Una canzone di Simen Mitlid
Che è norvegese, e lo paragonano un po' a Sufjan Stevens e un po' a Bon Iver
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Su Netflix c’è una nuova serie in quattro puntate – tratta da un podcast che ha qualche anno – che si chiama Song Exploder. Racconta insieme ai musicisti la storia di singole canzoni, e io ho visto solo quella sulla carta più attraente, per ora, dedicata a Losing my religion dei REM. Dura meno di mezz’ora ed è una pacchia, per quelli come me che non capiscono niente di musica, ma immagino anche per gli altri.
Dreams dei Fleetwood Mac è tornata di moda per via di un tormentone online nato da un video di skateboard.
Il 23 ottobre esce un disco nuovo dei Mountain Goats, quelli di questa canzone qui.
Chiacchiere sentimentali: sono all’estero per la prima volta nel 2020, ed è una sensazione, benché il massimo che sia riuscito a raggiungere è Lugano. “Ti sei bruciato un record per andare solo a Lugano”, ha commentato Francesco Costa che è con me: ma abbiamo molti amici Lugano.
Che c’entra?, direte voi. Niente, mi sono solo ricordato di una newsletter che scrissi quasi un anno fa da Amsterdam, in un’altra vita, dannazione. Dai.
While heaven is on fire
Simen Mitlid è un cantautore di Oslo che ha cominciato a pubblicare cose quasi dieci anni fa, indecise tra il folk/indie e l’elettronica e quindi che tengono le due cose insieme con bravura: per questo ogni tanto lo paragonano a Sufjan Stevens, ogni tanto ai Bon Iver. Ha fatto cose non male, non memorabili, fino a un mese fa quando ha fatto uscire questo altro singolo, che invece ha una bellezza, serale.
Potreste avere da ridire sull’effetto robotico dell’autotune sulla voce, di cui secondo me si poteva fare a meno, visto che rischia di omologare la canzone a molte cose con simili suoni di questi anni: rischia ma non ci riesce, e prevalgono altre dolcezze. Che non vi descrivo, si sentono. Anzi, ve l’ho detto un sacco di volte, lo so, ma ogni volta sono emozionato io stesso di come sia tutt’altra vita, soprattutto con canzoni in cui intervengono strada facendo suoni diversi come in questa: mettetevi le cuffie, se potete.
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