Una pubblicità ha creato qualche problema al Tempo
«Il file è stato distrutto, le stampe addirittura bruciate», ha scritto per scusarsi il direttore Franco Bechis
Nell’edizione di martedì 3 novembre del quotidiano romano Il Tempo una pubblicità della casa editrice Herald Editore – un editore romano specializzato in testi sul fascismo, spesso celebrativi – ha creato un certo imbarazzo al giornale per il gioco di parole blasfemo contenuto nel messaggio.
Dopo le segnalazioni ricevute in giornata e le battute circolate online sulla bestemmia che era evidentemente sfuggita a tutti nel giornale (che ospita spesso inserzioni di questo editore), il direttore Franco Bechis ha pubblicato delle scuse e annunciato un rogo: «Devo ringraziare i lettori che si sono accorti di quello che a noi era sfuggito: una pagina di pubblicità insulsa che voleva promuovere libri con un cane che li leggeva ma nell’infelicissimo slogan che non so quale mente abbia potuto partorire si è scelto un gioco di parole che ai più è sembrato — ed era — una bestemmia. Non lo cito né riproduco l’immagine per non creare altra ferita. Mi sono sentito io offeso come cattolico praticante e sono umiliato per avere recato involontariamente questa offesa ai lettori. Non posso che scusarmene, e garantire che questo non potrà più accadere: è stato possibile questo incidente solo perché quella pagina è arrivata in tipografia senza preventiva visione della direzione, che l’ha vista come voi lettori il giorno dopo sul nostro quotidiano. Il file di questa pubblicità è stato distrutto, le stampe addirittura bruciate».