Si è dimesso il presidente del Kirghizistan
Il presidente del Kirghizistan Sooronbai Jeenbekov si è dimesso giovedì dopo che le manifestazioni di protesta nel paese avevano portato all’annullamento delle ultime elezioni politiche del 4 ottobre e alle dimissioni del primo ministro Kubatbek Boronov. Jeenbekov è il terzo presidente del Kirghizistan dal 2005 a essere costretto a dimettersi a causa di proteste popolari.
Già la scorsa settimana Jeenbekov aveva detto di essere pronto a lasciare l’incarico. Durante le proteste aveva detto alla BBC, in un’intervista telefonica esclusiva da un nascondiglio segreto, che «l’obiettivo principale dei manifestanti non era annullare i risultati delle elezioni», ma rimuovere lui dal potere. Il presidente si era detto pronto ad annullare il risultato prima ancora che arrivasse l’annuncio ufficiale della Commissione elettorale. Poi aveva aggiunto che era «pronto ad affidare la responsabilità a leader forti, a prescindere dal gruppo a cui appartengono», dichiarandosi anche disposto ad aiutare chi lo sostituirà, ma senza farne il nome.
L’annullamento dei risultati delle elezioni era arrivato in seguito alle grandi proteste dei manifestanti che denunciavano brogli e compravendita di voti. Le elezioni erano state vinte dai partiti Birimdik e Mekenim Kirghizistan, entrambi di centrosinistra, che sostenevano Jeenbekov. Mercoledì il presidente aveva accettato la scelta del parlamento di indicare Sadyr Japarov, un nazionalista che era stato liberato di prigione dai manifestanti la scorsa settimana, come nuovo primo ministro.