Cosa c’è nel “decreto ristori”
È il primo importante provvedimento economico del governo per aiutare i lavoratori e le imprese colpite dalle nuove restrizioni: contiene aiuti per un valore di 5,4 miliardi di euro
Martedì sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e quello dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli hanno presentato il “decreto ristori”, il primo importante provvedimento economico del governo per aiutare i lavoratori e le imprese colpite dalle nuove restrizioni per contenere la seconda ondata di contagi da coronavirus. Si tratta di un decreto da 5,4 miliardi di euro, che rinnova vari aiuti che erano stati decisi in primavera e ne dispone alcuni nuovi.
Contributi per le imprese
Chi ne ha diritto
Sono finanziamenti senza necessità di restituzione per chi ha la partita IVA attiva e rientra in una delle categorie ATECO individuate come quelle colpite dalle ultime misure restrittive per il coronavirus. Saranno erogati automaticamente senza bisogno di farne richiesta per chi li aveva già ricevuti con il decreto bilancio, e successivamente a chi ne ha diritto e ne farà richiesta online. Gualtieri ha detto di sperare che tutti i bonifici siano erogati entro la metà di novembre. La somma ricevuta non concorrerà al calcolo della base imponibile delle imposte sui redditi. Secondo Patuanelli, saranno interessate circa 460mila imprese, per un totale di 2,4 miliardi di euro.
Nel decreto rilancio, i contributi per le partite IVA erano stati calcolati sulla base della perdita di fatturato tra i mesi di aprile 2019 e aprile 2020. A chi presenterà la richiesta per la prima volta, il contributo sarà calcolato allo stesso modo. La condizione è che il fatturato dell’aprile del 2020 sia meno del 66 per cento di quello di aprile del 2019, salvo per chi ha attivato la partita IVA soltanto dopo il gennaio 2019. Il fatto che la perdita di fatturato sia calcolata su aprile, ha ricordato Patuanelli, fa sì che il confronto sia fatto con un mese in cui, con il lockdown, la chiusura era totale (a differenza della situazione attuale, in cui almeno alcune attività continuano a svolgere una parte del lavoro).
Saranno incluse questa volta anche le aziende con fatturato annuo superiore ai 5 milioni di euro, che erano state escluse dai contributi del decreto rilancio: riceveranno il 10 per cento del fatturato medio mensile.
Di quanti soldi si parla
Il finanziamento sarà pari oppure – nella maggior parte dei casi, secondo il governo – superiore a quello previsto dal decreto rilancio, coprendo dal 100% al 400% della somma originale. «Un piccolo bar che aveva ottenuto 2 mila euro di ristoro con il “decreto rilancio”, potrà ora ottenere adesso 3 mila euro, un grande ristorante che aveva ricevuto 13 mila euro potrà avere fino a 26 mila euro, una piccola palestra che aveva ricevuto 2 mila euro con il decreto rilancio potrà ottenere 4 mila euro» ha detto Conte.
Si andrà da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 150mila. Secondo le stime citate da Gualtieri, i contributi per i bar saranno in media di 2.900 euro, per le gelaterie e le pasticcerie intorno ai 3.500 euro, per i ristoranti dai 5mila ai 25mila euro, per teatri e sale da concerti dai 5 ai 30mila euro, per le palestre 4mila euro, per i cinema 5.500 euro, per i tassisti mille euro.
Fasce
Il governo ha individuato quattro fasce di categorie professionali, che riceveranno una percentuale diversa del contributo ricevuto con il decreto rilancio a seconda di quanto sono state giudicate colpite dalle ultime misure restrittive. Le categorie considerate meno colpite riceveranno la stessa somma, la seconda fascia il 150%, la terza il 200% e la quarta il 400%.
Nella prima fascia – quella del 100% – ci sono in realtà due categorie che non erano state incluse nel decreto rilancio, i tassisti e gli autonoleggi con autista (NCC); nella seconda – quella che riceverà il 150% – ci sono i bar senza cucina, pasticcerie e gelaterie, gli alberghi, gli affittacamere, i villaggi turistici, ostelli, campeggi, e rifugi; nella terza fascia, che riceverà un contributo al 200%, ci sono i ristoranti, i servizi di catering, i cinema, i servizi di biglietteria, teatri, sale da concerto, piscine, palestre, impianti sportivi, sale gioco, terme e centri benessere; nell’ultima fascia, quella del 400%, ci sono le discoteche.
