Le bufale sull’energia che potreste sentirvi dire da un call center
Come «abbiamo fatto un’attenta analisi e con noi risparmierebbe il 30%»: con alcune dritte è facile evitare di farsi ingannare
A molti è capitato almeno una volta di rispondere al telefono e sentirsi dire cose come: «Abbiamo fatto un’attenta analisi e con noi come fornitori di luce e gas risparmierebbe il 30%». O di trovare sul pianerottolo di casa un venditore che chiede di poter vedere le bollette perché pensa di poter offrire un servizio di fornitura più conveniente. Anche quando ci si rende conto delle logiche commerciali dietro a queste proposte si rischia di uscirne con le idee confuse. Nel migliore dei casi, almeno: nel peggiore si rischia di cambiare il proprio fornitore senza accorgersene.
Nel mondo dell’energia, capita che gli agenti porta a porta e gli operatori dei call center sfruttino il fatto che la maggior parte delle persone non sa granché di tariffe, normative e mercato libero per dare informazioni inesatte e guadagnare nuovi clienti inconsapevoli. Ovviamente non tutti gli operatori si comportano in modo disonesto, e non ha senso prendersela con l’intera categoria, ma il fenomeno esiste. Secondo Federconsumatori, il settore dell’energia ha da tempo un grave problema di mancanza di trasparenza, sia nei messaggi pubblicitari che nei contratti, ed è uno di quelli più colpiti da frodi, insieme a quello della telefonia.
Lo dimostrano anche numerose segnalazioni raccolte negli ultimi mesi da NeN, una nuova società fornitrice di luce e gas che sta cercando di farsi conoscere con un approccio comunicativo del tutto opposto a quello della maggior parte dei suoi concorrenti. NeN pensa che non ci sia nulla di più efficace per acquisire nuovi clienti che dire le cose come stanno in modo chiaro. Per questo ha promosso una campagna contro le bufale del mondo dell’energia, per aiutare i meno esperti a non farsi fregare e dare loro delle dritte su come evitare eventuali imbrogli. Sul suo blog e sui social network, pubblica periodicamente le bufale più clamorose, soprannominate “Golden Balls”, una traduzione molto libera di “balle d’oro”.
Una dimostrazione inconfutabile della scarsa trasparenza degli operatori che vendono contratti di energia NeN l’ha avuta dai tanti che hanno detto di aver ricevuto chiamate proprio da loro. «È una bufala perché NeN non chiama nessuno» ha precisato uno dei fondatori, Daniele Francescon, «i clienti di NeN ci hanno scelti liberamente, senza telefonate all’ora di pranzo e senza agenti porta a porta». Evidentemente, lo scopo dei venditori che dicevano di chiamare per conto di NeN era far ottenere un contratto a qualcun altro. Ma di cose non vere che si possono sentire da qualcuno che cerca di vendere un contratto di luce e gas ce ne sono di peggiori: eccone cinque, spiegate.
«Abbiamo fatto un’attenta analisi e con noi risparmierebbe il 30%»
La prima cosa da sapere in questi casi è che in nessun modo un fornitore può avere accesso al contratto o ai consumi di una persona che non è sua cliente. E se non sa quanto consumate e quanto spendete, come fa a fare un’analisi e a scoprire che potreste risparmiare? Nella maggior parte dei casi chi dice queste cose sta mentendo — a meno che, appunto, non sia il vostro fornitore di energia. Far presente questa cosa può mettere in difficoltà l’operatore e farvi rendere conto di quanto poco oneste fossero le sue intenzioni fin dall’inizio.
L’unico modo per conoscere i consumi e le spese di un appartamento è leggere le bollette, ma anche qui bisogna stare molto attenti e valutare la situazione. Sulle bollette infatti è riportato un codice che si chiama POD per la luce e PDR per il gas, che cambia da utente a utente e serve insieme ai dati personali per fare un passaggio da un fornitore a un altro (il cosiddetto switch). Gli agenti che si presentano alla porta e chiedono di poter vedere le bollette potrebbero farlo proprio per avere accesso a quel codice, e poi sfruttarlo per farvi passare al fornitore per cui lavorano senza che neanche ve ne accorgiate.
