Chi è Jannik Sinner, il tennista italiano di cui parlano tutti
È altoatesino, ha diciannove anni ed è arrivato fino ai quarti di finale del Roland Garros, dove ha impressionato anche Rafael Nadal
A diciannove anni da poco compiuti, il tennista italiano Jannik Sinner è arrivato ai quarti di finale del Roland Garros, il terzo e ultimo torneo del Grande Slam in programma nel 2020. È stato il primo tennista nato negli anni Duemila ad aver raggiunto questo livello: a Parigi si è giocato l’accesso alle semifinali contro uno dei più forti di sempre, Rafael Nadal, che ha quindici anni, settantatré posizioni nel ranking e diciannove vittorie negli Slam in più di lui. Per arrivare ai quarti del Roland Garros, Sinner, numero 75 al mondo, aveva eliminato tra gli altri David Goffin (numero 13 al mondo) e Alexander Zverev (7). La velocità con cui è migliorato ha sorpreso molto, a maggior ragione nel contesto del tennis italiano, dove i risultati più importanti sono spesso arrivati da giocatori con molta più esperienza.
Sinner è nato a San Candido, in provincia di Bolzano, il 16 agosto 2001. Il padre e la madre lavorano tuttora in un rifugio della Val Fiscalina, come cuoco e come cameriera. Ha un fratello maggiore adottivo, Marc, e ha cominciato a giocare a tennis a otto anni ma ci si è dedicato esclusivamente solo alcuni anni più tardi, dopo aver abbandonato lo sci. Da giovane ha frequentato gli stessi campi e gli stessi maestri frequentanti in precedenza da Andreas Seppi, tennista bolzanino di lungo corso e uno dei più forti italiani degli ultimi anni. A detta dei suoi maestri la sua crescita è stata inaspettata, visto il fisico gracile e soprattutto considerato che si era allenato a basso regime per molti anni, a differenza di altri suoi coetanei avviati all’agonismo ben prima di lui.
Negli allenamenti a Brunico, i suoi primi maestri Andrea Spizzica ed Hebi Mayr lo hanno indirizzato verso uno stile di gioco offensivo pensato per sfruttare al meglio il suo fisico leggero e le gambe lunghe che invece avrebbero potuto penalizzarlo nella difesa. Col tempo Sinner ha sviluppato un gioco non solo offensivo, ma estremamente offensivo. Ha ricordato di recente Spizzica: «A dodici anni andava in difficoltà con i ragazzi più strutturati di lui, che riuscivano a tenerlo lontano dalla riga di fondo. Lui ci ha sempre seguito, anche quando a un raduno per la nazionale un maestro lo criticò perché a sua detta non sapeva “fare due palleggi” per via del suo gioco ritenuto troppo votato all’attacco».
A quattordici anni Sinner si è trasferito a Bordighera per lavorare nel rinomato centro di allenamento di Riccardo Piatti, già frequentato dall’altoatesino Seppi ma anche dal croato Borna Coric e più brevemente da Novak Djokovic e Stan Wawrinka, due dei tennisti più forti al mondo in attività. Seguendo gli allenamenti metodici e la filosofia di Piatti, Sinner ha continuato nella sua crescita migliorando in tutti gli aspetti del suo gioco, fino ai primi risultati importanti.
Nel 2019 ha vinto il torneo Challenger di Bergamo, diventando il primo nato nel 2001 a vincere in quella categoria. In quello stesso anno ha vinto anche i Futures di Trento e Pula e altri due tornei Challenger, negli Stati Uniti e a Ortisei, ma soprattutto le NextGen ATP Finals di Milano, torneo riservato ai migliori otto giovani con meno di ventuno anni. Questi risultati gli hanno permesso di vincere il premio di esordiente della stagione da parte dell’ATP e di battere un altro record, quello del tennista italiano più giovane di sempre ad essere entrato nei primi cento posti del ranking mondiale.
Il suo 2020 è iniziato con il primo ingresso in carriera nel tabellone degli Australian Open, conclusi al secondo turno. Dopo la sospensione causata dalla pandemia, Sinner ha partecipato agli US Open, fermandosi al primo turno, e con una wild card agli Internazionali d’Italia, dove è stato eliminato agli ottavi di finale da Grigor Dimitrov, dopo aver battuto Benoit Paire e Stefanos Tsitsipas, numero sei al mondo. Parlando recentemente di lui, l’allenatore francese Patrick Mouratoglou, uno dei più famosi e rispettati al mondo, ha detto: «Penso che i suoi colleghi tennisti lo temano perché sanno quanto sia bravo. È una grande pressione per loro giocare contro di lui perché non vogliono che li batta. Sanno quanto sarà pericoloso in futuro».