Ci sono proteste violente in Guinea per l’annunciata vittoria di Alpha Condé alle presidenziali
Il presidente uscente Alpha Condé ha vinto le elezioni presidenziali dello scorso 18 ottobre in Guinea, secondo i dati preliminari forniti dalla commissione elettorale del paese. Condé ha ottenuto il 59,5 per cento dei voti e potrà quindi iniziare un terzo mandato alla guida della Guinea. La notizia è stata accolta con proteste, anche violente, a Conakry, la capitale del paese, dove il governo ha disposto l’intervento dell’esercito per assistere la polizia contro i manifestanti.
Il leader dell’opposizione, Cellou Dalein Diallo, sostiene da tempo che ci siano stati brogli elettorali e per questo si è dichiarato vincitore. Durante la campagna elettorale si erano già registrate violenze tra diversi gruppi etnici, segno che ci sarebbero potuti essere ulteriori disordini all’annuncio dei risultati. In buona parte della Guinea sono state interrotte le comunicazioni telefoniche ed è stato limitato l’accesso a Internet.
Dalla chiusura dei seggi domenica scorsa, almeno 10 persone sono morte negli scontri, secondo le autorità locali. Altre fonti, difficili da confermare, parlano invece di una ventina di morti.
La ricandidatura di Condé era stata resa possibile da una modifica apportata alla Costituzione, tramite un referendum, e spinta dallo stesso Condé, intenzionato a presentarsi alle nuove presidenziali. La modifica è osteggiata dall’opposizione e ha portato a grandi e spesso violente proteste.
Condé ha 82 anni ed è presidente della Guinea dal 2010. Fu per lungo tempo oppositore del generale Lansana Conté, che guidò il paese dal 1984 fino alla sua morte nel dicembre del 2008. Condé è sostenuto principalmente dalla comunità malinké del paese, uno dei maggiori gruppi etnici nell’Africa occidentale, di cui fa parte. È però contestato per non avere mantenuto le promesse di rilancio economico del paese, da anni in profonda crisi.