La Germania non vuole che il re della Thailandia faccia il re dalla Germania
Lo ha detto il ministro degli Esteri Heiko Maas, c'entrano le proteste contro il governo e la monarchia thailandesi
Mercoledì nel parlamento tedesco si è discusso del re della Thailandia Maha Vajiralongkorn, che passa gran parte del suo tempo in Baviera, dove il figlio quindicenne va a scuola. In Thailandia vanno avanti da mesi grandi proteste contro il governo e la monarchia che chiedono le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-o-cha e la riduzione dei poteri del re. Un deputato dei Verdi, Frithjof Schmidt, ha chiesto al governo tedesco perché sia tollerato che un capo di stato straniero faccia politica stando in Germania. Il ministro degli Esteri Heiko Maas ha risposto dicendo:
Gli abbiamo detto esplicitamente che non si dovrebbe governare la Thailandia dalla Germania. Se ci sono ospiti del nostro paese che portano avanti affari di stato dal suolo tedesco, ci opponiamo sempre.
Le nuove proteste in Thailandia erano cominciate a giugno, dopo la scomparsa in Cambogia di un attivista thailandese, su cui ancora non ci sono informazioni ufficiali. Ora i manifestanti chiedono che venga sciolto il governo guidato da Prayuth, al potere dal colpo di stato del 2014, che cessino le violenze nei confronti degli attivisti politici e che venga riscritta la costituzione, emanata dal governo militare.
I manifestanti hanno protestato anche contro le prolungate assenze del re e del costo per i cittadini della sua permanenza in Europa. Vorrebbero cambiare la costituzione in modo che al re non sia più permesso di svolgere il suo ruolo dall’estero. Maha Vajiralongkorn ha 68 anni ed è re dal 2016; suo padre, il re Bhumibol Adulyadej, era amatissimo dai thailandesi e in generale durante il suo regno la stessa monarchia aveva un forte appoggio in Thailandia.
Schmidt ha anche chiesto a Maas se la Germania abbia intenzione di discutere insieme agli altri paesi dell’Unione Europea della possibilità di interrompere le trattative su un possibile accordo commerciale con la Thailandia fino a quando il suo governo continuerà a «bloccare il cammino verso la democrazia». Maas ha detto che questo potrebbe essere un modo per esercitare pressioni sul governo thailandese, ma che prima sarebbe giusto provare un approccio più diretto. L’Unione Europea aveva ripreso le trattative commerciali con la Thailandia – interrotte dopo il colpo di stato del 2014 – l’anno scorso, dopo l’elezione a primo ministro di Prayuth.