I Paesi Bassi hanno imposto un lockdown molto rigido
Il governo ha chiuso le attività commerciali, tranne quelle essenziali, le scuole e le università: andrà avanti almeno fino a metà gennaio
Dopo un notevole aumento di casi di coronavirus nelle ultime settimane, martedì i Paesi Bassi sono entrati in un nuovo lockdown nazionale molto rigido, che durerà almeno fino al 19 di gennaio. «I Paesi Bassi chiudono per cinque settimane», ha detto il primo ministro Mark Rutte.
I Paesi Bassi sono già in lockdown parziale dalla metà di ottobre: per esempio, i bar e i ristoranti sono chiusi. Ma dopo un abbassamento della curva a novembre, i contagi hanno ricominciato a crescere: la settimana scorsa i casi sono aumentati del 40 per cento rispetto alla settimana precedente, e di recente hanno sfiorato i 9.000 al giorno. Un picco si è verificato nei giorni successivi al 5 dicembre, che nei Paesi Bassi è la festa di Sinterklaas, San Nicola, durante la quale è tradizione scambiarsi doni.
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Secondo le nuove regole approvate dal governo, a partire da martedì hanno chiuso tutti i negozi e le attività che non vendono beni essenziali, rimangono aperti soltanto quelli di generi alimentari, le farmacie, i distributori di benzina e poco altro, come banche e tribunali. Tutti i professionisti che fanno mestieri basati sul contatto con il pubblico, come i parrucchieri e le lavoratrici dei quartieri a luci rosse, hanno dovuto interrompere l’attività. Possono rimanere aperti gli studi medici e dentistici. Sono stati chiusi i teatri, i cinema, le sale da concerto, così come i musei, le palestre e le piscine. I ristoranti e i bar rimangono chiusi. Gli hotel possono stare aperti, ma non potranno servire cibo, né nei ristoranti interni né con il servizio in camera. Rutte ha annunciato che i lavoratori e gli imprenditori colpiti dalle chiusure potranno chiedere un sussidio allo stato.
Il governo a partire da mercoledì ha anche chiuso tutte le scuole e le università almeno fino al 17 gennaio e imposto il ritorno della didattica a distanza. Gli olandesi sono incoraggiati a lavorare da casa, in smart working, e in generale ad allontanarsi da casa il meno possibile. Potranno accogliere in casa un massimo di due ospiti al giorno, esclusi i bambini sotto ai 13 anni, con l’eccezione del 24, 25 e 26 dicembre, quando gli ospiti ammessi saranno al massimo tre, sempre esclusi i bambini.
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Nel suo discorso di lunedì sera, Mark Rutte ha detto che il suo governo comprende quanto le misure annunciate siano «faticose e drastiche, soprattutto così vicino al Natale». Ma poco prima il ministro della Salute, Hugo de Jonge, aveva detto che la situazione era «molto seria»: «Vediamo che i numeri degli infetti sono cresciuti fortemente negli ultimi giorni, gli ingressi in ospedale hanno ripreso a salire, la pressione sul settore sanitario rimane alta». Come ha raccontato AP, lunedì pomeriggio, quando i media hanno cominciato ad anticipare la notizia di un nuovo lockdown, in diverse città le persone hanno riempito il centro città prima della chiusura dei negozi, e si sono formate file davanti a molte attività.
Un gruppo di manifestanti si è inoltre radunato davanti all’ufficio del primo ministro all’Aia, fischiando e urlando durante il suo discorso, così forte che era possibile sentirli anche durante la diretta tv. «Non abbiamo a che fare con una semplice influenza come ancora credono alcuni di quelli che protestano fuori, ma con un virus che può colpire chiunque duramente», ha detto Rutte reagendo al rumore dei manifestanti.
Durante la prima ondata della scorsa primavera, i Paesi Bassi avevano adottato uno dei lockdown meno stretti d’Europa, consentendo a molte attività di rimanere aperte e garantendo ai cittadini un buon livello di autonomia personale. Rutte al tempo fu uno dei leader europei più espliciti nel parlare di «immunità di gregge». Fino alla fine di settembre, inoltre, il governo sconsigliava l’utilizzo della mascherina in pubblico, perché sosteneva che desse un falso e pericoloso senso di sicurezza: la raccomandazione di indossare la mascherina è arrivata soltanto a ottobre, nel pieno della seconda ondata. Dopo il nuovo aumento dei casi cominciato in autunno, la maggioranza della popolazione olandese è favorevole all’imposizione di un nuovo lockdown.