La Namibia metterà all’asta 170 elefanti
E vuole investire i soldi ricavati per evitarne l’estinzione, causata dalla siccità e del bracconaggio
La Namibia ha deciso di mettere all’asta 170 elefanti selvatici per problemi legati alla siccità e al loro numero, che è molto cresciuto negli ultimi anni e che crea problemi nella convivenza con gli uomini.
La vendita è stata annunciata il 2 dicembre dal ministro dell’Ambiente e del Turismo Pohamba Shifeta, che ha spiegato ad AFP come il governo fosse stato inizialmente criticato per la decisione di abbattere elefanti a causa della loro sovrappopolazione, e abbia poi cambiato idea: «Abbiamo deciso invece – dopo ricerche – di venderli». I fondi raccolti dalla vendita dovrebbero aiutare il governo a fare maggiori investimenti per proteggere la specie. Nonostante l’aumento della loro popolazione in Namibia, infatti, gli elefanti sono a rischio estinzione a causa del bracconaggio e di fattori ecologici.
Il quotidiano nazionale New Era ha diffuso la notizia della vendita, spiegando che questa in alcuni casi sarà fatta per interi branchi, per preservare la struttura sociale nelle comunità di elefanti e non far crescere da soli i più piccoli.
Dagli anni Novanta la Namibia si è impegnata in un importante piano di conservazione degli elefanti che ha portato il loro numero a crescere dai 7.500 del 1995 agli attuali 24 mila, secondo una stima fatta dal presidente del paese, Hage Geingob, al Kasane Elephant Summit che si è tenuto nel 2019 in Botswana. Come ha spiegato lo stesso presidente, però, uno dei pericoli maggiori per gli elefanti in Namibia è la perdita del loro habitat, dovuta ai periodi di siccità che periodicamente coinvolgono il paese (sembra che quella del 2019 sia stata la peggiore da almeno 100 anni). Il pericolo di estinzione degli elefanti, ha detto Geingob, non riguarda solo la Namibia, che insieme a Botswana, Angola, Zambia e Zimbabwe ha nel suo territorio il 75 per cento di tutti gli elefanti del mondo.
Capita spesso quindi che gli elefanti vadano nelle fattorie e nei centri abitati in cerca di acqua (e di nutrimento più in generale, visto che l’aridità causa anche la diminuzione delle aree verdi), causando devastazione nei villaggi. A questi problemi si aggiunge quello del bracconaggio, ovvero la caccia e il commercio illecito, che in Namibia riguarda in gran parte anche i rinoceronti. Il ministro dell’Ambiente Shifeta ha spiegato che serve investire nel tracciamento degli elefanti, per evitare che il bracconaggio abbia impatti negativi sull’economia e sul turismo: le tecnologie richieste sono costose, da cui la necessità di mettere all’asta i 170 elefanti selvatici.
Shifeta ha assicurato che chiunque voglia comprare gli animali dovrà rispettare criteri rigorosi sulle strutture dove verranno tenuti dopo la vendita. Per gli stessi motivi, in ottobre la Namibia aveva messo in vendita 70 bufale e 30 bufali, e nel 2019 durante un periodo di grande siccità aveva messo all’asta mille animali provenienti dai parchi nazionali, tra cui 500 bufali.