Cosa farà Trump adesso
Non ha riconosciuto la sconfitta né invitato Biden alla Casa Bianca, come vorrebbe la prassi: ma davanti a sé non ha molte opzioni
A differenza della stragrande maggioranza dei suoi predecessori, Donald Trump non ha ancora riconosciuto la sconfitta alle recenti elezioni presidenziali degli Stati Uniti, che i network televisivi hanno assegnato con sicurezza al candidato Democratico Joe Biden. Dal momento in cui la vittoria di Biden è sembrata certa, Trump ha ribadito le stesse cose false e fuorvianti che dice da giorni, accusando i Democratici e Biden di brogli senza fornire alcuna prova.
Nonostante la sua posizione sembri la stessa da giorni, attorno a lui si stanno muovendo molte cose e persone, preparandosi all’inevitabile conclusione del suo mandato.
I giornali americani hanno descritto la situazione alla Casa Bianca come caotica. «Non c’è stato alcun documento o riunione per spiegare allo staff come muoversi», ha raccontato Bloomberg. «Il vuoto ha lasciato i dipendenti della Casa Bianca incerti su cosa succederà a breve».
Molti stanno già cercando un nuovo lavoro. Alcuni si sono già dimessi, come il vice assistente personale di Trump Ja’Ron Smith, l’afroamericano più alto in grado nella Casa Bianca. «Uno dei suoi colleghi ha detto che le dimissioni erano previste da tempo, ma altri le hanno interpretate come l’inizio di un lento esodo che si concluderà con il giorno dell’insediamento del nuovo presidente», ha scritto il New York Times.
Non è chiaro se Trump prenderà una decisione a breve sui suoi prossimi passi. Alcuni leader Repubblicani come l’ex governatore del New Jersey Chris Christie lo hanno scoraggiato, parlandone in diretta tv, a imbarcarsi in lunghe, costose e inutili battaglie legali per contestare il risultato del voto negli stati più in bilico. Altri continuano a difenderlo pubblicamente, ma non è chiaro cosa gli stiano suggerendo di fare in privato.
Il New York Times scrive che da due giorni Trump passa la maggior parte del suo tempo nella residenza privata del presidente a guardare la tv e parlare al telefono con i suoi collaboratori più stretti: i suoi figli, l’ex responsabile della sua campagna elettorale del 2016 Kellyanne Conway, i dirigenti della sua attuale campagna, la storica assistente Hope Hicks, e pochi altri. CNN sostiene che Jared Kushner, marito di sua figlia Ivanka e suo fidato collaboratore, gli abbia parlato della possibilità di riconoscere la sconfitta, ma la notizia non è stata confermata da altre fonti.
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Al momento Trump non ha in programma di invitare alla Casa Bianca il suo successore, come vorrebbe la prassi dei passaggi di consegne. Non è nemmeno chiaro se Trump riconoscerà la sconfitta con un discorso pubblico e persino se sarà presente al giorno dell’insediamento di Biden. Ma nessuno dei collaboratori di Trump con cui ha parlato il New York Times ritiene che proverà a «bloccare» l’insediamento di Biden. Anche perché non c’è molto che possa fare: il 14 dicembre i cosiddetti «grandi elettori», quelli scelti da ciascuno stato in base ai risultati elettorali, indicheranno Biden come il prossimo presidente. Il 6 gennaio 2021 il vicepresidente Mike Pence certificherà il voto al Senato. Il 20 gennaio scadrà il mandato da presidente di Trump. Nessuno si aspetta che gli eventuali ricorsi di Trump per contestare il voto vadano da qualche parte, oppure che il presidente in carica si rifiuti di cedere il potere pacificamente.
Nonostante la confusione e l’atteggiamento di Trump, infatti, la sua amministrazione ha già avviato il percorso necessario per il passaggio di consegne con lo staff di Biden. Esiste già un responsabile per la transizione, il funzionario della Casa Bianca Chris Liddell, e ai collaboratori di Biden è già stato assegnato un ufficio al dipartimento del Commercio.
Una volta che il capo dei funzionari civili della Casa Bianca riconoscerà ufficialmente Biden, inoltre, si metteranno in moto alcuni passaggi previsti dal Presidential Transition Act del 1963: a Biden verranno assegnati nuovi fondi, uffici e personale per agevolare la successione e consentire alla sua amministrazione di essere in pieno controllo del paese già dalle prime ore del suo mandato. Contattato dal Washington Post, un portavoce della Casa Bianca ha detto che l’amministrazione Trump «sta eseguendo tutti i passaggi richiesti per legge» e che «accetterà il risultato delle elezioni se si stabilirà che si sono svolte in maniera corretta».
Certo, Trump potrebbe decidere di sabotare gli sforzi dei suoi funzionari che si occupano del passaggio di consegne, o sfruttare i due mesi che gli rimangono da presidente per piccoli o grandi sgambetti, piccinerie, vendette. Ma il suo margine di azione sarà molto ridotto, dato che il Congresso è sospeso in attesa che si insedi quello nuovo, a gennaio, e tutti i leader politici dentro e fuori dagli Stati Uniti sanno bene che fra tre mesi la Casa Bianca sarà occupata da un’amministrazione molto diversa da quella attuale.
Ci sono dei piccoli segnali, comunque, che Trump si stia abituando all’idea che non ci sia più molto da fare. Dopo aver valutato di tenere uno dei suoi partecipatissimi comizi, alcuni collaboratori hanno raccontato al New York Times che passerà invece qualche giorno nel suo club di Mar-a-Lago, in Florida.