Anche sul sito di NeN, a chi vuole avere un preventivo calibrato sui propri consumi viene chiesto di caricare la bolletta, ma c’è una spiegazione. Il contratto di NeN infatti si basa sul calcolo di quello che il cliente spenderebbe in un anno: il totale viene diviso per 12 e il risultato diventa il costo della fornitura al mese per l’anno successivo. Per il primo anno di contratto, NeN non ha altri elementi per calcolare i costi se non quelli che gli dà il cliente con le sue bollette: col dato sui consumi e altri dati personali l’algoritmo di NeN riesce a restituire un preventivo coerente con i bisogni di chi lo richiede. Se invece temete che anche NeN possa attivare una fornitura senza il vostro consenso, qui vi spiegano perché non gli conviene.
«Domani finisce il mercato tutelato, se non passa subito al libero resterà senza luce e gas»
La differenza tra mercato tutelato e mercato libero dell’energia non è chiarissima a tutti e frasi del genere possono mandare un po’ in confusione. La cosa più importante da sapere in questi casi è che il mercato tutelato per i privati non andrà da nessuna parte almeno fino al primo gennaio del 2022, quindi prima di quella data non c’è nessuna fretta di cambiare fornitore. E anche da quel giorno, in ogni caso, il passaggio non avverrà all’improvviso e nessuno staccherà la luce a nessuno. In generale chi fa leva sulla paura delle persone di rimanere improvvisamente senza luce e gas sta mentendo perché nel mercato dell’energia il cambio di fornitura è per legge gratuito e senza interruzione del servizio.
Per un’infarinatura generale sul mercato dell’energia elettrica, basta sapere che prima del 2007 in Italia c’era solo il cosiddetto mercato tutelato, ovvero un mercato di cui facevano parte pochi fornitori con tariffe regolate da un unico ente statale, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA). Dal 2007 in poi, al mercato tutelato si è affiancato il mercato libero, di cui hanno cominciato a fare parte sempre più aziende che, entro certi vincoli, scelgono le proprie tariffe e le proprie condizioni contrattuali. Con la fine del 2021 il mercato tutelato non dovrebbe più esserci (usiamo il condizionale perché la sua cancellazione è stata posticipata più volte in passato), quindi per allora tutti quelli che non l’hanno già fatto dovranno aver scelto il fornitore del mercato libero a cui passare. Ma, come dicevamo, non è urgente.
«Il suo fornitore affitta gli impianti da noi, quindi le fa pagare un sovrapprezzo»
Anche questa bufala si basa sul fatto che la maggior parte delle persone non sa come funziona la vendita di energia in Italia. Per avere un’idea generale, serve sapere che ci sono tre parti che collaborano: i produttori che creano l’energia da fonti convenzionali o rinnovabili, i distributori che si occupano delle infrastrutture per portare l’energia nelle case (quelli, per esempio, che riparano i contatori) e i fornitori (o rivenditori di energia) che si occupano del servizio di vendita di luce, gas o altri servizi.
La tesi di alcuni operatori è: il fornitore che avete ora (ricordiamo che non possono sapere quale sia, a meno che voi non glielo diciate) vi fa pagare di più perché si appoggia alla nostra infrastruttura, mentre noi vi faremmo risparmiare perché non dobbiamo appoggiarci all’infrastruttura di nessuno. Questo però non è possibile: c’è infatti una legge che dice che chi vende l’energia deve essere separato da chi la distribuisce, e quindi impedisce quello che gli operatori vorrebbero farvi credere che accada. Inoltre, i costi del distributore di energia sono fissi e quindi uguali per tutti i fornitori.
«Lo sa che lei paga una tassa sul condizionatore?»
