Manca una settimana alle elezioni americane
I sondaggi continuano a sembrare favorevoli a Biden mentre la strategia di Trump sembra essere la stessa del 2016, anche in vista degli ultimi giorni
Come ogni quattro anni, il martedì dopo il primo lunedì di novembre – martedì 3 novembre, quest’anno – si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, al termine di una campagna elettorale iniziata ormai più di un anno fa. Sarebbe più corretto dire che le elezioni americane si concluderanno il 3 novembre: più di 60 milioni di americani infatti hanno già votato per posta o approfittato della possibilità di votare in anticipo offerta dalla maggior parte degli stati per via della pandemia da coronavirus.
Nonostante questo, si stima che il 3 novembre si presenteranno al proprio seggio una percentuale compresa fra il 30 e il 50 per cento dei votanti finali: e dato che come al solito l’elezione si deciderà soprattutto in una quindicina di stati in bilico fra Repubblicani e Democratici, tutto sembra ancora possibile. Per questo è importante capire qual è la situazione a una settimana dal voto e come si stanno muovendo i due principali candidati, cioè il presidente uscente Donald Trump e il suo sfidante Democratico, l’ex vicepresidente Joe Biden.
I sondaggi nazionali e nei principali stati in bilico rimangono favorevoli a Biden. Nei giorni immediatamente successivi al secondo dibattito fra i candidati, che secondo gli osservatori era l’ultima occasione che Trump aveva per dare una nuova spinta alla propria campagna, i sondaggi non hanno rilevato alcun cambiamento significativo. A livello nazionale Biden continua a essere davanti a Trump di circa 8 punti.
Anzi: come ha scritto FiveThirtyEight, «i sondaggi post dibattito sono stati piuttosto buoni per Biden», soprattutto in alcuni stati del Midwest tradizionalmente Democratici che nel 2016 erano stati vinti a sorpresa da Trump: «Secondo l’istituto Gravis Biden ha guadagnato punti in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin rispetto all’ultima rilevazione, fatta a luglio, e ora in Michigan e Wisconsin ha un vantaggio addirittura in doppia cifra. Anche il sondaggio realizzato da Ipsos e dal New York Times non ha rilevato cambiamenti significativi in Pennsylvania, Wisconsin e Texas. Anche la maggior parte delle intenzioni di voto a livello nazionale non si è spostata».
La situazione negli stati in bilico molto popolosi come Florida e Ohio fa capire molto bene perché una vittoria di Biden non è però scontata come si può immaginare. Se Trump dovesse effettivamente vincere in Florida e Ohio, per essere rieletto gli basterebbe (oltre a vincere negli stati in cui è dato molto molto avanti) prendere un solo voto in più di Biden in alcuni stati in bilico ma tradizionalmente Repubblicani come Texas, Georgia, Arizona e North Carolina (dove vinse già quattro anni fa) e ripetere il successo del 2016 in un solo stato fra Michigan e Pennsylvania. Per contro: se Trump dovesse registrare buoni dati da tutti questi stati qui sopra, Biden per vincere dovrebbe riconquistare tutto o quasi il Midwest e sottrarre qualche stato di media grandezza ai Repubblicani come Arizona o Georgia. Nulla di impossibile, visti i numeri attuali: ma nemmeno nulla di certo.
I piani dei candidati per i prossimi giorni – quelli per i giorni immediatamente precedenti alle elezioni saranno stilati in base agli ultimissimi sondaggi – riflettono lo stato della campagna elettorale. Per ora Biden ha in programma di visitare la Pennsylvania e il Michigan – due popolosi stati del Midwest – oltre all’Iowa e alla Georgia, due stati in cui Trump parte favorito ma in cui Biden sembra potersela giocare, un po’ a sorpresa. Biden farà anche un comizio a Tampa, la capitale della Florida, uno stato che Trump ha vinto nel 2016, in cui da tempo sta recuperando terreno – anche perché con gli anni si sta spostando sempre più a destra – e che non può permettersi di perdere: secondo le stime di FiveThirtyEight se Biden dovesse vincere in Florida, le possibilità di Trump di essere rieletto sarebbero inferiori all’1 per cento.
Anche Trump si farà vedere nel Midwest, e farà comizi anche in Arizona e Nevada: due stati in cui la componente ispanica della popolazione è sempre più influente. Intuitivamente uno sviluppo demografico del genere dovrebbe favorire Biden, ma nelle ultime settimane si è capito che l’elettorato ispanico apprezza Trump in maniera forse insospettabile fino a qualche anno fa, e in entrambi gli stati il vantaggio di Biden nei sondaggi non è nettissimo.
Il piano di Trump, fra l’altro, sembra esattamente lo stesso di quattro anni fa: galvanizzare la propria base – e la nomina di una giudice molto conservatrice come Amy Coney Barrett va certamente in questo senso – per vincere in tutti gli stati che tradizionalmente votano Repubblicano, e sperare di strappare qualche voto a Biden in alcuni stati che i Democratici davano o danno per scontati.
Per raggiungere l’obiettivo, che stando ai sondaggi è ancora più difficile rispetto al 2016, Trump sta cercando di fare quello che gli riesce meglio: fare comizi su comizi – ignorando i timori sui potenziali focolai e contagi di massa – e cercando di spostare l’attenzione sui problemi e le vulnerabilità di Biden e dei Democratici, soprattutto sui temi economici. Trump inoltre continua a minimizzare gli effetti della pandemia negli Stati Uniti, che al momento ha causato 225mila morti (un quinto di quelle accertate in tutto il mondo).
ALL THE FAKE NEWS MEDIA WANTS TO TALK ABOUT IS COVID, COVID, COVID. ON NOVEMBER 4th, YOU WON’T BE HEARING SO MUCH ABOUT IT ANYMORE. WE ARE ROUNDING THE TURN!!!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 27, 2020
Per vincere invece Biden deve conservare tutti gli stati in cui i Democratici vanno tradizionalmente meglio, riconquistare il Midwest dove oggi sembra in consistente vantaggio e vincere almeno uno stato fra Minnesota (molto facile), Arizona, Georgia, North Carolina, Iowa. Nonostante i comizi e le decine di eventi che terrà negli ultimi giorni, Biden cercherà probabilmente di tenere un profilo molto basso a livello nazionale.
«La scommessa del suo comitato elettorale è quella di vincere dando esattamente a Trump quello che vuole, cioè spazio sui media», scrive il New York Times, facendo notare che da un recente sondaggio il 63 per cento delle persone intenzionate a votare Biden lo fa più per votare contro Trump che per sostenere l’ex vicepresidente: e che quindi abbia senso lasciare che Trump si prenda la scena anche negli ultimi giorni, continuando a fare quello che ha fatto per quattro anni.