Come il bombardamento di Coventry cambiò la storia europea
Sotto la luna piena del 14 novembre 1940 i nazisti distrussero indiscriminatamente la città inglese, con conseguenze enormi e ancora attuali
di Pietro Cabrio
Fra i tanti eventi che cambiarono il corso della Seconda guerra mondiale ci fu il bombardamento di una città inglese, Coventry, che dalla sera di luna piena del 14 novembre 1940 alla mattina successiva venne distrutta in undici ore ininterrotte di bombardamenti da parte dell’aviazione militare della Germania nazista, la Luftwaffe. Fu il più grave attacco subito dall’Inghilterra nel corso dell’intero conflitto, un bombardamento indiscriminato che distrusse 43.000 edifici e uccise ufficialmente 554 persone.
Per il Regno Unito fu un colpo durissimo, ma da quel bombardamento i rapporti di forza tra le nazioni in guerra iniziarono a cambiare. I metodi usati dalla Luftwaffe per distruggere Coventry — dalla violenza del bombardamento fu coniato il termine tedesco koventrisieren, in italiano coventrizzare: annientare — vennero replicati in modo ancora più cruento dagli Alleati nel colpire le città tedesche. Da una parte questo spianò la strada alla sconfitta del nazismo, ma dall’altro creò profondi dubbi di carattere etico e conseguenze sociali ancora attuali.
Nel novembre del 1940 il Regno Unito si trovava ancora da solo a fronteggiare l’avanzata in Europa della Germania. Dopo la guerra lampo e l’umiliante ritirata delle truppe britanniche dalle coste settentrionali di Francia e Belgio, il categorico rifiuto a trattare la resa del primo ministro Winston Churchill aveva dato inizio alla Battaglia d’Inghilterra, in cui la Luftwaffe tentò di annientare l’aviazione militare britannica per permettere lo sbarco nel Sud dell’Inghilterra delle sue truppe ammassate dall’altra parte del canale della Manica.
Fu la prima grande campagna bellica combattuta interamente da forze aeree. Inizialmente la Luftwaffe tentò di fare arretrare le difese britanniche con bombardamenti mirati alle sue basi aeree settentrionali, le quali però non solo seppero resistere, ma risposero attacco su attacco grazie al sistema di difesa progettato dal comandante britannico Hugh Dowding. In previsione della battaglia, Dowding aveva infatti predisposto una “catena” di oltre cinquanta antenne radar lungo le coste britanniche esposte alle incursioni aeree, potenziata dal dispiegamento di sentinelle che comunicavano alle basi il numero e la rotta dei velivoli nemici. In questo modo la Royal Air Force reagiva tempestivamente agli attacchi, evitando i danni più gravi.
Il 24 agosto 1940 alcuni bombardieri della Luftwaffe finiti fuori rotta bombardarono per errore Londra, causando una decina di morti. La capitale inglese era stata fino ad allora esclusa dai bombardamenti in quanto considerata un obiettivo politico il cui attacco sarebbe potuto partire esclusivamente su ordine di Adolf Hitler. Churchill reagì ordinando il primo bombardamento di Berlino, un attacco simbolico ma di grande effetto sulla popolazione tedesca, dopo il quale Hitler diede l’ordine di attaccare Londra senza nessuna riserva. Il 4 settembre, allo Sportpalast di Berlino, disse: «Se la Royal Air Force ci lancia 2.000, 3.000 o 4.000 chili di bombe, noi ne lanceremo 150.000, 250.000, 300.000 in più in una sola notte. Arriverà il momento in cui uno di noi si spezzerà, e non sarà la Germania».
Nel frattempo, dopo i primi infruttuosi attacchi, Hermann Göring, fondatore e comandante della Luftwaffe, aveva cambiato strategia. Per evitare di allertare l’avanzato sistema di difesa britannico, ordinò di attaccare le coste inglesi da est e di notte, sfruttando il sistema di navigazione chiamato Knickebein (in italiano “gamba storta”). Questo sistema radio rudimentale sviluppato in origine dalla compagnia aerea Lufthansa trasmetteva due onde convergenti di punti e linee che i piloti tedeschi dovevano seguire fino alla loro intersezione, che coincideva con il punto scelto in cui sganciare le bombe. Fu così che dal 7 settembre 1940 Londra iniziò a essere bombardata ogni sera per quasi due mesi, e con lei anche le grosse città industriali di Liverpool, Birmingham, Sheffield e Coventry.
All’epoca la popolazione di Coventry era stimata tra i 190.000 e i 250.000 abitanti. Era uno dei maggiori centri industriali nel Regno Unito e contribuiva in modo decisivo allo sforzo bellico. Le sue industrie siderurgiche, la produzione in larga scala di munizioni e il suo ruolo nell’industria aeronautica e ingegneristica ne fecero un obiettivo primario per gli attacchi nemici. Nel corso della Battaglia d’Inghilterra, Coventry venne colpita duramente, ma a novembre l’impeto degli attacchi tedeschi era diminuito e la fase saliente della battaglia sembrava conclusa: l’eventuale invasione del Regno Unito avrebbe infatti dovuto attendere in ogni caso la fine dell’inverno.
La guerra tuttavia era appena iniziata e l’aviazione tedesca poteva e doveva ancora colpire i punti strategici di un paese nemico che prima o poi sarebbe potuto tornare a combattere nel continente. Secondo le cronache locali dell’epoca, la sera del 14 novembre Coventry era illuminata da una luna piena resa particolarmente luminosa dal cielo limpido: le condizioni ideali per l’attacco che la Luftwaffe aveva pianificato esattamente per quel giorno con il nome in codice di Sonata al chiaro di luna.
