L’Italia durante la “prima ondata”, in ordine
Ora che molte cose sembrano ripetersi, ricostruiamo le date e gli sviluppi di prima dell'estate
Quella che oggi definiamo “prima ondata” dell’epidemia di coronavirus cominciò in Italia a fine febbraio, quando furono accertati i primi casi di contagio: in realtà, abbiamo ricostruito poi, era in corso almeno da alcune settimane, quando il coronavirus era circolato sottotraccia. Queste sono le date più importanti di quella fase, che andò avanti fino a fine giugno con il definitivo allentarsi delle misure più stringenti del lockdown, in seguito alla drastica riduzione dei contagi.
• 31 dicembre 2019: l’Organizzazione Mondiale della Sanità riceve la prima segnalazione di un cluster di una polmonite virale sconosciuta nella città di Wuhan, in Cina.
• 7 gennaio: il virus SARS-CoV-2 viene identificato dagli scienziati cinesi;
• 14 gennaio: in Thailandia viene accertato il primo caso di COVID-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus, fuori dalla Cina;
• 30 gennaio: il governo italiano sospende i voli in ingresso dalla Cina, decisione criticata da qualcuno perché giudicata troppo severa, da altri perché inutile vista la possibilità di entrare in Italia dalla Cina facendo scalo; l’OMS intanto dichiara che quella della COVID-19 è una Emergenza Sanitaria di Rilevanza Internazionale;
• 31 gennaio: vengono confermati i primi casi di coronavirus in Italia, due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma; il governo dichiara lo stato di emergenza, una misura che consente di usare procedure più snelle per emanare e fare applicare le misure necessarie per contenere l’epidemia;
• 19 febbraio: allo stadio San Siro di Milano si gioca Atalanta-Valencia, partita di Champions League a cui parteciparono oltre 45mila spettatori, considerata un probabile momento di grande trasmissione del coronavirus, viste le migliaia di persone provenienti da Bergamo e provincia;
• 21 febbraio: viene accertato il primo caso di coronavirus in un cittadino italiano, un uomo di Codogno, in provincia di Lodi, testato grazie all’intuizione di una medica nonostante i protocolli non lo prevedessero; lo stesso giorno, muore a Padova un uomo di 78 anni di Vo’, piccolo paese veneto, che aveva a sua volta contratto il coronavirus;
• 22 febbraio: mentre i casi confermati salgono ad alcune decine tra Lombardia, Piemonte e Veneto, il governo dichiara la “zona rossa” a Codogno e altri dieci comuni vicini, e a Vo’;
• 23 febbraio: in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia vengono chiuse le scuole; la Lombardia chiude anche cinema, musei e bar e ristoranti dopo le sei di sera; alle 18 si tiene la prima conferenza stampa della Protezione Civile per aggiornare sulla situazione dei contagi;
• 4 marzo: mentre i casi confermati sono diventati 2.700, 1.500 dei quali in Lombardia, il governo chiude le scuole in tutta Italia per due settimane, vietando il pubblico agli eventi sportivi ma tenendo aperte le altre manifestazioni quando è possibile applicare il distanziamento;
• notte tra 7 e 8 marzo: in una conferenza stampa iniziata a notte fonda, dopo che per ore erano circolate anticipazioni sulle drastiche misure dell’imminente decreto, il governo decide il divieto di tutti gli spostamenti “non essenziali” in Lombardia e in altre 14 province del Nord Italia; domenica sera si gioca Juventus-Inter, senza pubblico, l’ultima partita di Serie A prima di una pausa durata mesi;
• 9 marzo: il governo estende il divieto sugli spostamenti a tutta Italia; i contagi accertati sono circa 8mila, oltre la metà dei quali in Lombardia;
• 11 marzo: il governo chiude locali e negozi in tutta Italia, dando inizio al lockdown vero e proprio; Domenico Arcuri viene nominato commissario straordinario per l’emergenza coronavirus;
• 18 marzo: il presidente della Repubblica firma il decreto “Cura Italia”, con i primi aiuti economici per un totale di 25 miliardi di euro; la sera un convoglio di camion militari viene fotografato mentre porta via le bare dal cimitero di Bergamo, dove non si riesce più a cremare tutte le salme; i contagi accertati sono quasi 29mila, i decessi quasi 3.000;
• 21 marzo: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia ulteriori misure restrittive chiudendo le attività industriali e produttive considerate “non essenziali”, e vietando gli spostamenti al di fuori del proprio comune salvo emergenze e motivi di lavoro;
• 23 marzo: i contagi accertati superano i 50mila, i morti sono più di 6mila;
• 27 marzo: sotto la pioggia, il Papa recita una preghiera in piazza San Pietro, vuota, trasmessa in diretta in tutto il mondo; i decessi quotidiani sono i più alti mai registrati, 919, e i nuovi casi quotidiani accertati cominciano invece a diminuire;
• 28 marzo: i decessi accertati superano i 10mila;
• 4 aprile: per la prima volta diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva, dopo essere stati 4.068, 1.381 dei quali nella sola Lombardia;
• 10 aprile: le misure restrittive vengono prorogate fino al 4 maggio;
• 12 aprile: a un mese e tre settimane dai primi casi, si supera il milione di tamponi analizzati;
• 26 aprile: Conte annuncia le misure che regoleranno la “fase 2”, prevista il 4 maggio, con le riaperture dei negozi e la possibilità di spostarsi all’interno della propria regione per vedere quelli che furono definiti “congiunti”;
• 4 maggio: comincia la “fase 2”; i contagi quotidiani accertati sono sotto ai 1.500;
• 25 maggio: cominciano a riaprire palestre e centri sportivi;
• 3 giugno: tornano consentiti gli spostamenti tra regioni;
• 11 giugno: un nuovo decreto allenta ulteriormente le misure consentendo gli spettacoli e l’apertura dei cinema, con limitazioni sul numero di spettatori;
• 15 giugno: l’applicazione per il contact tracing Immuni è disponibile in tutta Italia.