Per tutti quelli che esordiscono parlando di “tasse”, la risposta consigliata da NeN è molto semplice: «Le tasse sono materia dello stato, non dei fornitori di energia. Che, evidentemente, non possono decidere di modificarle a loro piacimento». Inoltre, di nuovo, chi fa questa affermazione parte dal presupposto che le bollette dei consumatori privati siano di dominio pubblico, ma non è così. Se anche fosse vero che nella vostra bolletta c’è una tassa sul condizionatore, non si spiega come loro possano saperlo.
«Buongiorno! La chiamo dal Centro Controllo Tariffe perché ci risulta che la sua tariffa…»
Il Centro Controllo Tariffe, così come l’Autorità Centrale della Luce e del Gas e la Banca delle Finanze non esistono, e in generale, come già detto, non esiste un ente che abbia accesso ai consumi e alle bollette di tutti i consumatori privati. L’unico a conoscere la tariffa di un consumatore è il suo fornitore, e non può diffondere questa informazione ad altri.
Nella maggior parte dei casi, chi chiama o visita le persone porta a porta è un agente di vendita che viene pagato da un fornitore per trovare nuovi clienti. Spesso gli agenti sono pagati solo a commissione e per quello sono motivati a fare di tutto per chiudere un contratto. L’uso di nomi altisonanti come “Centro Controllo Tariffe” serve a farlo sembrare affidabile, ma non è altro che un inganno per convincere le persone a condividere i dati del proprio contratto.
Come ci si libera dalle proposte non richieste dei call center?
Esistono delle app gratuite che bloccano in automatico le chiamate provenienti dai call center. Ovviamente non è una scienza infallibile perché queste app si basano su database di numeri segnalati come “molesti”: a volte alcuni call center riescono a sfuggirgli, ma nella maggior parte dei casi funzionano abbastanza bene. Una delle più note è Truecaller, che si può scaricare e usare gratuitamente. Una valida alternativa è Should I Answer: chi ha un telefono con sistema operativo Android la può usare gratuitamente, mentre per chi ha un iPhone il costo è di pochi euro al mese.
In Italia esiste anche un registro, che si chiama Registro Pubblico delle Opposizioni, che permette di impedire l’utilizzo dei numeri di telefono di cui si è intestatari per finalità pubblicitarie. L’iscrizione è gratuita e si può fare via web, via telefono o via mail. Funziona perché gli operatori di call center sono tenuti a verificare ogni volta che il numero che stanno per chiamare non rientri nel registro e rischiano multe molto salate se non lo fanno. Naturalmente, le aziende che hanno ricevuto il vostro consenso potranno chiamarvi anche se siete iscritti al registro, quindi attenzione ogni volta che cliccate su “accetto” e “autorizzo” quando per qualche motivo compilate un modulo di un’azienda, cartaceo o online.
E per i venditori porta a porta?
Per le autorità è molto difficile controllare l’attività dei venditori porta a porta e sventare questo tipo di truffe: da un lato infatti è difficile dimostrare le loro cattive intenzioni o coglierli in flagrante — visto che il loro lavoro consiste effettivamente nel girare di casa in casa e parlare con le persone di tariffe e contratti — dall’altro, una volta attivato un nuovo contratto, è difficile per gli utenti dimostrare di essere stati raggirati.
Il consiglio generale delle autorità è quello di non aprire la porta a persone che non siano state precedentemente annunciate (dal vostro fornitore, o dal vostro amministratore di condominio) e se tutti i condomini sono d’accordo mettere un cartello nell’ingresso dell’edificio dove si chiarisce che i venditori porta a porta non sono benvenuti. La cosa più rassicurante da tenere a mente è comunque che i contratti con i fornitori di energia, sottoscritti volontariamente o involontariamente fuori dai locali commerciali dell’azienda venditrice, si possono recedere senza problemi nei 14 giorni successivi alla firma, senza costi o vincoli.