In Europa si litiga sulle piste da sci
In Francia, Italia e Germania gli impianti saranno chiusi per tutte le feste, diversamente da Svizzera, Austria e forse Spagna: ed è una differenza che sta creando problemi
Negli ultimi giorni diversi paesi europei alpini sono stati coinvolti in una disputa piuttosto accesa relativa all’apertura degli impianti sciistici durante il periodo delle feste natalizie. Per contenere la diffusione del coronavirus, infatti, Italia, Francia e Germania hanno deciso che le loro piste dovranno rimanere chiuse per tutte le feste, mentre Svizzera, Austria e Spagna hanno adottato posizioni diverse. Il governo italiano, insieme a quello tedesco, ha cercato di convincere l’Unione Europea a stabilire regole valide per tutti gli stati membri (quindi che non avrebbero potuto comunque essere imposte alla Svizzera), senza però avere successo, a causa soprattutto dell’opposizione austriaca.
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L’apertura degli impianti sciistici, sostengono diversi governi ed esperti, potrebbe far iniziare nuovi focolai di coronavirus, e la difficoltà di controllare i movimenti dei cittadini europei da un paese all’altro potrebbe provocare un aumento dei contagi anche negli stati dove gli impianti rimarranno chiusi. La preoccupazione è che si ripeta quello che successe tra febbraio e marzo nel resort sciistico di Ischgl, in Austria, dove si sviluppò uno dei primi e più gravi focolai di coronavirus in Europa.
La questione dell’apertura delle piste da sci durante le feste non ha implicazioni solo sanitarie, ma anche economiche, visto che buona parte delle entrate nelle regioni alpine dei paesi europei ruota attorno alla stagione dello sci, che dura più o meno da dicembre a marzo.
La Svizzera è il paese che imporrà regole meno rigide, nonostante la seconda ondata dell’epidemia abbia messo sotto grande pressione il sistema sanitario nazionale.
Venerdì il governo federale ha stabilito alcune restrizioni, che comunque non prevedono la chiusura degli impianti sciistici o un limite alle persone che possono accedervi. Tra le altre cose, il governo ha imposto il limite dei due terzi della capienza per gli impianti di risalita e per i treni che viaggiano verso le località turistiche, e l’obbligo di indossare la mascherina mentre non si sta sciando. Inoltre, per aprire, i comprensori sciistici dovranno ottenere un’autorizzazione da parte del proprio cantone, che può rilasciarla soltanto se consentito dalla situazione epidemiologica locale e dalla situazione negli ospedali e nelle strutture che fanno attività di contact tracing (tracciamento dei contatti).
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L’apertura degli impianti in Svizzera ha provocato altre conseguenze, alcune piuttosto bizzarre.
A Châtel, comune francese dell’Alta Savoia, il sindaco Nicolas Rubin ha fatto appendere sul palazzo del comune molte bandiere svizzere, per protestare contro la decisione del governo francese di chiudere gli impianti sciistici in tutto il paese. Châtel si trova a Portes du Soleil, una delle zone sciistiche più grandi del mondo, che si estende lungo il confine tra Francia e Svizzera. A causa delle restrizioni per il coronavirus, ora due terzi delle piste – quelle in territorio francese – sono chiuse e lo rimarranno anche durante le feste, mentre la parte svizzera è aperta.
Manque d’écoute, de concertation, décision prise trop tôt, la France décide de fermer ses domaines skiables quand sa voisine prend une autre position. Symboliquement, la Mairie de @Chatel_Officiel pavoisée aux couleurs de la Suisse. #ski #tourisme #economie #emplois @PDS_officiel pic.twitter.com/JvHBFYIOvE
— Nicolas Rubin (@nicolasrubin) November 28, 2020
I paesi confinanti con la Svizzera hanno già annunciato misure per cercare di bloccare lo spostamento di persone verso gli impianti sciistici svizzeri. La Francia ha detto che farà controlli di confine, l’Austria e la Germania hanno parlato di imporre un periodo di quarantena per chi tornerà dalle piste da sci svizzere.
Per quanto riguarda l’Italia, dal 10 dicembre gli spostamenti verso la Svizzera saranno consentiti senza necessità di motivazione, anche se sarà richiesto un test molecolare o antigenico negativo nelle 48 ore precedenti all’ingresso nel territorio italiano (se non si ha il test, allora si sarà sottoposti a isolamento fiduciario). Le regioni italiane alpine, comunque, stanno discutendo della possibilità di chiudere i loro confini per evitare un esodo di sciatori in Svizzera, Slovenia e Austria.
In Austria gli impianti sciistici apriranno per Natale, ma gli hotel e i ristoranti rimarranno chiusi: l’accesso alle piste sarà quindi possibile solo alle persone che vivono abbastanza vicine alle montagne da poter organizzarsi in giornata. Probabilmente su pressione di Italia, Francia e Germania, il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha introdotto alcune particolari regole durante il periodo che va dal 19 dicembre al 10 gennaio: ha detto che chiunque entrerà in Austria provenendo da un paese che conta più di 100 nuovi contagi da coronavirus alla settimana ogni 100mila abitanti – in Italia siamo a 250 – dovrà stare in quarantena per dieci giorni (la quarantena si può interrompere prima nel caso di presentazione di un test negativo).
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Il terzo paese che potrebbe aprire alcuni dei propri impianti sciistici è la Spagna, ma per il momento non sono state prese decisioni definitive.
Per ora tutte le piste del paese sono chiuse, anche se le comunità autonome di Madrid e della Catalogna hanno detto che potrebbero aprire gli impianti durante le feste. Nelle ultime settimane il governo spagnolo aveva preso le distanze da Germania, Italia e Francia e la ministra dell’Industria, del Commercio e del Turismo, Reyes Maroto, aveva detto che le misure di sicurezza adottate dal governo avrebbero garantito tranquillità ai viaggiatori stranieri negli impianti sciistici spagnoli. Una decisione finale, comunque, verrà presa valutando la situazione epidemiologica delle varie regioni della Spagna.