La storia di Auguste Rodin
Un ripasso per ricordare uno dei più importanti scultori di sempre, nel giorno del 180esimo anniversario della sua nascita
Auguste Rodin, scultore e pittore francese, nacque il 12 novembre del 1840 a Parigi. È stato uno dei più importanti artisti del Diciannovesimo secolo ed è tutt’ora uno dei più famosi scultori al mondo, in particolare grazie alla sua opera Il pensatore.
Rodin – il suo nome completo era François-Auguste-René Rodin – iniziò fin da bambino a mostrare una particolare inclinazione per il disegno e frequentò la «Petite Ècole», dove studiò disegno e pittura. Lasciò la scuola nel 1857 – anche in seguito alle divergenze con alcuni docenti che prediligevano la corrente neoclassica da cui Rodin si era presto emancipato sviluppando nuovi stili – e nei 20 anni successivi lavorò principalmente come artigiano e decoratore.
In quel periodo Rodin aderì anche alla Congregazione del Santissimo Sacramento, istituto maschile di diritto pontificio concentrato principalmente sulla promozione della centralità dell’Eucarestia. Il fondatore della Congregazione, Pierre-Julien Eymard (che sarebbe stato poi santificato nel 1962), si rese presto conto delle abilità di Rodin e lo invitò a proseguire nello studio e nell’approfondimento della scultura, che gli stavano molto più a cuore delle opere della Congregazione.
Rodin abbandonò l’istituto, tornò a lavorare come artigiano e intanto prese lezioni da Antonine-Louis Barye, molto conosciuto per le sue sculture di animali, che avrebbero poi influenzato il lavoro dello stesso Rodin.
A metà degli anni Sessanta dell’Ottocento conobbe una sarta con cui sarebbe rimasto insieme per tutta la vita, e con la quale ebbe un figlio. Nel 1866 divenne assistente capo nello studio d’arte di Albert-Ernest Carrier-Belleuse, che realizzava e vendeva grandi quantità di oggetti d’arte. Rodin si occupava principalmente della progettazione di decorazioni per interni. Per un breve periodo fu arruolato nell’esercito per combattere la Guerra franco-prussiana, ma fu presto congedato a causa della sua forte miopia. Le ristrettezze portate dalla guerra fecero diminuire la domanda per gli oggetti d’arte e le decorazioni, cosa che portò a diverse difficoltà economiche per Rodin.
Per provvedere alla propria famiglia, Rodin accettò la proposta di Carrier-Belleuse di trasferirsi temporaneamente in Belgio per svolgere alcuni lavori nell’area di Bruxelles. Rimase nel paese per circa sei anni, un periodo che si rivelò fondamentale per far conoscere la propria arte.
Anche grazie ad alcuni contatti e nuovi impieghi, Rodin ebbe modo di mostrare le proprie opere nei saloni d’arte e con il denaro ricavato dai propri lavori si poté permettere un viaggio in Italia nel 1875. Vide dal vero i lavori di Donatello e Michelangelo, che lo avrebbero influenzato molto per la realizzazione delle sue successive sculture.
Rodin tornò a Parigi nel 1877 e dopo diverse traversie e un’accusa di plagio, nel 1880 ottenne da Carrier-Belleuse un lavoro come progettista presso la fabbrica di porcellane di Sèvres, ora guidata dal suo vecchio datore di lavoro. Grazie al lavoro di Rodin la fabbrica divenne ancor più richiesta in tutta Europa per i suoi manufatti. Negli anni seguenti partecipò a diversi saloni d’arte parigini, ottenendo importanti contatti per promuovere e far conoscere ulteriormente le proprie opere e ottenere commissioni.
Negli ultimi anni Rodin ottenne, con alterni esiti, un certo seguito anche negli Stati Uniti grazie all’interessamento di una curatrice d’arte di Chicago che si diede da fare per farlo conoscere sul mercato americano. Divenne conosciuto anche nel Regno Unito, mentre in Francia avviò collaborazioni con la Société Nationale des Beaux-Arts. Nell’autunno del 1917 si ammalò di influenza ed ebbe successivamente alcune complicazioni polmonari, che ne causarono la morte il 17 novembre dello stesso anno.
Rodin ebbe un ruolo fondamentale nella scultura del Diciannovesimo secolo. Abbandonando secoli di tradizione legata all’idealismo delle forme del corpo umano dell’epoca classica e alla bellezza decorativa del Barocco e del neo-Barocco, tornò all’estetica del singolo mettendo in evidenza le vere forme e la concretezza del fisico umano.
Sfruttando giochi di luce e ombre, cercava di svelare la personalità dei soggetti delle sue sculture, lasciando che fossero il corpo umano, le posizioni e la tensione dei muscoli a comunicare con l’osservatore. Ai suoi modelli Rodin chiedeva spesso di muoversi nello studio, invece di assumere le classiche posizioni fisse e ferme da accademia. Faceva bozzetti in pochi minuti con la creta, che diventavano poi la base per le sue opere, realizzate di solito in bronzo.
Tra i suoi lavori più conosciuti e apprezzati ci sono I borghesi di Calais, Il bacio, la Maschera dell’uomo dal naso rotto, La mano di Dio e Orfeo ed Euridice. Tuttavia, Rodin è principalmente conosciuto per Il pensatore.
La statua inizialmente avrebbe dovuto far parte di un grande portale in bronzo commissionato a Rodin per un museo d’arti decorative a Parigi, che non fu poi realizzato. Il portale avrebbe mostrato diverse scene ispirate alla Divina Commedia, tra le quali un Dante assorto nei propri pensieri davanti alle porte dell’Inferno.
Il soggetto rappresentato nel Pensatore è un uomo nudo, seduto, con il mento appoggiato sul dorso della propria mano destra mentre guarda verso il basso. L’opera è ispirata alla figura del Pensieroso scolpita da Michelangelo che si trova oggi nella basilica di San Lorenzo a Firenze. Il pensatore si emancipò presto dal progetto originario, assumendo una nuova portata simbolica: l’essere umano che pensa al proprio destino e a ciò che lo attende.
Una prima versione in gesso dell’opera fu realizzata da Rodin intorno al 1880, mentre la fusione in bronzo risale al 1902. Mostrato al pubblico due anni dopo e successivamente acquisito dalla città di Parigi, fu esposto nel 1906 all’esterno del Panthéon e successivamente trasferito in quello che sarebbe diventato il Museo Rodin. Esistono più di 20 fusioni del Pensatore distribuite nei musei di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Turchia. In Italia una copia è conservata presso la Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia.