I giorni delle strade, spiegati
Perché quella si chiama via XX settembre? E perché esistono le vie IV novembre? E una piazza XXIV maggio? Un po' di risposte
Quale che sia la città in cui abitiamo o che frequentiamo di più, a molti sarà capitato di dover svoltare in una via IV novembre, o di dover andare in quello studio medico di un viale XX settembre. Le città italiane sono piene di vie e strade con riferimenti a date del passato, ritenute importanti per la storia locale o nazionale. Come scriveva Umberto Eco, però, «intitolare a qualcuno una strada è il modo più facile per condannarlo alla pubblica dimenticanza e a un fragoroso anonimato», e lo stesso può dirsi di date di cento o duecento anni fa. Per togliere il dubbio ai curiosi, abbiamo raccolto una serie di date che hanno meritato di avere una via o una piazza, spiegandone l’origine.
Via XII ottobre
È una via del centro di Genova, ma ce ne sono con lo stesso nome anche in altre città (come Fiorano Modenese, Cogoleto e Fonte Nuova). La data potrebbe essere familiare a chi ha freschi studi scolastici: il 12 ottobre 1492, infatti, Cristoforo Colombo approdò inconsapevolmente sulle coste del continente americano, il primo passo di un lungo processo di colonizzazione che avrebbe cambiato per sempre la composizione etnica e le sorti dei popoli che avevano abitato quelle terre fino ad allora.
I nomi delle vie sono uno strumento per fare quello che il filosofo Jürgen Habermas chiamava “uso pubblico della storia“, cioè un modo per utilizzare i fatti storici in funzione di un racconto pedagogico, condotto al di fuori dell’ambito accademico: dato che Colombo era genovese, la sua impresa più famosa viene celebrata come un vanto dell’Italia, tant’è che a Colombo stesso sono intitolate centinaia di vie. Tuttavia, in altre parti del mondo quello dell’esploratore genovese è un mito fortemente controverso e discusso.
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Via XX settembre
È una via che si trova in tantissime città, perché ricorda una tappa fondamentale per l’unità d’Italia e per la costruzione del mito risorgimentale: la breccia di Porta Pia e la presa di Roma da parte dell’esercito dei Savoia, che portò alla dissoluzione dello Stato Pontificio. Pur essendo una data importante, la data del 20 settembre 1870 viene ricordata poco anche perché, se da un lato costituisce un motivo d’orgoglio dello stato unitario, dall’altro è una ferita ancora aperta per la Chiesa cattolica, che dopo allora non ebbe nessun tipo di rapporto con lo stato fino ai Patti lateranensi del 1929.
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Via XXIV maggio
«Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio / dei primi fanti il 24 maggio», recitava una marcia famosissima che rischiò di diventare l’inno d’Italia. La “Canzone del Piave” venne scritta negli ultimi giorni della Prima guerra mondiale, nel 1918, e racconta lo svolgimento della guerra esasperando un po’ il tono patriottico e tralasciando ovviamente il fatto che fu l’Italia ad aggredire quello che fino a poco prima era un suo alleato, cioè l’Impero austro-ungarico.
Nel primo verso si cita il 24 maggio che è la data dell’inizio dell’offensiva militare italiana nel 1915, data rimasta poi in tutti i manuali di storia e nei nomi di decine di vie e piazze in giro per l’Italia.
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Via XXV aprile
Dovrebbe essere una data meno opaca delle altre, dato che si riferisce a un fatto storico più recente e ricordato ogni anno dalla festa nazionale che cade lo stesso giorno: il 25 aprile è, per tutta Italia, la Festa della Liberazione, la data convenzionale per ricordare la liberazione dall’occupazione nazista e dal regime fascista nel 1945. La guerra infatti continuò anche dopo il 25 aprile di quell’anno, con la liberazione di diverse città e la resa dell’esercito tedesco, firmata il 29 aprile.
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Via XXV luglio
Anche la data di questa via ha a che fare con il fascismo: il 25 luglio 1943 venne discusso il cosiddetto “ordine del giorno Grandi” nel Gran consiglio del fascismo, l’organo collegiale di cui facevano parte le più alte cariche del governo e del partito fascista. L’ordine del giorno prevedeva che il comando delle forze armate tornasse al re e dunque determinò la sfiducia al governo che Benito Mussolini presiedeva da più di 20 anni; fu presentato da Dino Grandi, allora presidente della Camera, e fu approvato dalla maggioranza dei membri del Gran consiglio.
