In Francia il contact tracing non sta funzionando
La app pubblica per tracciare il contagio del coronavirus ha avuto molti problemi e pochi download, e il governo vuol farne una nuova versione
Il primo ministro francese Jean Castex ha detto che il prossimo 22 ottobre verrà presentata una nuova versione dell’applicazione StopCovid a sostegno dei sistemi per il tracciamento dei contatti, l’equivalente di Immuni per l’Italia. StopCovid era stata lanciata all’inizio dello scorso giugno, ma con risultati ampiamente al di sotto delle aspettative. Lo stesso Castex, durante un’intervista del mese scorso poi molto criticata, aveva ammesso di non averla scaricata.
StopCovid è disponibile in Francia dallo scorso 2 giugno, funziona tramite tecnologia Bluetooth e si utilizza su base volontaria: traccia i contatti avvenuti a meno di un metro e per almeno 15 minuti nelle due settimane precedenti all’eventuale contagio. StopCovid è basata su un modello “centralizzato”, in cui alcuni dati sono elaborati da un server centrale. È dunque incompatibile con la maggior parte delle app degli altri paesi europei, che utilizzando i sistemi di programmazione (API) messi a disposizione dallo scorso aprile da Apple e Google si basano invece su un sistema decentralizzato: i dati raccolti dalle app rimangono sui telefoni degli utenti, con un minimo utilizzo di un server centrale. Secondo diversi esperti, questa soluzione garantisce meglio la tutela della privacy.
In aprile la maggior parte dei governi d’Europa che stavano sviluppando app centralizzate decise di cambiare sistema, dopo l’intervento di Apple e Google: lo fecero l’Italia, la Germania, la Spagna e altri. Il Regno Unito e la Francia decisero invece di rimanere fedeli al loro progetto, continuando a sviluppare la loro app: in nome di quella che è stata chiamata “sovranità digitale” e perché un sistema centralizzato, per quanto meno rispettoso della privacy dei cittadini, dà ai governi più dati da analizzare per trarre informazioni potenzialmente utili (il Regno Unito ha poi cambiato nuovamente idea, lanciando la sua app con le API di Apple e Google con tre-quattro mesi di ritardo rispetto agli altri governi europei).
StopCovid è stata progettata da aziende ed enti nazionali francesi tra cui Inria, l’Istituto francese di ricerca per la scienza e la tecnologia digitale; il principale operatore telefonico del paese, Orange S.A.; l’azienda di software Dassault Systèmes.
Le applicazioni per il tracciamento dei contatti si stanno rivelando utili, per quanto in modo ancora limitato e dipendente dalla quantità di download. Finora i dati di StopCovid sono però sotto le aspettative, come hanno ammesso diversi esponenti di governo. L’app francese è stata scaricata da circa 2,6 milioni di persone, pari a poco più del 3 per cento della popolazione. Nel Regno Unito NHS Covid-19, lanciata il 24 settembre, è stata scaricata 12,4 milioni di volte in quattro giorni e, oggi, è a quota 16 milioni. In Germania Corona-Warn-App (nonostante presenti dei problemi) è stata scaricata 18 milioni di volte. Immuni è stata scaricata in Italia da più di 8 milioni di persone.
La maggior parte dei download di StopCovid era avvenuta a giugno, con una progressione molto lenta nei mesi successivi (+20 mila in agosto e +60 mila a settembre). Fino ad ora – i dati sono della scorsa settimana – sono state inviate 472 notifiche di potenziali casi di contagio, dopo che 7.969 persone si erano dichiarate positive sull’app. L’applicazione, inoltre, a fine settembre era stata disinstallata da più di un milione di utenti. Lo scorso 15 settembre, il Comitato responsabile dell’applicazione aveva dichiarato che diverse migliaia di persone avevano scaricato l’app ma non l’avevano attivata.
Questi risultati, sempre secondo il Comitato, hanno diverse spiegazioni. L’applicazione è stata lanciata a giugno «in un momento in cui l’epidemia sembrava contenuta». Il lancio, secondo alcuni, sarebbe poi avvenuto in modo confuso: annunciata la mattina e poi a mezzogiorno, l’applicazione StopCovid è stata messa online su Google Play dopo le 16 e su Apple Store dopo le 20. In quelle ore di ritardo migliaia di utenti hanno fatto per errore il download di Stop Covid19 Cat, applicazione catalana dal nome simile. Il lancio e la diffusione dell’applicazione non sono state oggetto di una campagna di comunicazione efficace da parte del governo.
L’introduzione e l’approvazione di StopCovid ha poi incontrato molte resistenze – e con toni molto forti – non solo tra i partiti di opposizione, ma anche all’interno della stessa maggioranza di governo. Infine, la Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà (CNIL, il Garante francese) aveva espresso alcuni dubbi sull’applicazione, chiedendo correttivi e una serie di garanzie, e affermando solo lo scorso 4 settembre che le carenze erano state colmate. Tutto questo potrebbe aver influito sulla fiducia dei cittadini e delle cittadine nell’app. Cédric O, il segretario di stato francese per la Transizione digitale, ha detto che le differenze tra i numeri di StopCovid e altre app non hanno a che fare con le applicazioni stesse e il loro funzionamento, ma «probabilmente con le nostre differenze culturali e con i diversi atteggiamenti nei confronti del coronavirus».
Sulla nuova versione di StopCovid non ci sono per ora molte notizie: alcuni giornali scrivono che potrebbe cambiare nome, che l’attivazione dell’avviso potrebbe passare da 15 a 5 minuti con il contatto, che dovrebbe essere più interattiva ed essere accompagnata da un’importante campagna di comunicazione. Dovrebbe restare su base volontaria e continuare a seguire un modello centralizzato, però. Nessuna di queste notizie è stata comunque confermata. Cédric O lo scorso 8 ottobre ha detto che per rilanciare l’applicazione e renderla efficace vanno trovati degli alleati: ha citato medici, ristoratori, sindacati e autorità dei trasporti.