Cina e Nepal hanno deciso che l’Everest è un po’ più alto
Dopo anni di misurazioni e analisi si sono messi d'accordo su un numero: 8.848,86 metri, qualche decina di centimetri in più delle stime precedenti
Cina e Nepal, i paesi sul cui confine si trova l’Everest, hanno annunciato che la montagna più alta del mondo è 86 centimetri più alta rispetto alla misurazione fino ad oggi convenzionalmente accettata. In base ai dati raccolti dalle rispettive rilevazioni i due paesi hanno concordato una nuova altezza: 8.848,86 metri. La conclusione comune dovrebbe sancire la fine di un confronto tra Cina e Nepal che proseguiva ormai da anni, e con motivazioni più politiche che scientifiche.
Secondo le precedenti misurazioni ufficiali cinesi del 2005, l’Everest era alto 8.844,43 metri, mentre secondo il Nepal raggiungeva gli 8.848 metri. Nel 2010 Cina e Nepal avevano concordato di compiere nuove misurazioni separate per stabilire con metodi più adeguati l’altezza precisa della montagna e con un accordo nel 2019 avevano deciso che avrebbero comunicato insieme i risultati delle rilevazioni. Tra le altre cose, diversi geologi e scienziati stimavano che l’altezza dell’Everest avesse potuto aver subito una variazione per via del disastroso terremoto in Nepal del 2015.
I versanti est, nord e ovest dell’Everest appartengono alla regione autonoma del Tibet, che fa parte della Cina, mentre il versante sud – quello da dove parte la maggior parte delle spedizioni per arrivare alla vetta – appartiene al Nepal. Per entrambi i paesi la possibilità di impegnarsi in una missione per stabilire l’altezza della vetta più alta del mondo era motivo di orgoglio, soprattutto perché fino a ora tutte le misurazioni erano state effettuate da team di ricerca statunitensi, europei o indiani. Allo stesso tempo, è stata un’opportunità scientifica: le ultime misurazioni erano state effettuate con strumenti e metodi meno precisi di quelli che possono essere impiegati oggi.
Il piano del Nepal per definire tempi e metodologie da adottare per effettuare le nuove misurazioni del monte Everest era stato avviato nel 2017. Le prime ricognizioni furono eseguite nel 2018 e l’analisi dei dati raccolti avviata nel 2019. L’annuncio dei risultati delle indagini, tuttavia, era stato posticipato per via della pandemia da coronavirus, ma anche perché, secondo quanto aveva scritto il Nepali Times (il principale giornale nepalese in lingua inglese), il team cinese stava ancora completando le proprie misurazioni.
Il Nepal ha svolto le proprie indagini con la collaborazione del governo della Nuova Zelanda, che ha contribuito a formare i tecnici spiegando sia come installare e gestire i vari sistemi GPS, sia come leggere dati e misurazioni.
Per gestire le rilevazioni, il team di esplorazione nepalese ha utilizzato sia metodi tradizionali, come la livellazione trigonometrica, che consente di calcolare dislivelli con una precisione spesso inferiore al metro tra due punti distanti fino a qualche km, di cui si conosca già la distanza, sia metodi più innovativi impiegati in geodesia, che è la scienza che si occupa di studiare la forma e le dimensioni della Terra, insieme al campo di gravità e alle sue variazioni nel tempo.
Tra le altre cose, il team nepalese ha tenuto conto di fattori come la gravità terrestre e utilizzato radar e sistemi satellitari per ottenere risultati di livellazione ancora più precisi. Tra maggio e giugno 2020, invece, il team cinese ha compiuto ulteriori rilevazioni grazie alla costellazione di satelliti cinesi BeiDou e a una serie di voli di esplorazione sull’area attorno all’Everest; i dati ottenuti sono stati incrociati con gli strumenti di rilevazione che il team di tecnici cinesi aveva posizionato sulla vetta della montagna lo scorso 28 maggio.
In passato le rilevazioni nepalesi e cinesi avevano dato risultati diversi perché utilizzavano diversi criteri per la misurazione, per esempio se l’altezza della vetta veniva calcolata con o senza lo strato di ghiaccio sulla sommità. Nel caso dell’Everest, si stima che lo strato di ghiaccio sulla vetta sia alto circa 4 metri, e inoltre il suo spessore varia a seconda delle precipitazioni e del vento (ultimamente anche per effetto del riscaldamento globale).
Inoltre per calcolare l’altezza dell’Everest Cina e Nepal hanno utilizzato luoghi diversi per stabilire il livello del mare, cioè quello da cui si calcola l’altezza di una montagna. La Cina ha usato come riferimento di partenza il livello medio del mar Giallo, che si trova tra Cina e Corea del Sud, mentre il Nepal ha utilizzato un punto della baia di Bengala, che separa India, Bangladesh e Birmania. Nonostante ciò le misurazioni dei due paesi sono risultate molto «vicine», come era stato anticipato dal Nepali Times.
L’Everest subisce un innalzamento di circa 1 centimetro all’anno per via del movimento delle placche tettoniche. Secondo diversi geologi, però, negli ultimi anni l’Everest si sarebbe abbassato, principalmente a causa del terremoto che nell’aprile del 2015 uccise più di 2mila persone e ne lasciò disperse molte altre. Christopher Pearson, tecnico dell’Università di Otago (Nuova Zelanda) che ha collaborato col team nepalese nel 2018, ha detto al Nepali Times che le conseguenze del terremoto del 2015 sono solo «il contributo più recente» al continuo cambiamento dell’Everest dovuto all’attività tettonica.
La prima misurazione dell’altezza del monte Everest fu quella della Great Trigonometric Survey of India, iniziativa avviata a metà Ottocento con l’obiettivo di effettuare accurate misurazioni scientifiche in varie porzioni del continente asiatico. Nel 1856 fu calcolato che l’altezza del monte più alto del mondo fosse 8.840 metri, e alla vetta fu dato il nome del capo della Survey of India, George Everest, che tuttavia non ebbe nulla a che fare con le misurazioni.
Un secolo dopo, nel 1955, una nuova spedizione della Survey of India concluse che l’altezza dell’Everest fosse di 8.848 metri. Nuovi studi italiani nel 1992 avevano determinato che l’altezza del monte fosse di 8.846 metri, mentre secondo le stime statunitensi del 1999 l’Everest era alto 8.850 metri.