La comunità LGBTQ+ cinese chiede di entrare nel censimento nazionale
Diverse coppie omosessuali stanno dichiarando lo status della loro relazione, ma potrebbero comunque non finire nei conteggi ufficiali
All’inizio di novembre la Cina ha cominciato a censire i suoi 1,4 miliardi di abitanti, un’operazione che avviene una volta ogni dieci anni e che potrebbe durare fino a fine dicembre. Per la prima volta, in occasione del censimento nazionale, organizzazioni e attivisti per i diritti della comunità LGBTQ+ hanno avviato una campagna con l’obiettivo di cercare un qualche tipo di riconoscimento nel paese, chiedendo alle coppie dello stesso sesso di dichiarare lo status della loro relazione. La campagna, che ha adottato lo slogan «non sono coinquilini, sono partner», vorrebbe spingere i politici cinesi a prestare più attenzione ai diritti della comunità LGBTQ+.
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In Cina i membri di coppie omosessuali nascondono spesso lo status della loro relazione, descrivendosi come “coinquilini”, invece che come partner o compagni. Nonostante il governo abbia “legalizzato” l’omosessualità nel 1997 e l’abbia tolta dalla lista ufficiale dei disturbi psichiatrici nel 2001, in Cina non sono mai stati permessi i matrimoni tra persone dello stesso sesso, e in generale non esiste un vero dibattito sui diritti delle persone omosessuali.
Lo scorso anno, la popolarissima piattaforma di microblogging Weibo aveva rafforzato la censura contro i contenuti legati alla comunità LGBTQ+, mentre l’anno precedente il sito di e-commerce Taobao aveva eliminato dalla sua offerta i prodotti con i colori arcobaleno. Alla fine del 2015, ha scritto il Guardian, tutti i contenuti legati all’omosessualità erano stati banditi dai programmi televisivi cinesi.
In Cina, comunque, le richieste di maggiori diritti per la comunità LGBTQ+ sono cresciute e si è iniziato a parlare di legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso attraverso cambiamenti nel codice civile.
Non è chiaro comunque se la campagna per la comunità LGBTQ+ avrà qualche effetto concreto. I moduli usati nel censimento non prevedono infatti l’opzione “coppia” per le coppie omosessuali che vivono nella stessa casa: finora i funzionari incaricati del censimento hanno segnato l’opzione “altro” scrivendo a parte “coppia”. L’ente che si occupa di analisi statistica per il governo cinese ha detto a Reuters che le informazioni aggiunte a mano sui moduli, quindi al di fuori delle risposte predefinite, potrebbero non essere considerate nel conteggio ufficiale.