Cos’è questa storia dei «300mila voti scomparsi» negli Stati Uniti
Ne hanno parlato sia i giornali statunitensi sia quelli italiani, ma non ci sono motivi per pensare che condizioneranno il risultato finale
Nei giorni scorsi diversi giornali italiani hanno scritto che durante lo scrutinio delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, ancora in corso negli stati più in bilico, sarebbero andati persi circa 300mila voti spediti per posta: una cifra che sembra suggerire un problema di dimensioni enormi, che potenzialmente potrebbe incidere sul risultato finale delle elezioni. In realtà la questione è più complicata di come sembra, e ci sono buone ragioni per credere che le schede coinvolte non risulteranno decisive sul conteggio finale.
Sono state le stesse Poste, il giorno delle elezioni, a comunicare a un giudice federale che 300mila schede spedite per posta erano state ricevute dagli uffici postali ma non erano state «scannerizzate in uscita»: cioè non erano state marcate come inviate agli uffici elettorali che avrebbero dovuto scrutinarle. Questo non significa, però, che tutte e 300mila siano andate perse.
In un comunicato stampa, le Poste hanno fatto sapere che «l’affermazione che ci siano schede non scrutinate rimaste nella rete postale non è accurata»: sostengono infatti che per velocizzare la consegna delle schede negli uffici elettorali, molte di queste siano state consegnate «direttamente» a mano dai dipendenti delle Poste, senza essere «scannerizzate in uscita».
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Lo ha confermato anche il dirigente delle Poste incaricato della gestione dei voti postali, Kevin Bray, che durante una testimonianza davanti a un tribunale federale nel distretto di Columbia ha raccontato che il suo ufficio aveva già messo in conto che alcune schede non sarebbero state «scannerizzate in uscita» per essere consegnate in tempo agli uffici elettorali (gli stati che non accettano voti via posta arrivati dopo il giorno delle elezioni sono 28, secondo un calcolo del Washington Post). Anche il presidente del sindacato dei lavoratori delle Poste, Mark Dimondstein, ha confermato a CNN che un numero così alto di schede non registrate in uscita indica probabilmente che siano stati saltati alcuni passaggi in modo da consegnarle in tempo.
Non tutti sono convinti della spiegazione fornita dalle Poste. «Non abbiamo modo di sapere se queste schede devono farci preoccupare o meno», ha detto Allison Zieve, avvocata del NAACP, una delle più importanti associazioni statunitensi per i diritti civili, responsabile di avere costretto le Poste a spiegarsi davanti al tribunale.
Secondo un’analisi del Washington Post, però, «anche nello scenario peggiore in cui tutte le schede scomparse in un certo stato siano andate perse» è improbabile che il risultato delle elezioni venga condizionato.
La maggior parte delle schede che non sono state scannerizzate in uscita provengono infatti da stati in cui il margine fra i due candidati è molto molto ampio, come in California (90mila schede soltanto fra Los Angeles e San Diego) e Utah, due stati vinti con amplissimo distacco rispettivamente da Joe Biden e Donald Trump.
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In base alle stime del Washington Post circa 81mila delle 300mila schede provengono da stati ancora in bilico: sembra una cifra notevole, ma va spalmata su sette stati il cui risultato era ancora in sospeso mercoledì pomeriggio, quando il Washington Post aveva fatto i calcoli, e dove oggi Biden è risultato vincitore con un margine ampio (è il caso del Michigan, circa 150mila voti) oppure è dato in vantaggio di decine di migliaia di voti: come in Pennsylvania, dove le schede postali non scannerizzate sono circa 11mila ma secondo le ultime stime Biden dovrebbe vincere con un distacco compreso fra 70mila e 100mila voti.
In Georgia, forse lo stato più in bilico in assoluto, le schede postali che non sono state scannerizzate in uscita sono state 6.624: un numero che in effetti potrebbe creare qualche preoccupazione, visto che il vantaggio di Biden al momento è di circa 7.200 voti, ma bisogna considerare che in base alle informazioni che abbiamo molte, tra le 6.624 schede, sono state probabilmente consegnate agli uffici elettorali di competenza.
Se però, come sembra, alla fine il vincitore delle elezioni sarà Joe Biden, sarà molto difficile che qualche centinaio di voti possa ribaltare la situazione, dato che secondo le tendenze del voto postale osservate dagli analisti la possibilità di votare a distanza è stata utilizzata soprattutto dagli elettori Democratici.