Il Papa ha detto di essere favorevole alle unioni civili tra persone omosessuali
In un documentario presentato ieri dice che anche loro hanno il diritto di essere «in una famiglia»
Papa Francesco ha detto di essere favorevole alle unioni civili tra persone omosessuali, affinché le coppie dello stesso sesso possano avere una «copertura legale». Le dichiarazioni sono emerse mercoledì, dopo la presentazione in anteprima al Festival del cinema di Roma del documentario Francesco, realizzato dal regista Evgeny Afineevsky. Nel documentario c’è un’intervista in cui papa Francesco dice:
«Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo»
È la prima volta che un Papa dice di essere favorevole alle unioni civili tra persone omosessuali – che sono cosa diversa dal matrimonio, che per la dottrina cattolica è un sacramento riservato solo alle coppie eterosessuali – ma non sono dichiarazioni totalmente inaspettate visto che in passato Papa Francesco aveva fatto diverse aperture su questo tema. Nel 2013 rispondendo alle domande dei giornalisti sull’aereo di ritorno dal Brasile, dove aveva partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù, interpellato sulla questione della presunta “lobby gay” in Vaticano, aveva detto: «Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo»
Nel 2018 El Pais aveva raccontato che il Papa aveva avuto una conversazione molto inusuale sul tema dell’omosessualità con Juan Carlos Cruz, un sacerdote cileno che fu abusato da bambino. Cruz raccontò di aver detto al Papa di essere gay, e che questo gli rispose così: «Juan Carlos, non importa che tu sia gay. Dio ti ha fatto così e ti ama per quello che sei, e per me le cose non cambiano. Il Papa ti ama per quello che sei».
Nel film di Afineevsky è presente la testimonianza di Cruz, come anche quella di Andrea Rubera e Dario Di Gregorio, una coppia omosessuale italiana con tre figli avuti tramite maternità surrogata, che avevano consegnato al Papa una lettera chiedendogli come far convivere la loro omosessualità con la fede. Nel film si racconta che il Papa ha telefonato a Rubera e Di Gregorio per dire loro di superare gli imbarazzi e accompagnare i figli in parrocchia come fa qualsiasi genitore.