Dal 6 dicembre otto regioni cambieranno colore
Oltre alla provincia autonoma di Bolzano: lo ha deciso il governo sulla base degli ultimi dati settimanali sull'epidemia da coronavirus
Dal 6 dicembre otto regioni e una provincia autonoma cambieranno colore, grazie al miglioramento della situazione legata all’epidemia da coronavirus. Campania, provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta e Toscana passeranno dall’area rossa all’area arancione (e si aggiungeranno a Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte). Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passeranno dall’area arancione a gialla (e si aggiungeranno a Lazio, Liguria, Molise, provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto). L’unica regione a rimanere nell’area rossa sarà l’Abruzzo.
Negli ultimi due giorni il governo aveva già comunicato alcune particolari regole in vigore dal 4 dicembre e durante le feste (Natale, Santo Stefano e primo dell’anno), contenute in un decreto legge e un DPCM (decreto del presidente del Consiglio), valide per tutto il territorio nazionale, al di là dei colori delle singole regioni. Queste regole si possono leggere qui.
Nelle regioni che sono diventate arancioni, dal 6 dicembre si potrà quindi muoversi liberamente all’interno del proprio comune di residenza, anche se il governo raccomanda di evitare spostamenti non necessari. Continueranno a essere vietati gli spostamenti fuori dal comune. L’area arancione comporta la riapertura di tutte le attività commerciali, non soltanto quelle di generi alimentari, ma resteranno invece ancora chiusi al pubblico bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie che potranno continuare a effettuare esclusivamente il servizio d’asporto (fino alle 22) e a domicilio. Gli alunni delle classi seconde e terze delle scuole medie potranno invece tornare a svolgere lezione in presenza.
Nelle regioni che sono diventate gialle, dal 6 dicembre sarà possibile spostarsi liberamente all’interno della propria regione e tra regioni gialle. I bar e i ristoranti potranno restare aperti fino alle 18, mentre i negozi potranno rimanere aperti fino al loro orario normale di chiusura. I centri commerciali continueranno a essere chiusi nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione di farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno. Le regole per la didattica a distanza rimarranno le stesse valide per le aree arancioni.
– Leggi anche: I dati della settimana sul coronavirus in Italia
Negli ultimi sette giorni in Italia sono stati registrati 154.954 nuovi casi di positività da coronavirus, il 23% in meno della settimana precedente. Il rallentamento della curva dei contagi totali continua, con il numero di nuovi casi che è tornato a quello della settimana precedente alle principali restrizioni della seconda ondata, decise a inizio novembre.
Non ha ancora iniziato a calare invece il numero dei decessi, che tra venerdì scorso e giovedì sono stati 5.188, con il record per quanto riguarda i decessi annunciati in un solo giorno: 993, giovedì. Si può osservare un rallentamento nell’aumento delle morti, che notoriamente seguono un andamento in ritardo di un paio di settimane rispetto a quella dei contagi. Ci si può aspettare, quindi, che dalla prossima settimana comincino pian piano a diminuire.