• Sport
  • Sabato 3 ottobre 2020

Guida a uno strano Giro d’Italia

"Strano" perché inizia a ottobre, e a più di mille chilometri da dove sarebbe dovuto partire: il percorso, i favoriti e qualche curiosità

(Marco Alpozzi/ LaPresse)
(Marco Alpozzi/ LaPresse)

Oggi, sabato 3 ottobre, inizia a Monreale, in Sicilia, l’edizione 103 del Giro d’Italia. Il Giro sarebbe dovuto partire il 9 maggio da Budapest, in Ungheria, ma poi i piani sono cambiati a causa della pandemia da coronavirus: questa edizione sarà quindi la prima a essere corsa d’autunno, dopo un Tour de France a sua volta insolitamente corso d’agosto.

Sarà senza dubbio un Giro incerto: sia perché, così come ogni competizione sportiva di questi tempi, anche solo un caso di positività potrebbe cambiarne l’esito; sia perché pedalare a ottobre per 21 tappe e oltre tremila chilometri è diverso che farlo a maggio (sono diversi i tempi di preparazione, per esempio, ma anche le condizioni meteo).

Meteo e pandemia a parte, il favorito sembra essere Geraint Thomas, un britannico che non ha mai vinto prima il Giro. Ci sono possibilità anche per Vincenzo Nibali, che l’ha vinto due volte, nel 2013 e nel 2016, ma che in questo strano anno ciclistico è sembrato meno in forma rispetto al passato. La non eccellente condizione mostrata da Nibali potrebbe essere dipesa da una preparazione diversa – pensata per entrare in forma durante questo Giro – ma anche per i suoi 35 anni, che potrebbero iniziare a farsi sentire. Questo Giro sarà anche il primo per un corridore che in passato aveva sempre preferito il Tour: Peter Sagan.


Il percorso
Se dovesse corrersi tutto, dall’inizio alla fine, e se certe tappe alpine non dovessero essere modificate e accorciate per neve o eccessivo maltempo, sarà un Giro molto duro.

Ci saranno fin da subito un bel po’ di salite, compresa quella con arrivo inedito sull’Etna. Ci saranno tre cronometro individuali – una per settimana – per un totale di oltre 60 chilometri: tanti, per il ciclismo degli ultimi anni. Ci saranno diverse tappe movimentate e ondulate, caratterizzate da pochissimi chilometri di pianura: per esempio la 12ª, che ricalca alla perfezione il percorso della famosa granfondo “Nove Colli“. E ci sarà una settimana finale piena zeppa di grandi salite, diverse delle quali con passaggio (o arrivi) oltre i duemila metri: una soglia che, a livello fisico e di prestazione, spesso cambia molte cose per gli atleti.

La tappa regina, a doverne proprio scegliere una, potrebbe essere la 18ª, quella con lo Stelvio e l’arrivo ai Laghi di Cancano, sopra Bormio.

I bollettini
Come detto, tra bollettini meteo e bollettini sull’andamento dei contagi da coronavirus, questo Giro potrebbe avere diversi problemi.

Per quanto riguarda il meteo, problemi grossi ci sarebbero in caso di caduta di tanta neve prima di una tappa: in quel caso, potrebbe essere decisa la chiusura di certi passi alpini, con l’impossibilità di transito da parte dei corridori e della carovana al loro seguito. Potrebbero anche verificarsi condizioni estreme, al di là della neve, magari anche solo per il troppo freddo.

Per quanto riguarda invece il coronavirus, così come ha già fatto con successo il Tour de France, anche il Giro prevederà una serie di protocolli, bolle, tamponi e controlli. A differenza del Tour, il Giro non ha però al momento specificato le precise condizioni (quanti casi, in quanti giorni) che potrebbero portare all’esclusione di un’intera squadra dalla corsa. Va da sé, invece, che ogni corridore positivo non potrebbe più continuare.

Il “Garibaldi”
Il miglior modo possibile per prepararsi al percorso del Giro, e vedere con precisione dove e quando passerà, resta sempre il caro vecchio “Garibaldi”: la guida (lunga 422 pagine) su tappe e luoghi della corsa. Si può leggere e scaricare gratuitamente da qui. Si chiama “Garibaldi” dal 1961, quando in occasione del centenario dall’unità d’Italia sulla copertina della guida c’era Giuseppe Garibaldi.

Il favorito
Il principale favorito per la classifica generale e per la vittoria finale della maglia rosa è Geraint Thomas, che sarà il capitano della Ineos Grenadiers (la vecchia Sky).

Thomas aveva vinto il Tour nel 2018, e avrebbe dovuto correrlo anche quest’anno: i suoi piani sono però cambiati durante la stagione. Thomas ha una squadra solida e validissimi compagni ad aiutarlo; nelle ultime settimane è sembrato in buona condizione e va forte a cronometro, cosa che quest’anno potrebbe tornare molto utile. Al Giro non ci veniva dal 2017: un po’ perché la sua squadra puntava al Tour, un po’ perché, comprensibilmente e non per colpa sua, non aveva lasciato il suo ultimo Giro con ricordi allegri. Si era dovuto infatti ritirare dopo una caduta causata da una moto della polizia al seguito della corsa.

