuali messi a disposizione dalle aziende non hanno una tecnologia sufficientemente avanzata; e perché i vestiti più economici non vengono tagliati da zero ma semplicemente riadattati a partire da modelli già pronti.
Uno degli esperimenti di abbigliamento online su misura più celebri è la Zozosuit, lanciata in Giappone nel 2017 dall’azienda Zozo e dall’anno successivo nel resto del mondo. Era una tuta piena di segni di riferimento che, attraverso un’apposita applicazione, calcolava le dimensioni esatte di chi la indossava; a quel punto il cliente poteva comprare i vestiti che desiderava sul sito di Zozo, che aveva creato una linea apposita di camicie, jeans, magliette e completi, semplice e abbastanza economica. L’esperimento fallì e il servizio chiuse nell’aprile del 2019: i tempi di spedizione erano troppo lunghi e sforavano spesso le sei settimane fissate come limite dal sito, inoltre i modelli a disposizione erano troppo pochi, circa una trentina, con linee e colori poco accattivanti. Il problema principale, però, era la vestibilità, che doveva essere il punto di forza e si era rivelata al di sotto delle aspettative: molte recensioni sul sito statunitense di Zozo la definirono «deludente». Tutti questi difetti erano stati condivisi anche da tre redattori del Post che avevano ordinato la tuta e poi comprato qualcosa: chi si era lamentato dei tempi di spedizione, chi dei vestiti un po’ noiosi e chi trovava che la maglietta acquistata «non vestisse meglio di una standard che puoi provare in negozio».
Zozo però non si è arresa e a fine ottobre ha presentato la Zozosuit 2, una versione migliorata che ha 75 volte più marcatori dell’originale, da 400 a 30mila. L’azienda spera di metterla in commercio nel giro di un anno e che stavolta porti a casa i buoni risultati di Zozomat, un sistema di misurazione dei piedi per scarpe su misura, che ha ridotto i resi di un circa un terzo.
Un settore dove gli abiti su misura hanno mantenuto un buon ritmo è quello della sartoria maschile, e in particolare le camicie. Ci sono molte aziende e boutique che le realizzano su misura e negli ultimi anni stanno offrendo il servizio anche online. In Italia lo fa, per esempio, Lanieri, il primo e-commerce di abbigliamento maschile elegante su misura: camicie, maglioni, cravatte, pantaloni, abiti e cappotti. A partire da un modello e da un tessuto, consente di scegliere bottoni, colletti, fodere, polsini per un totale di 10 milioni di combinazioni e poi mette a disposizione dei video tutorial per prendere le misure nei punti e nel modo giusto.
Negli ultimi 15 anni, nel Nordamerica sono nati servizi simili. Per esempio J.Hilburn, fondato nel 2007 e allora rivolto a una nicchia di mercato poi cresciuta: in quell’anno le vendite furono pari a 3,2 milioni di dollari, che salirono a 50 milioni nel 2015. Nel 2007 venne fondata Indochino grazie a investimenti per 13 milioni di dollari, Proper Cloth è del 2008 e Blank Label del 2009. Hanno tutte sistemi di misurazione diversi, alcuni più tradizionali e altri all’avanguardia. Proper Cloth prevede sei modalità: si può rispondere ad alcune domande online (altezza, peso, misura del collo, corporatura); si possono prendere le misure del proprio corpo, dalla circonferenza della vita a quella di polsi e bicipiti; si può misurare una camicia o discutere in un incontro virtuale con un esperto. Knot Standard, fondata nel 2012 da due americani che lavoravano nella finanza a Dubai, calcola le misure corrette del cliente a partire da una immagina in webcam.
Servizi simili per le donne sono più rari, nonostante una lunga tradizione sartoriale e quella della haute couture, cioè l’alta moda francese (i vestiti raffinatissimi ed eleganti fatti appunto su misura). Vogue consiglia Careste, una startup di San Francisco che produce e vende abiti eleganti da donna personalizzati. Si serve sia delle misurazioni tradizionali che della tecnologia 3D; permette di scegliere tra vari modelli e tessuti e poi richiede di aggiungere la propria taglia e le misurazioni di 8 punti del corpo. È possibile richiedere qualsiasi tipo di modifica anche semplicemente scrivendo una mail all’azienda: ogni capo è realizzato sul momento, eliminando quindi sprechi e consentendo anche una certa agilità nella proposta di nuove collezioni adatte al momento.
È interessante anche la strada aperta da Les Merveilleuses, un’azienda francese che permette di scegliere l’abito da sposa su misura online: si parte da una rosa di modelli a cui si può modificare lo scollo, la lunghezza, il tessuto, il colore e così via, prima di inserire minuziosamente le proprie misure.
I jeans restano comunque il capo più impegnativo in fatto di vestibilità e anche quello con più potenziale, vista la difficoltà di trovare il modello che calzi perfettamente. Ci sono molte piccole aziende che propongono di farli su misura ma i risultati non sono quasi mai soddisfacenti, come aveva già raccontato nel 2011 la giornalista del New York Times Stephanie Rosenbloom a proposito di MakeYourOwnJeans.com, un servizio che permetteva di scegliere un modello e poi personalizzarlo nei dettagli, dalla chiusura al tipo di tasca al monogramma.
Da quest’anno Levi’s ha introdotto Future Finish, un nuovo metodo che permette di personalizzare jeans standard con un software e attraverso la tecnologia laser. Non riguarda però la vestibilità ma strappi, scoloriture, ricami e altri dettagli. Nel 2019 il gruppo H&M aveva lanciato un programma sperimentale di jeans customizzati, realizzato dal suo marchio Weekday insieme a The Laboratory, il laboratorio di ricerca dell’azienda. Quest’ultimo aveva messo a punto, in 18 mesi, un algoritmo che consentiva di convertire la scansione del corpo del cliente in un modello cartaceo e in un elenco di misure, che sarebbero state utilizzate per la produzione del capo. L’esperimento era stato condotto su 100 persone, 80 si erano dette soddisfatte del risultato.