I Los Angeles Lakers hanno vinto la NBA
Hanno sconfitto i Miami Heat 106 a 93 in gara-6, aggiudicandosi il loro 17esimo titolo: LeBron James è stato nominato MVP delle finali
I Los Angeles Lakers hanno vinto la NBA, il più importante campionato di basket americano, dopo aver battuto i Miami Heat per 106 a 93 nella gara-6 della serie delle finali, finita 4 a 2. Per i Lakers è il 17esimo titolo – hanno raggiunto gli storici rivali dei Boston Celtics in testa alla classifica delle squadre NBA – e il primo con LeBron James, arrivato due stagioni fa per risollevare le sorti di una squadra con una storia di grandi vittorie che però non arrivava in finale da dieci anni. Cioè da quando in squadra c’era Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori della storia dei Lakers, morto in un incidente lo scorso gennaio e ricordato e celebrato con costanza e commozione nei mesi successivi da James e dalla società.
Nella partita di stanotte James ha realizzato 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist ed è stato nominato MVP delle finali (cioè il miglior giocatore di tutte le 6 gare disputate): per James è il quarto titolo di campione con tre squadre diverse, dopo i due vinti con gli Heat e il titolo vinto con i Cleveland Cavaliers. James era anche alla sua nona finale in dieci anni, una cosa riuscita finora soltanto ai giocatori dei leggendari Boston Celtics degli anni Sessanta.
Anthony Davis, arrivato quest’anno ai Lakers da New Orleans, ha concluso l’ultima gara con un gran prestazione difensiva, realizzando 19 punti, 15 rimbalzi e 2 stoppate: per lui quello vinto stanotte è il primo titolo della carriera. Insieme al playmaker Rajon Rondo, è stato uno dei giocatori più importanti per i Lakers nelle finali. Agli Heat, che in gara-5 avevano vinto anche grazie una prestazione eccellente di Jimmy Butler, questa notte non sono bastati i 25 punti di Bam Adebayo (Butler si è fermato a 12).
La vittoria dei Lakers è arrivata in una situazione unica nella storia della NBA, con tutte le partite dei playoff, finali comprese, che si sono giocate a Orlando, in Florida, nella cosiddetta “bolla“: senza pubblico e con forti limitazioni alle interazioni sociali dei giocatori, per contrastare la diffusione del coronavirus. Dopo oltre 170 partite da luglio a oggi, nella “bolla” non sono stati registrati contagi.
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