Jacinda Ardern ha vinto le elezioni in Nuova Zelanda
Sarà confermata prima ministra dopo aver ottenuto quasi il 50 per cento dei voti, un risultato storico influenzato dalla gestione dell'epidemia
Il Partito Laburista della prima ministra Jacinda Ardern ha vinto le elezioni parlamentari in Nuova Zelanda: ha ottenuto il 49,1 per cento dei consensi, un risultato storico influenzato anche dalla gestione dell’epidemia da coronavirus, considerata tra le migliori del mondo. Il principale partito di opposizione, il Partito Nazionale, di orientamento liberal-conservatore, si è fermato al 26,8 per cento, e la sua leader Judith Collins ha già ammesso la sconfitta. I due partiti che fanno parte della coalizione di governo insieme ai Laburisti, i Verdi e New Zealand First, hanno ottenuto rispettivamente il 7,6 e il 2,7 per cento dei voti.
È quindi già sicuro che Ardern farà un secondo mandato da prima ministra. Quello che non si sa ancora è se il Partito Laburista governerà da solo o formerà una coalizione con altri partiti. Il parlamento della Nuova Zelanda ha una sola Camera con 120 seggi e perché un partito possa governare da solo deve ottenerne almeno 61: con il 49,1 per cento dei voti il Partito Laburista ne ha ottenuti 64. Il nuovo governo di Ardern dunque potrebbe essere il primo a essere formato da un unico partito da quando nel 1996 fu introdotto l’attuale sistema elettorale proporzionale-misto. I Laburisti potrebbero però anche formare un nuovo governo con i Verdi, con cui hanno maggiori affinità politiche.
Nel discorso con cui ha celebrato la vittoria Ardern ha ringraziato i neozelandesi, in particolare quelli che non avevano votato il Partito Laburista in passato, e promettendo che cercherà di rappresentare tutti i cittadini ha detto: «Viviamo in un mondo polarizzato. Spero che con questa elezione la Nuova Zelanda abbia mostrato che noi non siamo così. Siamo troppo piccoli per perdere di vista la prospettiva degli altri».
La reazione del governo neozelandese alla pandemia da coronavirus è considerata la principale ragione del successo del Partito Laburista alle elezioni. Meno di duemila persone sono state infettate dal virus in Nuova Zelanda, che ha 5 milioni di abitanti; solo 25 sono morte a causa della COVID-19. Prima che il coronavirus si diffondesse la popolarità di Ardern era in calo perché secondo molti non era riuscita a mantenere le promesse elettorali del 2017. Ardern ha 40 anni, è parlamentare dal 2008 ed è la persona più giovane che abbia mai guidato il Partito Laburista oltre che la persona più giovane a essere diventata capo del governo in Nuova Zelanda.
Il precedente record di seggi ottenuti dai Laburisti a risale al 2002, quando il partito, all’epoca guidato da Helen Clark, prima ministra dal 1999 al 2008, ottenne 52 seggi. L’ultima volta che un partito neozelandese aveva ottenuto più di 61 seggi risale al 1990, quando il Partito Nazionale ne ottenne 67; ma all’epoca il sistema elettorale non era quello attuale.
Le elezioni – che normalmente si svolgono ogni tre anni – avrebbero dovuto tenersi il 19 settembre, ma erano state posticipate a ottobre come richiesto dai partiti di opposizione, secondo cui le restrizioni per contenere la diffusione della pandemia da coronavirus avevano dato un iniquo vantaggio ai partiti della maggioranza e impedito agli altri di fare sufficiente campagna elettorale. I seggi erano aperti già dal 3 ottobre per permettere alle elezioni di svolgersi rispettando le regole anticontagio.
In Nuova Zelanda gli elettori esprimono due preferenze: una per un partito e una per un deputato, e il voto può essere disgiunto. È un sistema misto, maggioritario e proporzionale simile a quello tedesco: per entrare in parlamento un partito deve superare la soglia di sbarramento del 5 per cento dei voti su base nazionale o vincere i seggi nei collegi uninominali. Per questo nella nuova legislatura New Zealand First, attualmente partito di governo, non entrerà in parlamento. Ci sono poi dei seggi riservati ai candidati della popolazione Maori.
I referendum
Oltre che per eleggere i parlamentari, i neozelandesi hanno votato anche per due referendum: uno sulla legalizzazione della cannabis e uno per rendere operativo l’End of Life Choice Act 2019, che consentirebbe alle persone con malattie terminali di richiedere il suicidio assistito. I risultati preliminari dei referendum verranno annunciati il 30 ottobre, mentre gli esiti ufficiali verranno resi noti il 6 novembre. L’End of Life Choice Act entrerà automaticamente in vigore se il Sì otterrà più del 50 per cento dei voti. Il referendum sulla cannabis invece è consultivo: anche se dovesse vincere il Sì, favorevole alla legalizzazione, sarà necessario che il nuovo governo introduca una legge per attuare la legalizzazione.