La data del 25 luglio viene quindi fatta coincidere con la caduta del regime fascista, dal momento che subito dopo la riunione Mussolini andò dal re per firmare controvoglia le proprie dimissioni e fu poi arrestato e portato in una caserma con un’ambulanza. Dopo vari spostamenti sarebbe stato imprigionato a Campo Imperatore, sul Gran Sasso.
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Via IV novembre
Come sanno bene gli appassionati di storia militare, il 4 novembre è la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, una delle poche festività a essere rimasta in vigore prima, durante e dopo il fascismo: fu scelta questa data perché il 4 novembre 1918 entrò in vigore l’armistizio di Villa Giusti, firmato tra Italia e Impero austro-ungarico, con il quale l’Italia ottenne Trento e Trieste (da cui lo spazio dedicato all’unità nazionale).
In quel giorno, inoltre, fu seppellito all’interno dell’Altare della Patria a Roma il milite ignoto, un soldato morto in battaglia senza segni di riconoscimento e scelto come simbolo di tutti i soldati morti in guerra senza che siano stati riconosciuti. La salma proveniva da Aquileia, in Friuli Venezia Giulia, e fu seppellita nel 1921.
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Via IV marzo
Il 4 marzo è una data che si trova con facilità nelle indicazioni soprattutto se vi trovate a Torino e nelle zone limitrofe. Il motivo è legato all’orgoglio piemontese di aver introdotto per primi una carta costituzionale di stampo liberale – lo Statuto Albertino – più di 170 anni fa. A farlo – il 4 marzo 1848 – fu Carlo Alberto di Savoia per il suo regno di Sardegna. Lo Statuto venne esteso al regno d’Italia nel 1861: rimase in vigore per tutti i decenni successivi e rimase immutato anche durante il ventennio fascista, mentre intorno la realtà politica e istituzionale veniva stravolta. Il primo gennaio 1948 venne sostituito dalla Costituzione repubblicana.
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Via I maggio
In diverse città d’Italia esiste una “via I maggio”, una data che conosciamo bene non tanto perché ne ricordiamo la storia, ma perché è festa e non si va a scuola né al lavoro. In molte parti del mondo il primo maggio è la Festa dei lavoratori, che in Italia è stata istituita nel 1891 e poi soppressa durante il fascismo. Deriva da un episodio avvenuto a Chicago nel 1886, quando ci fu una manifestazione contro il mancato rispetto della legge che istituiva il tetto delle otto ore lavorative al giorno: era un periodo in cui la libertà di manifestare non era molto rispettata, e la polizia sparò sui manifestanti uccidendone due.
In Italia il primo maggio cade anche l’anniversario della strage di Portella della Ginestra, in cui undici lavoratori che partecipavano a un corteo furono uccisi dalla banda guidata da Salvatore Giuliano.
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Via VIII settembre
L’8 settembre 1943 fu annunciato pubblicamente l’armistizio che era stato firmato cinque giorni prima a Cassibile, in provincia di Siracusa, e che sanciva la resa incondizionata dell’esercito italiano agli Alleati angloamericani. La data viene celebrata nel nome di molte vie d’Italia al pari delle date trionfalistiche della Prima guerra mondiale, nonostante di fatto racconti la storia di una sconfitta e segni l’inizio di una lunga guerra civile i cui strascichi si sarebbero prolungati anche nel dopoguerra.
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Ci sono poi alcune date storiche molto importanti che vengono ricordate solo in una manciata di vie in giro per l’Italia: il primo gennaio 1948, quando entrò in vigore la Costituzione; il 10 dicembre 1948, quando fu introdotta la Dichiarazione universale dei diritti umani; l’8 marzo, cioè la Giornata internazionale della donna.
Ci sono anche altre date che si trovano in aree più circoscritte d’Italia e sono legate alla storia locale o a fatti storici recenti. Per esempio, nelle città emiliane è facile trovare una “via 2 agosto 1980”, che è il giorno in cui scoppiò una bomba alla stazione di Bologna provocando la strage più letale della storia repubblicana, in cui furono uccise 85 persone. Oppure, in provincia di Milano e dintorni ci sono alcune vie dedicate all’8 ottobre 2001, giorno del disastro aereo più grave mai avvenuto in Italia, quello di Linate, in cui morirono 118 persone.
Ci sono poi date legate a singole città: è il caso di piazza XVI ottobre a Verona, che ricorda il giorno in cui l’esercito italiano entrò in città nel 1866, dopo aver firmato la pace con gli austriaci; oppure piazza 3 agosto a Lodi, dove è stato costruito un monumento a Federico Barbarossa che fondò la città proprio il 3 agosto 1158.
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