In Trentino i bar potranno rimanere aperti fino alle 20 e i ristoranti fino alle 22
Il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha firmato il 26 ottobre un’ordinanza che, così come quella della provincia di Bolzano, stabilisce alcune regole diverse rispetto alle restrizioni previste dal nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) per rallentare i contagi da coronavirus.
In Trentino i bar dovranno chiudere alle 20 e i ristoranti alle 22, invece che alle 18 come previsto dal DPCM. Non ci sarà la didattica a distanza per le scuole superiori, che invece a livello nazionale deve coprire il 75 per cento delle ore di lezione. L’ordinanza è entrata in vigore dal 27 ottobre e prevede anche la chiusura la domenica di tutte le attività commerciali (negozi e centri commerciali).
Alle persone con più di 70 anni è “fortemente raccomandato” di limitare i contatti sociali esclusivamente alle persone conviventi o a chi si prende cura di loro, di evitare quando possibile di avere contatti stretti con persone con meno di 30 anni e di evitare di partecipare a eventi, funzioni e cerimonie, anche se consentiti.
Per quanto riguarda l’apertura degli impianti sciistici, Fugatti ha detto che la provincia autonoma di Trento si sta confrontando «con le altre regioni e province vicine, dal Veneto alla Lombardia all’Alto Adige, per arrivare ad un protocollo di sicurezza con regole comuni».
Al momento infatti l’utilizzo degli impianti è permesso dal DPCM solo agli «atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionale ed internazionali o lo svolgimento di tali competizioni». Gli impianti potranno essere aperti agli sciatori amatoriali «solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti».