I dati della settimana sul coronavirus in Italia
I contagi continuano ad aumentare ma sembra stiano un po' rallentando, la Lombardia ha registrato oltre 50mila casi
Negli ultimi sette giorni in Italia sono stati registrati 208.284 casi di contagio da coronavirus, il 38% in più rispetto alla settimana precedente. I casi continuano ad aumentare, ma l’incremento settimanale si è ridotto per la terza settimana consecutiva, se si prendono in considerazione come in questo calcolo i casi tra venerdì e giovedì.
È passato un mese dalle prime nuove restrizioni decise dal governo per contenere i contagi, e meno di due settimane da quelle più rigide applicate finora, che hanno previsto la chiusura di palestre e piscine, dei ristoranti dopo le 18, e la didattica a distanza al 75% per le scuole superiori. Dovrebbero quindi iniziare a vedersi gli eventuali effetti, a differenza dei provvedimenti che di fatto hanno messo in lockdown Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria, in vigore da troppi pochi giorni.
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I casi continuano comunque a essere troppi perché l’attività di contact tracing funzioni: da settimane è saltata in diverse regioni, e risale a ieri la decisione del comune di Milano di non fare più il tampone ai contatti stretti delle persone positive, cosa che peraltro succede – senza che sia formalizzata – in tante zone d’Italia.
I decessi, un indicatore più affidabile di quello dei contagi per capire l’andamento dell’epidemia, sono stati 2.070 negli ultimi sette giorni, il 79% in più della settimana precedente (nei sette giorni prima erano saliti del 94%).
I ricoverati nei reparti ordinari sono saliti del 46%, quelli in terapia intensiva del 45% e sono arrivati a 2.391, un numero che non veniva raggiunto dal 22 aprile, quando però la situazione era molto diversa perché si concentravano in poche regioni. Oggi invece i ricoverati nelle terapie intensive sono più distribuiti, ma comunque in diverse regioni hanno superato abbondantemente la soglia del 30% della capienza massima, considerata quella oltre la quale gli ospedali vanno in affanno.
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Secondo le stime del Sole 24 Ore – stime perché i posti in terapia intensiva vengono aumentati e attivati con costanza – la percentuale di ricoverati per COVID-19 in provincia di Bolzano è al 60%, in Valle d’Aosta è al 55%, in Umbria e in Lombardia è quasi al 50%, in Piemonte al 40%, in Liguria e nelle Marche al 37%, in Campania al 35%.
Il dato sul tasso di positività dei tamponi – cioè su quanti risultano positivi sul totale di quelli fatti – è arrivato quasi al 16%, e anche se è un indicatore parziale indica che le operazioni di test continuano a concentrarsi sulle persone che già manifestano sintomi, e raggiungono sempre meno gli asintomatici.
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Questa settimana la Lombardia ha registrato oltre 55mila casi, il 41% in più della scorsa settimana. Sono più del doppio di quelli della Campania, dove l’aumento rispetto ai 7 giorni precedenti è stato del 46%. In Liguria i 16.784 casi sono stati il 182% in più di quelli della settimana prima.
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Le province con più casi nelle ultime due settimane in rapporto alla popolazione sono Monza e Brianza (1.421), Varese (1.280), Aosta (1.260), Milano (1.259) e Prato (1.129). Como, Bolzano, Torino, Genova, Firenze, Pisa, Pistoia, Arezzo e Caserta sono quelle appena sotto, tra i 900 e i 1.050.
I tamponi continuano a crescere, sono stati oltre un milione e 364mila nell’ultima settimana, somministrati a oltre 839mila persone che finora non erano state testate.