Tutti vogliono l’oro della Scozia
Dopo i ritrovamenti di qualche mese fa c'è chi lo cerca come passatempo, ma presto aprirà la prima vera miniera
Con la pandemia da coronavirus in Scozia si è diffuso un passatempo inconsueto e in qualche modo adatto ai tempi, visto che permette alle persone di rispettare il distanziamento fisico: la ricerca dell’oro sulle rive di torrenti e corsi d’acqua. La maggior parte dei cercatori d’oro non lo fa per arricchirsi ma per il piacere della «caccia al tesoro», come ha detto al Telegraph il cercatore e amatore Mark Wiseman. Allo stesso tempo, i giacimenti di oro e argento individuati in Scozia hanno attirato anche l’interesse dell’azienda mineraria Scotgold Resources, e così a fine novembre inizieranno le attività di estrazione della prima miniera d’oro scozzese, nei pressi di Tyndrum, nelle Highlands, un centinaio di chilometri a nord di Glasgow.
L’interesse per la ricerca dell’oro in Scozia aveva iniziato a crescere lo scorso dicembre, dopo che un cercatore d’oro rimasto anonimo aveva detto di aver trovato la pepita d’oro più grande mai rinvenuta nel Regno Unito, dal peso di 121,3 grammi, in un fiume scozzese. Ora, ha detto al Telegraph Danny Weir, un cercatore d’oro che ha questa passione da diversi anni, i cercatori in Scozia sono aumentati e molti stanno parlando di una nuova «febbre dell’oro».
Cercare oro richiede molto tempo e parecchia pazienza, e comporta il rischio di non trovare nulla anche per diversi anni. Anche se per raccogliere l’oro tecnicamente servono sia il permesso del proprietario dei terreni dove scorrono i corsi d’acqua sia quello del Crown Estate Scotland – l’organizzazione che gestisce le proprietà della corona britannica sul territorio e ne detiene i diritti – trovarlo non è impossibile: di norma, però, se ne trova al massimo qualche grammo.
Attualmente un grammo d’oro vale più o meno 52 euro, ma negli ultimi mesi il prezzo è cresciuto fino a quasi 55 euro. Trovare una pepita non renderebbe ricco nessuno, ma vendere oro per fini commerciali e ottenerne buoni ricavi è l’obiettivo della Scotgold Resources, la società che ha sviluppato e gestisce il progetto della miniera di Cononish.
Quella di Cononish sarà la prima miniera d’oro della Scozia e inizierà la produzione il prossimo 30 novembre. I giacimenti d’oro e argento nell’area di Cononish furono scoperti negli anni Ottanta e studiati grazie a una galleria di esplorazione costruita tra il 1989 e il 1991; nel 1997 tuttavia il sito venne abbandonato per via del crollo dei prezzi dell’oro e non entrò mai in funzione. Nel 2007 la Scotgold comprò il progetto per l’espansione della galleria preesistente, commissionò studi per verificare la fattibilità e la sicurezza dell’estrazione e, tra le altre cose, nel 2016 vendette 11 monete commemorative realizzate con l’oro che era stato estratto durante l’ampliamento delle gallerie, anche per attirare l’interesse di qualche investitore.
Dal momento che la miniera di Cononish si trova nel parco nazionale di Loch Lomond e dei Trossachs (istituito nel 2002), negli anni ci sono state diverse contestazioni da parte delle associazioni ambientaliste locali. Alla fine la miniera ha ottenuto il permesso di operare a condizione che le attività minerarie non causino danni ambientali e che non venga utilizzato il cianuro – che solitamente viene impiegato nel processo di estrazione perché in presenza di ossigeno si combina con l’oro e ne favorisce la separazione (lisciviazione), ma oltre a essere letale per l’uomo è anche inquinante.
Per questo motivo, ha spiegato al New York Times il direttore della miniera, Marshall Badza, uno dei metodi utilizzati nella miniera sarà la “separazione per gravità”, che consente di separare i minerali in maniera più pulita.
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Badza ha detto che la miniera è «all’avanguardia per molti aspetti», ma che se qualcosa dovesse andare storto «potrebbe essere la prima e ultima miniera d’oro in Scozia».
Nel primo anno di attività, la miniera dovrebbe produrre circa 12mila once di oro (340 chilogrammi), una quantità che l’azienda punta a raddoppiare a partire dall’anno successivo, e circa 80mila once di argento l’anno (più di 2 tonnellate). Richard Gray, amministratore delegato dell’azienda, ha detto che anche se Scotgold è un produttore «di nicchia» l’oro estratto aveva già riscosso molto successo tra i gioiellieri nel 2016: dal momento che le quantità di minerali estratti dalla miniera di Cononish saranno inferiori rispetto a quelle prodotte in altri paesi, con il suo oro «scozzese al 100 per cento» l’azienda conta di attirare nuovamente l’attenzione dei commercianti, ha detto Gray.
Secondo i piani della Scotgold la miniera di Cononish avrà una vita di 9 anni, ma nel frattempo l’azienda punta a far partire un’economia attorno al settore e a «liberare il fantastico potenziale di tutta l’area», ha detto Gray al giornale scozzese The Scotsman. Oltre a proseguire con la produzione a Cononish, infatti, la Scotgold sta conducendo ricerche che ritiene «promettenti» in due aree distanti pochi chilometri dalla miniera, quella di Beinn Udlaidh e quella di Inverchorachan. Inoltre, l’azienda ha stretto un accordo con la Crown Estate per individuare la presenza di oro e argento in un’area di circa 3mila chilometri quadrati nella parte occidentale delle Highlands della Scozia del nord, dove si estendono parte dei monti Grampiani.