Quasi cinquecento bombardieri partirono dalle basi nell’Europa occupata per colpire le industrie e le principali infrastrutture cittadine, ma se già alla luce del giorno i bombardamenti mancavano i bersagli di diversi chilometri, al buio il coinvolgimento dei centri abitati era scontato, se non intenzionale. Alle sette di sera furono sganciati i razzi di segnalazione sopra la città: la popolazione fu allertata ma la difesa britannica non riuscì a interrompere i segnali radio tedeschi e nel buio la contraerea fu poco efficace. Iniziò quindi un bombardamento pressoché indisturbato e ben pianificato per tutta la sua durata.
Le prime bombe a colpire Coventry furono quelle più pesanti e altamente esplosive, usate per creare squarci negli edifici, crateri lungo le strade e per interrompere acquedotti, linee elettriche e telefoniche. Poi toccò alle bombe incendiarie al magnesio e al petrolio, che diedero fuoco a fabbriche e palazzi. La concentrazione degli edifici creò presto diversi grandi incendi e le correnti di aria generate dalle fiamme provocarono tempeste di fuoco in grado di abbattere muri e scoperchiare tetti. I primi soccorritori furono infine sorpresi dalle mine aeree lanciate in ultima battuta, che esplodevano a mezz’aria alimentando gli incendi.
All’alba del 15 novembre Coventry era distrutta e con essa la sua Cattedrale di San Michele, costruita tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo. Per spegnere gli incendi ci vollero alcuni giorni, durante i quali la città rimase rovente e oscurata dalle nubi di fumo e polvere. Secondo le testimonianze dei piloti tedeschi, durante l’attacco l’odore e il calore degli incendi arrivò fin dentro le loro cabine a duemila metri di altitudine. Colpita da almeno 150 bombe altamente esplosive e 3.000 incendiarie, Coventry divenne così la prima grande città rasa al suolo dal cielo.
Circa un anno più tardi, il 7 dicembre 1941, la Seconda guerra mondiale subì però la sua prima grande svolta con l’entrata in guerra degli Stati Uniti. Nei mesi precedenti le truppe naziste ammassate in Francia in attesa di invadere il Regno Unito erano state dislocate altrove in vista della campagna di Russia del 1942, un’operazione nella quale la Germania si trovò presto intrappolata. Nello stesso anno Churchill nominò a capo dei bombardieri britannici Arthur Harris, la cui linea strategica era ben conosciuta nell’ambiente. In occasione del suo insediamento da comandante, disse: «In molti sostengono che le guerre non si vincono con i bombardamenti. La mia risposta è che nessuno ci ha mai provato. La Germania servirà da primo esperimento. Hanno seminato vento e ora raccoglieranno tempesta».
Per Harris centri urbani e industriali nemici non facevano differenza: le città erano essenziali allo sforzo bellico tanto quanto le fabbriche, e così i suoi abitanti, come aveva potuto osservare a Coventry, messa fuori uso per anni. La spinta aggressiva della Germania, inoltre, sembrava non fermarsi mai, come venne dimostrato con le ultime disperate offensive nei mesi finali del conflitto. Churchill si oppose alla linea dura di Harris fino alla Conferenza di Yalta, quando con il presidente statunitense Franklin D. Roosevelt accettò di aiutare l’avanzata sovietica con il bombardamento delle grandi città tedesche appena dietro il fronte orientale, per bloccare ogni tipo di rifornimento dalle retrovie. Tra queste città ci fu Dresda, la capitale della Sassonia, sulla quale i bombardieri di Harris uniti a quelli americani replicarono le stesse identiche modalità usate per la prima volta nel bombardamento di Coventry, ma in scala incredibilmente maggiore.
Quello di Dresda del 13 febbraio 1945 fu il più devastante bombardamento concentrato della Seconda guerra mondiale. In una notte più di ottocento aerei inglesi scaricarono sopra la città circa 1.500 tonnellate di bombe esplosive e 1.200 tonnellate di bombe incendiarie; il giorno dopo la città fu attaccata nuovamente dagli americani, che in quattro raid la colpirono con altre 1.250 tonnellate di bombe in un attacco talmente martellante e impreciso che alcuni aerei finirono per colpire Praga. Morirono più di 22.000 persone e in città si continuò a rinvenire cadaveri fino agli anni Sessanta.
A Dresda gli Alleati agirono indiscriminatamente contro la popolazione come fino ad allora avevano fatto le truppe naziste, generando un dilemma ancora oggi discusso e sospeso tra i valori difesi dai giusti e la necessità di vincere la guerra e sconfiggere il nazismo. La distruzione di Dresda in particolare ebbe gravi ripercussioni economiche e sociali, influenti ancora oggi. È per esempio la città tedesca con la maggior concentrazione di movimenti populisti e nazionalisti. Nel 2019 il suo consiglio comunale ha affermato che «le azioni violente e gli atteggiamenti antidemocratici, antipluralisti e misantropici dell’estrema destra accadono con una frequenza sempre maggiore». Fra le ragioni dietro la popolarità di questi movimenti, l’eredità lasciata dai bombardamenti è ritenuta una delle cause più influenti, per come continua a creare consenso attorno alla propaganda neonazista.