Anche l’Austria vuole testare tutta la popolazione
E vuole farlo molto in fretta, per permettere di passare il Natale con meno restrizioni: in alcuni stati i test cominceranno venerdì
Da venerdì 4 dicembre l’Austria comincerà a fare un test di massa sulla popolazione con tamponi antigenici rapidi, per ottenere più informazioni sulla circolazione del coronavirus nel paese, soprattutto fra gli asintomatici, e isolare le persone positive. Il piano dei test di massa è stato fortemente sostenuto dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz e dal suo governo, che ha ordinato 7 milioni di test – l’Austria ha poco meno di 9 milioni di abitanti – con l’idea di eseguirli tutti entro l’ultimo week-end prima di Natale e permettere maggiori riaperture.
I cittadini non saranno obbligati a partecipare allo screening di massa, comunque gratuito per tutti, e per convincerli il governo ha puntato sulla loro responsabilità morale: «Pochi minuti per un test possono impedire che l’intero paese venga bloccato per alcune settimane», ha detto Kurz. Qualcosa di simile è già stato fatto negli ultimi tempi dalla Slovacchia e dall’Alto Adige, che Kurz ha citato come esempi virtuosi per promuovere l’iniziativa austriaca. «I test di massa in Alto Adige sono stati un grande successo con una grande partecipazione della popolazione (360mila partecipanti). Ciò ha permesso loro di riprendere il controllo e ridurre il numero di riproduzione del virus (Rt) da 1,4 a 0,5» ha scritto il cancelliere in un tweet il 28 novembre. Alto Adige e Slovacchia sono riusciti a testare circa due terzi della popolazione, ma hanno rispettivamente 535mila e 5,5 milioni di abitanti. Per l’Austria potrebbe essere più difficile arrivare a numeri così alti.
Die Massentest in Südtirol waren mit einer großen Beteiligung der Bevölkerung ein großer Erfolg – 360.000 haben mitgemacht. Dadurch konnten sie die Kontrolle wiederelangen & den Repoduktionsfaktor von 1,4 auf 05 reduzieren. @ArnoKompatscher https://t.co/qCxHUzMaag
— Sebastian Kurz (@sebastiankurz) November 28, 2020
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Il piano iniziale del governo prevedeva che in tutto il territorio nazionale si cominciasse a testare prima gli insegnanti nel fine settimana del 5 e 6 dicembre, poi gli agenti di polizia, e infine il resto della popolazione il 19 e 20 dicembre. Alcuni dei nove stati federati in cui è divisa l’Austria, tra cui quello della capitale Vienna, hanno però deciso di anticipare i tempi e si sono accordati col governo centrale per poter fare tutti i test da subito: uno dei motivi è che finendo di fare i test entro il 15 dicembre, chi verrà sottoposto alla quarantena di 10 giorni potrà essere liberato prima di Natale. Hans Peter Doskozil, il governatore del Burgenland (lo Stato federato austriaco che confina con l’Ungheria), ha detto: «Facciamo prima i test in modo che quante più famiglie possano festeggiare il Natale come al solito». Il risultato è che ogni stato federato si è organizzato autonomamente.
Cominceranno a fare i test i due stati federati più occidentali dell’Austria, il Vorarlberg e il Tirolo, dal 4 al 6 dicembre. «Ci sembra la data ideale» ha detto il governatore del Tirolo Günther Platter, «perché salva i tirolesi risultati positivi al coronavirus dal dover essere in quarantena durante le vacanze di Natale». Nel Voralberg i punti per poter fare il test saranno 80, aperti dalle 7 alle 17, principalmente in palestre o edifici pubblici; nel Tirolo ci saranno punti in ogni comune (anche più di uno in quelli più popolosi), con orari variabili. Oltre mille persone del settore sanitario saranno in servizio nei tre giorni in Tirolo; chi risulterà positivo al test antigenico verrà informato con sms, email o telefonata e dovrà poi sottoporsi a un tampone molecolare classico.
Nella capitale Vienna (che è uno dei 9 stati federati e da sola conta quasi 2 milioni di abitanti) i test su larga scala saranno invece effettuati fra il 4 e il 13 dicembre, per dieci ore al giorno a partire dalle 8 del mattino. Questo dovrebbe permettere una capacità di 140mila test al giorno: l’aspettativa è che nella capitale almeno 1,2 milioni di persone accettino di sottoporsi al test, circa il 60 per cento dei suoi abitanti. Ci si può registrare online o al telefono e si prenota un orario per evitare code e assembramenti. Saranno 300 i punti allestiti per i tamponi, per esempio nella Fiera o all’arena Wiener Stadtalle, usata solitamente per concerti. Per gestire il flusso di persone, a Vienna il governo manderà l’esercito che sarà aiutato da personale medico per il prelievo dei campioni.
Lo stato del Burgeland, invece, partirà il 5 e il 6 dicembre dagli insegnanti, come da programma iniziale del governo, e testerà il resto della popolazione tra il 10 e il 15 dicembre per evitare che ci siano troppe persone contemporaneamente nei luoghi dei test. Anche l’Alta Austria, che ha 1,4 milioni di abitanti, ha pensato a qualcosa di simile, prevedendo 570 punti per effettuare i tamponi dall’11 al 14 dicembre: verranno impiegate circa 3.500 persone al giorno, tra personale medico e addetti alla registrazione delle persone che si presentano a fare il test. Gli insegnanti potranno invece fare il tampone il 5 e il 6 dicembre, mentre gli agenti di polizia il 7 e l’8.
Gli altri quattro stati federati (Carinzia, Bassa Austria, Salisburghese e Stiria) si sono organizzati per il 12 e il 13 dicembre. Il vicegovernatore della Bassa Austria Stephan Pernkopf ha garantito che saranno impiegati 15mila volontari in 800 punti dove sarà possibile fare il test. Il governatore del Salisburghese, Wilfried Haslauer, ha detto di aspettarsi una partecipazione intorno al 60 per cento della popolazione (circa 300mila persone) e ha anticipato la data per il comune di Annaberg-Lungötz all’1 e 2 dicembre a causa dei molti contagi già registrati nell’area.
Contro la campagna del governo si era inizialmente schierato il partito della destra populista FPÖ (Partito della Libertà Austriaco). Dagmar Belakowitsch, parlamentare e importante esponente di FPÖ, in una conferenza stampa di due settimane fa aveva indirettamente invitato la popolazione a non partecipare allo screening: «Se vuoi festeggiare il Natale in pace, non lasciarti testare». Anche per questo gli stati federati sono stati spinti ad anticipare i test, in modo da rendere meno efficace l’argomento del “Natale in quarantena”. La stessa Belakowitsch ha poi smentito di aver suggerito un boicottaggio dei test di massa.
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Intanto, fino al 6 dicembre, il paese resterà in lockdown totale. La decisione è stata presa a metà novembre, dopo una risalita dei contagi che ha avuto il suo picco nei 9.586 del 13 novembre. Le misure restrittive stanno cominciando a dare i primi risultati e nell’ultima settimana i contagi giornalieri sono rimasti stabilmente intorno ai 4-5mila. Dall’inizio dell’epidemia nel paese sono state contagiate oltre 282mila persone e 3.184 sono morte a causa del Covid-19.