– Leggi anche: La storia e il Tour di Geraint Thomas

Vincenzo Nibali
Come da ormai diversi anni a questa parte, Nibali è tra i favoriti al Giro d’Italia. Negli ultimi dieci anni ha corso sei volte il Giro: due volte l’ha vinto, due volte è arrivato secondo e due volte terzo.

Nibali è un corridore che più di altri ha mostrato di migliorare con il passare dei giorni e di poter fare la differenza nella terza settimana, quando gli altri iniziano a sentire la fatica. È anche un corridore che, in passato, si è sempre trovato a suo agio con il freddo. E sia freddo che fatica non dovrebbero mancare nella terza settimana di questo giro. Un possibile canovaccio di questo Giro potrebbe essere Thomas che guadagna a cronometro e Nibali che cerca di attaccarlo – magari da lontano, magari insieme al suo compagno di squadra Giulio Ciccone – nelle tappe più dure.

Gli altri
Oltre a Nibali e Thomas, con legittime ambizioni di indossare la maglia rosa dopo l’ultima tappa ci sono, tra gli altri, l’olandese Steven Kruijswijk e il britannico Simon Yates. Entrambi in passato erano arrivati molto vicini a vincere il Giro. Kruijswijk non ci era riuscito perché era finito contro un muro di neve, nel giorno di una grande impresa di Nibali.


Yates perché dopo essere partito benissimo al Giro d’Italia di due anni fa si era trovato senza grandi energie nel giorno in cui Chris Froome aveva fatto la più grande impresa della sua carriera.


Sarà da tenere d’occhio anche Jakob Fuglsang (pure lui 35enne) e, in un Giro con tanti ultra-trentenni, sarà interessante vedere cosa riusciranno a fare due giovani debuttanti al Giro come João Almeida e Brandon McNulty.

– Leggi anche: Una tappa da Michele Scarponi

Gli altri ancora
Come ogni grande corsa a tappe, anche il Giro è più corse in una. C’è quella per la classifica generale, ma c’è anche quella per ogni tappa o per la seconda maglia più ambita: la maglia ciclamino, che premia il vincitore della classifica a punti, che spesso è un velocista, o comunque un corridore in grado di vincere tante tappe, non necessariamente in salita.

Nel caso di volate, i corridori da tenere d’occhio saranno il francese Arnaud Démare, il colombiano Fernando Gaviria e l’italiano Elia Viviani (che arriva da un Tour deludente). C’è poi Peter Sagan, che potrebbe vincere le volate ma anche tappe un po’ più movimentate, magari dopo una fuga. Sagan, dopo aver vinto sette volte la corrispettiva al Tour, punterà alla maglia ciclamino.

A seconda della tappa e dell’andamento della corsa, ci sarà tutta un’altra serie di corridori di volta in volta favoriti. Per la prima tappa, una breve e veloce cronometro, il grande favorito è l’italiano Filippo Ganna, da poco vincitore del Mondiale a cronometro, cosa che la sua bici renderà piuttosto chiara:

Il 25 ottobre
Nel generale scombussolamento di calendario dovuto alla pandemia, ci si troverà con un ciclismo pieno di corse, alcune sovrapposte al Giro d’Italia. Il 25 ottobre, per esempio, ci saranno: la cronometro finale del Giro, un’attesa tappa della Vuelta di Spagna con arrivo in Francia sul Col du Tourmalet, e l’edizione di quest’anno, maschile e per la prima volta nella storia anche femminile, della Parigi-Roubaix, una delle corse di un giorno più attese e seguite.

Un po’ di numeri
Tra i 176 corridori al via (8 per ognuna delle 22 squadre), quello ad aver iniziato più Giri d’Italia (14) è il 37enne Domenico Pozzovivo. I suoi 14 Giri comunque sono meno della metà delle 29 corse a tappe di tre settimane di Adam Hansen, capace tra l’altro di iniziarne e finirne 20 consecutive, senza mai saltarne una.

Il corridore al via con più chilometri di gara nelle gambe in questa stagione (7.854) è lo spagnolo Pello Bilbao. La seconda nazione più rappresentata, difficile da indovinare, è l’Australia, che ha 18 corridori al via. La prima, facile, è l’Italia, con 48 rappresentanti. L’età media dei partenti è di poco superiore ai 28 anni, l’altezza un metro e 80 centimetri, il peso (che però cambia più dell’altezza) 67 chili.

Due premi
Il premio – simbolico, eh – per la squadra con la divisa che più si fa notare – e che già sta dividendo tra chi “wow” e chi “oddio” – è quella della Education First, sviluppata insieme al marchio di abbigliamento ciclistico Rapha e a quello di abbigliamento “skate” Palace. Si fa molto prima a vederla che a descriverla (e anche il casco che verrà usato nella cronometro di oggi si farà di certo notare):

Oltre all’ultima maglia rosa, il vincitore del Giro riceverà anche il Trofeo Senza Fine. Si chiama così perché è a forma di spirale e ad ogni edizione viene allungato, con l’aggiunta del nome dell’ultimo vincitore.

(ANSA/LUCA ZENNARO)

– Leggi anche: La gran storia del primo Giro d’Italia