Perché in India lo zucchero è un problema
Se ne produce molto più di quanto se ne consumi e da anni il governo paga per esportarne milioni di tonnellate
L’India è insieme al Brasile il più grande produttore mondiale di zucchero, ma è anche uno dei paesi con il più basso consumo pro capite e la domanda interna è molto minore dell’offerta. Questo crea da tempo grossi problemi: se tutto lo zucchero in eccesso venisse messo sul mercato, i prezzi crollerebbero con gravi danni per tutta la filiera e per questo il governo è costretto a pagare affinché parte dello zucchero prodotto sia esportato. Ora però, le lobby dei produttori di zucchero stanno cercando una nuova soluzione ai loro problemi: vogliono convincere gli indiani a mangiare più zucchero.
Nel 2019, l’India ha prodotto quasi 28 milioni di tonnellate di zucchero, con un eccesso di circa 5 milioni di tonnellate rispetto alle esigenze del mercato interno (nonostante sia in termini assoluti il più grande al mondo). Come ha spiegato l’Economic Times – il principale quotidiano finanziario indiano –, il problema degli eccessi di zucchero in India è «cronico» ed è peggiorato negli ultimi anni, a causa di un costante aumento della produzione. Se già quest’anno i raccolti sono aumentati anche per via delle abbondanti precipitazioni, per il prossimo anno è stato stimato che la produzione crescerà fino a 31 milioni di tonnellate, aumentando del 13 per cento.
La coltivazione della canna da zucchero dà lavoro a circa 50 milioni di indiani e tutta la filiera di lavorazione e distribuzione impiega altre decine di milioni di persone. Se i produttori decidessero di vendere in India tutto lo zucchero che producono – facendo crescere l’offerta molto oltre la domanda – questo porterebbe a un grosso calo dei prezzi al consumo e avrebbe quindi effetti dannosi su tutta la filiera di produzione. Per questa ragione, da anni, il governo indiano distribuisce ingenti sussidi per favorire l’esportazione di enormi quantità di zucchero, in modo da preservare gli equilibri del mercato interno.
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I sussidi dovrebbero essere rinnovati anche quest’anno, ma le esportazioni potrebbero diventare ancora meno convenienti del solito per via delle ingenti quantità di zucchero che sta esportando il Brasile, che con l’India è il più grande produttore al mondo. Il governo sta cercando altre soluzioni per garantire la stabilità dei prezzi – per esempio aumentando la produzione di etanolo da usare come carburante – ma anche i produttori stanno cercando alternative.
Complessivamente, l’India – il secondo paese più popoloso al mondo dopo la Cina – è il più grande consumatore di zucchero, ma in media ogni indiano consuma 19 chili di zucchero all’anno: molto sotto la media di consumo pro capite, che in altri paesi supera i 23 chili all’anno.
Per far crescere la domanda di zucchero la Indian Sugar Mills Association (ISMA), l’associazione che riunisce i produttori privati e statali di zucchero e ha il ruolo di intermediario tra l’industria e il governo, ha avviato una campagna sui social media e lanciato un apposito sito. La campagna comprende seminari e workshop tenuti da nutrizionisti, endocrinologi e medici, e raccoglie diversi articoli di approfondimento che esaltano le proprietà dello zucchero e spingono a «scoprire la dolcezza nelle nostre vite».
Sul sito e sui profili social di ISMA il consumo di zucchero non è descritto come un pericolo, anzi: se ne parla come un’importante fonte di energia e un alimento naturale che contribuisce al benessere delle persone perché accresce la produzione di dopamina, un po’ come fa un’esperienza piacevole. Per dare l’idea, uno dei post spiega che non sono gli zuccheri a far ingrassare, ma sono le calorie che non vengono bruciate; allo stesso tempo, la campagna punta a disincentivare il consumo di dolcificanti artificiali, che in India sono molto diffusi.
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Malgrado da anni in tutto il mondo siano in corso campagne e iniziative per ridurre i consumi di zucchero, che se assunto in quantità eccessive può causare obesità e diabete, il presidente dell’ISMA, Vivek Pittie, ha detto che lo zucchero è stato una «vittima della diffidenza» e che consumarlo non fa poi così tanto male alla salute. A proposito della pericolosità dello zucchero, l’alto funzionario del ministero dell’Alimentazione, Sudhanshu Pandey, ha invece puntualizzato che circolano numerose «leggende senza alcuna base scientifica» circa i consumi eccessivi.
Al momento del lancio del sito di ISMA, però, Pandey ha anche detto che se il consumo di zucchero pro capite degli indiani raggiungesse la media internazionale la domanda nel paese aumenterebbe di 5,2 milioni di tonnellate all’anno: in questo modo, non solo si abbatterebbero gli eccessi di produzione, ma il governo risparmierebbe anche le grandi somme di denaro che attualmente investe nei sussidi per le esportazioni.