Il governo tedesco vuole più donne nei consigli di amministrazione
I partiti di maggioranza hanno trovato un accordo per un disegno di legge, superando lo scetticismo sul tema della stessa Angela Merkel
I partiti che sostengono la maggioranza di governo tedesca hanno concordato un disegno di legge che introdurrà l’obbligo della presenza di almeno una donna nei consigli di amministrazione delle aziende tedesche quotate in borsa. In base allo stesso disegno di legge, di cui però non si conoscono ancora i dettagli, le aziende in cui il governo tedesco possiede una quota di maggioranza dovranno avere almeno il 30 per cento di donne ai loro vertici.
Il Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), che fa parte del governo di grande coalizione insieme all”Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito della cancelliera Angela Merkel, e all’Unione Cristiano-Sociale (CSU), da tempo chiedeva che il governo si impegnasse per garantire una maggiore rappresentanza delle donne nelle posizioni dirigenziali delle aziende, ma nella CDU erano da tempo scettici a riguardo.
Il ministro della giustizia tedesco Christine Lambrecht, dell’SPD, ha detto che la «legge è un enorme successo per le donne in Germania» e non è solo una grande conquista sociale, ma è anche una grande opportunità per le aziende tedesche. Nel 2015 era stata già approvata dal governo una legge che imponeva che gli organi di controllo delle grandi aziende fossero composti per un terzo da donne, mentre chiedeva alle aziende tedesche più piccole di presentare piani per aumentare la presenza femminile nelle posizioni di vertice. L’iniziativa, che era su base volontaria, non aveva avuto però successo, come ammesso anche da Franziska Giffey, ministra della Famiglia, degli Anziani, delle Donne e della Gioventù.
Il Partito dei Verdi ha però criticato il disegno di legge annunciato dal governo dicendo che imporre che almeno una donna sia membro dei consigli di amministrazione delle aziende non è abbastanza. La portavoce e parlamentare dei Verdi, Ulle Schauws, ha detto che il piano avrebbe potuto essere più ambizioso e che ciò che ha previsto il governo è «il minimo».
Nel 2013, l’attuale presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, quando era ministra tedesca del Lavoro e degli Affari sociali, si impegnò per norme che favorissero una maggiore presenza delle donne nei consigli di amministrazione, ma le sue iniziative, nonostante un iniziale supporto di Merkel, furono poi ostacolate dalla CDU.
Secondo una ricerca della Fondazione svedese-tedesca AllBright, le donne in Germania attualmente costituiscono solo il 12,8 per cento dei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa. Sempre secondo lo studio nel Regno Unito sono il 24,5 per cento, negli Stati Uniti il 28,6, in Svezia il 24,9 e in Francia il 22,2. In Italia, secondo uno studio di Spencer Stuart del 2019, nelle prime 100 società italiane quotate in borsa la percentuale di donne che ricoprivano cariche esecutive era dell’11,9 per cento e le donne presidenti erano il 9,9 per cento. Le donne con cariche consiliari erano invece passate dal 32,3 per cento del 2017 al 35,8 per cento del 2018, anche in conseguenza della legge Golfo-Mosca del 2011 che impone che siano donne almeno un terzo dei membri degli organi di governo delle aziende.
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