Le azioni della Francia contro l’Islam radicale
Dopo la decapitazione dell'insegnante Samuel Paty, la polizia ha fatto decine di perquisizioni, il governo ha chiuso una moschea e centinaia di persone saranno espulse
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato e in parte messo in atto una serie di misure restrittive contro individui e organizzazioni legate all’Islam radicale dopo l’uccisione di Samuel Paty, l’insegnante di scuola media decapitato il 16 ottobre nella periferia nord di Parigi. Paty è stato ucciso da un ragazzo di 18 anni di origine cecena che aveva saputo, tramite i social network, che il professore aveva mostrato vignette satiriche sul profeta Maometto durante una lezione sulla libertà d’espressione. Il ragazzo, Abdoullakh Anzorov, viveva in una cittadina in Normandia, a circa 70 chilometri di distanza da Parigi, e non aveva legami né con il professore né con la scuola media in cui questi insegnava.
Domenica sera Macron ha tenuto un “consiglio di difesa” con ministri e rappresentanti delle forze dell’ordine, al seguito del quale ha fatto due annunci: più misure di sicurezza per le scuole e “atti concreti” contro le fazioni più pericolose dell’Islam radicale. Attualmente, sette persone sono in stato di arresto per l’assassinio di Paty, in buona parte parenti di Anzorov, che invece è stato ucciso dalla polizia durante un tentativo di arresto.
Lunedì il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha annunciato che nel corso di questa settimana 51 associazioni, comprese scuole religiose e moschee, saranno ispezionate dalle forze dell’ordine. Soltanto lunedì le autorità hanno perquisito 40 individui e associazioni sospetti e aperto indagini su 80 persone che, sui social network, avevano espresso sostegno alla decapitazione di Paty. Saranno inoltre espulse 231 persone con doppia cittadinanza, francese e di un altro paese. Darmanin, ha scritto il Wall Street Journal, ha parlato molto duramente: «Dobbiamo smettere di essere naïf, non c’è riconciliazione con l’Islam radicale». Il ministro, inoltre, ha detto che le perquisizioni e i controlli non sono necessariamente legati all’uccisione di Paty: quella del governo è un’iniziativa generale contro l’Islam radicale.
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Darmanin, inoltre, ha fatto chiudere temporaneamente la moschea di Pantin, nel sobborgo parigino di Seine-Saint-Denis. La pagina Facebook della moschea il 9 ottobre aveva pubblicato un video in cui condannava Samuel Paty per aver mostrato le vignette su Maometto, dicendo che l’insegnante diffondeva un messaggio di “odio”. Il video è stato cancellato poche ore dopo l’assassinio di Paty, e il direttore della moschea ha detto che «rimpiange» di averlo condiviso ma che il video non era un incitamento alla violenza contro l’insegnante. Il ministro ha detto che la moschea rimarrà chiusa per sei mesi.
Martedì, Macron ha annunciato inoltre lo scioglimento di Cheikh Yassine, un’associazione vicina a Hamas, il gruppo radicale palestinese. Cheikh Yassine, ha detto Macron, è «implicata direttamente» nell’omicidio di Paty; il suo cofondatore, Abdelhakim Sefrioui, era già stato arrestato qualche giorno prima. Sefrioui è una figura nota dell’Islam radicale in Francia, che aveva spesso espresso posizioni estremiste e si era scontrato duramente con imam e religiosi moderati; negli scorsi giorni ci sono state molte polemiche sul perché non si fosse aperta una procedura giudiziaria contro di lui prima dell’omicidio. Macron ha detto anche che «nei prossimi giorni e nella prossime settimane» altre associazioni simili potrebbero essere sciolte o messe sotto osservazione. Nei giorni scorsi ne erano state citate due: il Collettivo contro l’islamofobia in Francia (CCIF) e BarakaCity, una no profit islamica.
Martedì Macron ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin, poiché Anzorov era di origine cecena: i due hanno promesso di “rafforzare la cooperazione franco-russa nella lotta contro il terrorismo e l’immigrazione illegale”. Anzorov, però, si trovava in Francia legalmente, con lo status di rifugiato. Il ministro degli Affari europei Clément Beaune, inoltre, ha discusso con gli ambasciatori francesi di tutta Europa sulle misure da prendere per contrastare il terrorismo su internet. Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione, gli ha scritto su Twitter dicendo che gli ultimi attentati, quello di Christchurch in Nuova Zelanda e quello contro Paty, mostrano l’urgenza di adottare misure contro i contenuti online a carattere terroristico.
L’Islam radicale è uno dei temi che hanno impegnato di più il governo di Emmanuel Macron negli ultimi anni. Pochi giorni fa, il presidente francese aveva annunciato con molta enfasi un nuovo disegno di legge con misure dure contro il «separatismo», termine che usa da qualche tempo per indicare il fatto che molti membri della comunità musulmana vivrebbero in una «società parallela», porosa al fondamentalismo islamico e contraria ai valori secolari della Repubblica francese. In questi giorni il governo ha fatto sapere che il disegno di legge, che dovrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri a dicembre, potrebbe essere ulteriormente rafforzato.
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L’Islam radicale è uno dei temi di campagna elettorale di Marine Le Pen, la leader populista di destra, che critica da tempo Macron accusandolo di essere troppo permissivo con l’estremismo. Molti analisti, tuttavia, temono che l’indurimento improvviso delle misure proposto dal presidente abbia dei limiti giuridici e possa provocare una ritorsione contro la comunità islamica.
Mercoledì sera alla Sorbona, la più importante università del paese, Macron ha assegnato in maniera postuma la legione d’onore (la massima onorificenza francese) a Samuel Paty, e ha tenuto un lungo discorso in cui ha parlato della necessità di difendere e promuovere la libertà, ricordando che Paty è stato ucciso «per aver deciso di insegnare ai suoi allievi come diventare cittadini».
EN DIRECT | Hommage national à Samuel Paty.https://t.co/ho46FcK4N0
— Élysée (@Elysee) October 21, 2020