Perché in Puglia chiudono le scuole
Il vicepresidente della Federazione italiana dei pediatri spiega che i «bambini sono inconsapevoli untori» perché manca un sistema rapido per fare i tamponi
Da venerdì 30 ottobre la Puglia sospenderà le attività in presenza per le scuole elementari, medie e superiori per i successivi 24 giorni. La Puglia è la seconda regione italiana a prendere un provvedimento simile dopo la Campania, andando contro le indicazioni del governo nazionale di proseguire la didattica in presenza nelle scuole elementari e medie. La richiesta di sospensione era stata fatta dalle associazioni di categoria dei pediatri per bloccare il contagio nelle scuole, diventato particolarmente preoccupante, e in origine doveva durare 14 giorni.
Luigi Nigri, vicepresidente nazionale e referente per la Puglia di FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), ha spiegato che in Puglia il sistema di corsie preferenziali dei tamponi previsto per le scuole non ha mai funzionato e che questo ha contribuito al collasso del sistema: «Per richiedere i tamponi degli alunni delle scuole dobbiamo mandare una mail al Dipartimento di prevenzione della ASL e specificare in una scheda il motivo della richiesta e i sintomi; il Dipartimento deve contattare i genitori e stabilire le modalità con cui fare il tampone. Con la riapertura delle scuole il sistema, già in sofferenza, è saltato e le segnalazioni del Dipartimento arrivano 10 giorni dopo la nostra richiesta: i tamponi sono fatti con un ritardo di 10 giorni o non sono proprio fatti».
In particolare Nigri ha detto che
«Abbiamo visto i dati nelle scuole e abbiamo visto che i contagi sono saliti in maniera impressionante. I bambini non hanno sintomi o hanno sintomi leggerissimi, basta un po’ di tosse e raffreddore: contagiano i compagni, gli insegnanti, il personale sanitario e portano il contagio a casa, in famiglia. Sono inconsapevoli untori: inconsapevoli, perché se si fosse attivato da subito un sistema di tamponi rapidi nelle scuole avremmo bloccato il contagio»
Le scuole sono state quindi chiuse per fermare il contagio nell’attesa che le ASL organizzino dei centri per ogni Comune dedicati a studenti e personale scolastico, «dove vengano fatti dei test antigenici a ogni minimo dubbio». Nigri ha spiegato che il pediatra dopo aver visitato il bambino o essere stato avvisato dei genitori sui sintomi, inserirà i dati su una piattaforma internet e in poco tempo riceverà una indicazione che indica dove fare il test rapido. Poi, nel giro di qualche ora, il pediatra riceverà dalla ASL la notifica con il risultato del tampone: se è negativo il pediatra predisporrà una cura, se è positivo verrà fatto il tampone molecolare per confermare, in modo definitivo, la positività.
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Nigri ha anche invitato i genitori a tenere i propri figli a casa durante la chiusura delle scuole: «Questa sospensione della didattica non è come le vacanze: non lasciate che i vostri figli vadano in giro, altrimenti avremmo fatto dei sacrifici inutili».