Una giudice del lavoro di Palermo ha ordinato a Glovo di assumere un rider a tempo indeterminato
Il tribunale di Palermo ha ordinato a Glovo, la società di consegne, di reintegrare come dipendente a tempo indeterminato un rider che era stato disconnesso dalla app online che smista gli ordini. Il rider si chiama Marco Tuttolomondo, ha 49 anni ed è di Palermo. Secondo un’intervista data a Repubblica, Tuttolomondo era stato bloccato dalla app per i rider una prima volta a marzo, e poi una seconda volta dopo che, a suo dire a causa di un problema tecnico, non aveva versato i soldi delle consegne di una giornata, che ha poi versato due giorni dopo. Senza l’app, un rider non può lavorare.
Siccome Glovo non ha rimosso il blocco della app per alcune settimane, Tuttolomondo ha dapprima diffidato l’azienda, poi si è rivolto al tribunale di Palermo, con la consulenza e il sostegno della Cgil locale. Secondo il sindacato, il blocco del rider sarebbe stata una ritorsione contro il fatto che Tuttolomondo nei mesi scorsi aveva protestato contro le cattive condizioni di lavoro dei rider, partecipando anche a una trasmissione su una tv locale.
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La giudice del lavoro Paola Marino ha deciso di obbligare l’azienda a reintegrare il rider come dipendente a tempo indeterminato, con inquadramento di sesto livello. Glovo dovrà pagare anche un risarcimento. Secondo il sindacato, è la prima volta che un tribunale in Italia ordina un reintegro simile. L’anno scorso, la Corte d’Appello di Torino aveva sostenuto che cinque lavoratori di Foodora, un altro servizio di consegne, dovessero essere inquadrati come lavoratori subordinati.
Glovo ha fatto sapere in un comunicato che attende le motivazioni della sentenza. Secondo l’azienda, il ritardo nello sblocco della piattaforma sarebbe dovuto a un errore tecnico, e non è collegato all’affiliazione sindacale del rider.