Le regioni cominciano a chiudere
Dopo la nuova crescita dei contagi alcuni presidenti di regione hanno deciso di adottare misure più restrittive, e in Campania sono state chiuse tutte le scuole
Il 15 ottobre in Italia sono stati registrati nelle precedenti ventiquattro ore 8.804 nuovi casi di contagio da coronavirus e 83 decessi. Il maggior numero di contagi è stato registrato in Lombardia (2.067), in Campania (1.127), Piemonte (1.033) e Veneto (600). Come previsto dall’ultimo Decreto del presdente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 13 ottobre, per cercare di fermare la diffusione del virus alcuni presidenti di regione hanno deciso di adottare misure più restrittive applicate sia a singoli comuni dove sono stati accertati focolai, sia estese a tutto il territorio regionale.
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Il presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher ha firmato un’ordinanza con cui ordina per i comuni di Sesto Pusteria e Monguelfo la chiusura di tutti i bar, mentre i ristoranti potranno rimanere aperti solamente fino alle ore 18, tranne quelli all’interno degli alberghi. L’ordinanza raccomanda di limitare gli spostamenti da e per i comuni alla stretta necessità. Sono stati sospesi inoltre tutti i tipi di manifestazioni e feste. Le cerimonie civili e religiose potranno celebrarsi, ma con massimo 15 invitati.
Anche il presidente della Valle d’Aosta Renzo Testolin ha firmato un’ordinanza con cui, dalla mezzanotte del 15 ottobre, ha istituito una “zona rossa” nei territori dei tre comuni di Chambave, Saint-Denis e Verrayes, «considerato l’elevato numero di soggetti positivi al Covid-19 e di soggetti isolati in rapporto alla popolazione complessiva di tali comuni». L’ordinanza vieta «l’allontanamento dal territorio dei comuni interessati da parte di tutti gli individui comunque presenti nello stesso, con obbligo di permanenza presso il proprio domicilio» e vieta «l’accesso al territorio dei comuni interessati».
La decisione più contestata è stata però quella del governatore della Campania Vincenzo De Luca che, visto l’alto numero di contagi nella regione, giovedì sera ha firmato un’ordinanza che prevede che dal 16 al 30 ottobre siano sospese le lezioni in presenza nelle scuole primarie, secondarie e dell’infanzia. Il provvedimento è stato motivato «con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, e con l’obiettivo di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile».
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La scelta del presidente della Campania De Luca di chiudere le scuole è stata criticata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che appena diffusa la notizia, l’ha definita una «decisione gravissima, profondamente sbagliata e inopportuna». La ministra, intervistata a Zapping, su Rai Radio1, ha aggiunto che «sembra che ci sia un accanimento contro la scuola, da parte del presidente De Luca: non solo è stato l’ultimo a riaprire le scuole, ma ora è il primo a richiuderle». Azzolina ha poi detto che il governo valuterà collegialmente se presentare un ricorso contro l’ordinanza di De Luca.
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha criticato l’ordinanza di De Luca. Al termine della prima giornata del Consiglio Europeo a Bruxelles Conte ha detto che «chiudere così di blocco la scuola» secondo lui «non è la migliore soluzione». Il presidente del Consiglio ha spiegato che, anche in base ai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità nelle scuole «la curva del contagio è molto molto bassa». Sulla possibilità che il governo impugni la decisione della Campania (come fatto a febbraio con quella delle Marche), il presidente del Consiglio ha detto, in linea con la ministra Azzolina, che sarà una decisione dell’intero governo, ma ha ricordato che in base a come è stato strutturato l’ultimo Dpcm, «le singole regioni possono adottare misure più restrittive».
Nella mattinata del 16 ottobre il capo delegazione del Partito Democratico nel governo, e ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini ha detto all’ANSA di aver chiesto a Conte di organizzare una riunione quando sarà tornato da Bruxelles «per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le regioni».
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha scritto invece sul suo profilo Facebook che «il governo sta intervenendo per evitare di arrivare a una situazione estrema» come quella dei «mesi più bui», perché «la nostra economia non se lo può permettere». A proposito della possibilità di un nuovo lockdown, Di Maio ha continuato scrivendo che «le imprese, i nostri commercianti, gli autonomi e tutto il mondo industriale non possono fermarsi un’altra volta».
Intanto a Roma è stato accertato un focolaio in una Rsa dove più di un terzo dei pazienti, oltre a quattro dipendenti della struttura, sono risultati positivi al coronavirus. È la «Anni Azzurri», Rsa convenzionata con il Servizio sanitario nazionale, dove la diffusione del contagio è iniziata 15 giorni fa ed era partita da un operatore che era entrato in contatto con un positivo esternamente alla struttura. I pazienti attualmente positivi sono 39, in una struttura che ne ospita circa un centinaio. Dei 39 contagiati, sei sono ricoverati in ospedale.
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