La Corte suprema di giustizia di Madrid ha annullato le restrizioni imposte dal governo per il coronavirus
Giovedì la Corte suprema di giustizia di Madrid – la massima autorità giuridica della Comunità autonoma di Madrid – non ha ratificato le nuove misure che limitano gli spostamenti per la capitale spagnola in vigore dal 2 ottobre, adottate dal governo spagnolo per limitare la diffusione dell’epidemia da coronavirus. I giudici hanno stabilito che le restrizioni agli spostamenti decise per Madrid e altri 9 comuni della comunità sono «misure che limitano i diritti fondamentali».
Senza la ratifica della Corte suprema ora chi non rispetta le restrizioni non potrà essere multato e quindi, secondo El Pais, le chiusure restano «sulla carta» ma vengono di fatto annullate. Il ministro della Salute, Salvador Illa, ha detto che il governo prenderà «le decisioni legali che proteggano meglio la salute» dei cittadini, senza però chiarire quali. Ha aggiunto che è sicuro che la Comunità di Madrid sosterrà le decisioni del governo, anche se è stata proprio l’amministrazione regionale a presentare appello contro queste misure alla Corte suprema di giustizia.
A Madrid e in altre nove città della comunità autonoma di Madrid, le più colpite dell’intero paese, era stato imposto un lockdown parziale per frenare la cosiddetta “seconda ondata”: in totale quasi 4,8 milioni di persone – abitanti della capitale e di Fuenlabrada, Parla, Alcobendas, Torrejón de Ardoz, Getafe, Alcorcón, Leganés, Móstoles e Alcalá de Henares – da venerdì scorso non potevano più uscire dai propri centri urbani, a meno di avere motivi essenziali (lavoro, scuola e salute, tra gli altri).