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Cassa integrazione
La cassa integrazione ordinaria e in deroga, cioè l’ammortizzatore sociale utilizzato per continuare a pagare gli stipendi dei lavoratori lasciati a casa o che lavorano a orario ridotto a causa della crisi, è stata prorogata per sei settimane, con un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro. Possono usufruirne le imprese che hanno finito le settimane di cassa integrazione già messe a disposizione e quelle interessate dalle ultime chiusure.
Confrontando il fatturato dell’azienda nel primo semestre del 2020 e nel primo semestre del 2019, le imprese che non hanno subito riduzioni dovranno contribuire al 18% del compenso dei lavoratori nelle ore di cassa integrazione; al 9% per chi ha subito una riduzione inferiore al 20%. Il ricorso alla cassa integrazione è invece gratuito per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione di fatturato pari o superiore al 20%, per chi ha un’attività aperta dopo il primo gennaio 2019 e per le imprese interessate dalle restrizioni.
Blocco licenziamenti
È stato prolungato fino al 31 gennaio 2021.
Sospensione contributi previdenziali per il personale
Ad eccezione del settore agricolo, i datori di lavoro le cui attività sono state sospese o ridotte sono esonerate dal versamento dei contributi per i dipendenti fino a un massimo di 4 mesi, entro il 31 maggio 2021. Se il fatturato è calato di più del 20 per cento, l’esonero è totale; se la perdita è inferiore, l’esonero vale per metà dei contributi.
Credito di imposta sugli affitti
È stata prorogata per i mesi di ottobre, novembre e dicembre la misura contenuta nel decreto rilancio che garantiva alle imprese uno sconto sulle imposte pari al 60% dei canoni di affitto degli immobili ad uso non abitativo e del 30% dei canoni per affitto d’azienda. La misura non prevede limiti per quanto riguarda il volume del fatturato di un’impresa, a patto che rientri in quelle individuate nell’allegato 1 del decreto e che registri almeno il 50% del fatturato nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019. Il credito può essere ceduto al proprietario dell’immobile.
IMU
Anche la seconda rata è stata cancellata, per le imprese interessate dalle limitazioni. Riguarda naturalmente i proprietari di immobili che sono anche gestori delle attività che vi hanno luogo.
Indennità per i lavoratori dello spettacolo e del turismo
Il governo ha deciso di dare una nuova indennità “una tantum” (cioè una sola, almeno per il momento) di 1.000 euro ai lavoratori intermittenti e autonomi che l’avevano già ricevuta con il decreto agosto (il numero 104). Come all’epoca, i beneficiari individuati sono i lavoratori dello spettacolo; quelli del turismo che abbiano almeno trenta giornate di lavoro tra il 1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto ristori e che siano stati licenziati; agli stagionali e intermittenti di altri settori, con gli stessi requisiti; agli autonomi senza partita IVA.
Indennità per i lavoratori del settore sportivo
Il decreto promette un’indennità di 800 euro ai «lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso il Comitato Olimpico Nazionale (CONI), il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e dal CIP, le società e associazioni sportive dilettantistiche». Dovranno però farne richiesta online entro il 30 novembre.
Reddito di emergenza
I nuclei familiari che erano stati individuati dal decreto agosto come beneficiari del reddito di emergenza lo potranno ricevere anche per novembre. Sono circa 146mila le famiglie interessate, che hanno ricevuto in media 560 euro mensili.
Fondi di sostegno
Il decreto istituisce vari fondi per sostenere alcuni settori particolarmente colpiti. Quello per le associazioni e società sportive dilettantistiche ammonterà a 50 milioni di euro; quello per le agenzie di viaggio e i tour operator è rifinanziato con 400 milioni (prima ammontava a 265 milioni); il fondo per l’editoria, le fiere e i congressi è rifinanziato con 100 milioni, gli stessi che riceverà il fondo per il settore alberghiero e termale; il fondo per l’export e le fiere internazionali è rifinanziato con 400 milioni.
Contributi per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura
Il decreto istituisce un fondo di 100 milioni per i settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, riservati a chi ha avviato l’attività dopo il primo gennaio del 2019 e a chi ha subito un calo del fatturato superiore al 25% nel novembre 2020 rispetto al novembre 2019.
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