È morto il Nobel per la Chimica Mario Molina, tra i primi a intuire le cause del buco nell’ozono
Lo scienziato messicano Mario Molina, Nobel per la Chimica per avere intuito le cause del buco nell’ozono, è morto mercoledì 7 ottobre a Città del Messico: aveva 77 anni.
Nel 1974, Molina pubblicò con il collega statunitense Frank Sherwood Rowland un articolo sulla rivista scientifica Nature nel quale veniva illustrata un’ipotesi circa il ruolo dei clorofluorocarburi (CFC) nella riduzione dello strato di ozono, il gas che avvolge la Terra e che la protegge dai raggi ultravioletti dannosi del Sole. All’epoca i CFC erano ampiamente utilizzati dalle industrie e nei sistemi refrigeranti, compresi quelli dei frigoriferi domestici. Molina e Rowland inizialmente furono criticati e osteggiati, soprattutto da alcune grandi aziende chimiche come la statunitense DuPont.
I due ricercatori diedero un contributo fondamentale alle ricerche sulla riduzione dello strato di ozono. Alla fine degli anni Ottanta, una conferenza internazionale vietò i CFC, rendendo possibile la lenta ricostituzione dello strato di ozono anche nei punti dove si era assottigliato maggiormente, nella fascia al di sopra dei ghiacci dell’Antartide.
Molina ricevette il Nobel per la Chimica nel 1995 insieme a Frank Sherwood Rowland e a Paul J. Crutzen “per il loro lavoro nella chimica atmosferica, legata in particolare alla formazione e alla decomposizione dell’ozono”.