Una canzone degli Act
Un breve momento nella vita di Claudia Brücken, tra Düsseldorf e La7 passando per Marinetti
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Paul McCartney ha raccontato che dal vivo canta le canzoni dei Beatles così “col pilota automatico” che a volte si distrae (e pensa per esempio a cosa mangerà per cena) e quindi rischia di perdere il filo del testo.
Oggi ho ritrovato questo aneddoto divertente che avevo usato su Playlist e di cui mi ero del tutto dimenticato.
Snobbery and decay
Tre anni fa Claudia Brücken andò a Propaganda, il programma su La7 di Diego Bianchi, per una spiritosa trovata sull’omonimia tra il programma e la band per cui Brücken era diventata famosa in mezzo mondo, trent’anni prima. Fece una versione live e leggerina di Duel, la canzone più famosa dei Propaganda: ma la potenza delle tastiere in quel pezzo non era replicabile in quel contesto.
Brücken è stata tutto sommato una meteora, come successo internazionale: ma si conquistò un grande culto (anche per fascino) e fu al centro di un momento spettacolare e decisivo nella storia della musica e della cultura pop, il cui protagonista fu Trevor Horn, del quale mi capita spesso di scrivere. Per farla breve, Trevor Horn fu il produttore più inventivo degli anni Ottanta, oltre a diverse altre cose, e a un certo punto creò una casa discografica che fu un vero e proprio “progetto”, dandole il nome di una cosa di Filippo Tommaso Marinetti, Zang Tumb Tuum (che, mi perdonino gli eredi, io associo sempre a Tim, Tom e Tumb Rock). Il suo complice in quell’impresa (dentro cui nacquero gli Art of noise e i Frankie goes to Hollywood e la cosa più speciale di Grace Jones, Slave to the Rhythm) fu Paul Morley, giornalista musicale inglese di cui si parla di nuovo in queste settimane perché ha scritto un libro sulla sua tardiva passione per la musica classica.
I Propaganda erano tedeschi traslocati a Londra e divennero subito famosi per un pezzo dark/dance già prodotto da Trevor Horn, Dr. Mabuse, in cui c’era già molta estetica ammiccante di tutte le cose ZTT: new wave, citazioni colte, cosmopolitismo, coolness generale, e Brücken. Gli andò bene di nuovo con Duel, ammorbidendo un po’, e poi ammorbidirono ancora e infine si sciolsero. Nel frattempo Brücken aveva sposato Morley (poi si lasciarono e lei si mise con Paul Humphreys degli OMD, quelli di Enola Gay) e se ne era andata. E la prima cosa che fece fu di formare una nuova band con lo scozzese Thomas Leer – anche lui veniva da cose più toste e punk – che chiamarono Act: divenne un’altra cosa “alla Trevor Horn” ma durò ancora meno, lo spazio di un disco. In quel disco misero questa canzone trionfale (benché parli di decadenza del lusso), grazie in particolare a quel suono da musica di 007.
E insomma, l’ho presa larghissima, perché la canzone ha solo bisogno di essere suonata, forte.
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