I vaccini spray contro l’influenza
La Regione Lombardia li vuole offrire gratuitamente ai bambini fino a 6 anni, ma non saranno disponibili prima di novembre e c'è qualche dubbio sull'iniziativa
La Regione Lombardia ha annunciato di avere raggiunto un accordo con i pediatri per rafforzare la campagna di vaccinazione antinfluenzale tra i bambini fino a 6 anni. L’iniziativa sarà avviata a metà novembre e prevederà l’impiego di vaccini spray, solitamente non utilizzati in Italia rispetto ai più tradizionali vaccini da somministrare tramite un’iniezione.
Diversi dettagli sul programma non sono ancora chiari e l’avvio a novembre è considerato tardivo, visto che il ministero della Salute consiglia da mesi di anticipare le campagne vaccinali contro l’influenza, considerata la concomitanza con la pandemia in corso da coronavirus. Almeno nella fase iniziale, i sintomi della COVID-19 possono essere confusi con quelli influenzali, complicando le diagnosi. Il vaccino antinfluenzale consente di ridurre i casi di influenza, che possono portare a sintomi gravi negli individui a rischio, alleviando il carico di lavoro per gli ospedali, che potrebbero trovarsi nuovamente in difficoltà a causa del coronavirus come avvenuto nella prima metà dell’anno.
Vaccino classico e spray
La maggior parte dei vaccini antinfluenzali viene somministrata attraverso un’iniezione intramuscolare. Al suo interno, il vaccino contiene una versione inattivata del virus (di solito tra due e quattro varianti, che si stima potrebbero essere quelle in circolazione in ogni stagione influenzale) in grado di suscitare una risposta immunitaria, ma senza correre il rischio di ammalarsi. Questo sistema consente di insegnare al sistema immunitario a riconoscere i virus influenzali, in modo da poterli affrontare, e impedire loro di avviare un’infezione che potrebbe poi portare alla malattia.
In alcuni paesi da qualche tempo è disponibile una variante del classico vaccino che si chiama LAIV (Live attenuated influenza vaccine). Come suggerisce il nome, contiene al proprio interno virus influenzali ancora vivi e attivi, ma trattati in modo che siano meno aggressivi rispetto alla versione in circolazione tra la popolazione. Il LAIV viene somministrato tramite uno spray nasale e viene quindi assunto per inalazione.
I ceppi influenzali contenuti nel LAIV sono trattati in modo che possano resistere alla temperatura delle mucose nasali replicandosi al loro interno, senza interessare il tratto respiratorio inferiore. In questo modo si riduce il rischio che i virus attenuati possano intrufolarsi troppo in profondità, causando infezioni che potrebbero rivelarsi rischiose.
L’uso del LAIV
Finora in Italia le esperienze con il LAIV sono state estremamente limitate, e lo stesso ministero della Salute segnalava fino a poco tempo che: “Il vaccino non è attualmente disponibile in Italia”. Stando a quanto dichiarato dall’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, entro metà novembre la regione riceverà circa mezzo milione di dosi che saranno impiegate per le vaccinazioni (su base volontaria da parte dei genitori) dei bambini. Secondo i promotori dell’iniziativa, la somministrazione dovrebbe essere più veloce e pratica, meno traumatica per i bambini e quindi meglio vista dai genitori. Diversi dettagli non sono comunque ancora chiari.
L’impiego del LAIV è consentito in Europa e in tempi recenti è stato alla base di alcune campagne vaccinali contro l’influenza in ambito pediatrico. Programmi simili a quello cui sta lavorando la Lombardia sono stati realizzati nel Regno Unito e in Finlandia, dove i vaccini spray sono stati offerti rispettivamente ai bambini nelle fasce 2-11 e 2-3 anni di età.
L’utilizzo del LAIV è sconsigliato al di sotto dei 2 anni di età perché può comportare temporanei problemi respiratori. Gallera ha parlato di un “piano organizzativo per la vaccinazione antinfluenzale dei bambini con età compresa fra i sei mesi e i sei anni”, questo implica che fino ai 2 anni sarà impiegato il vaccino da iniettare, lasciando l’altro ai bambini più grandi.
La somministrazione del LAIV richiede solitamente due dosi, da effettuare a distanza di un mese una dall’altra, ma in alcuni paesi è stato sperimentato l’uso di una singola dose con risultati soddisfacenti. Il Dipartimento di prevenzione regionale della Lombardia dovrà stabilire se sia sufficiente una dose o se sia opportuno effettuare anche il richiamo.
Efficacia
Al di là delle incertezze sui programmi della Lombardia, in passato erano stati sollevati dubbi sull’efficacia del LAIV rispetto al vaccino tradizionale. Le autorità sanitarie statunitensi (CDC) nel 2016 avevano sconsigliato l’utilizzo del LAIV nella stagione influenzale di quell’anno a causa della sua minore efficacia, emersa nelle tre precedenti stagioni influenzali. In seguito, un’analisi condotta sulle somministrazioni nei bambini rilevò che il LAIV aveva portato a risultati al di sotto delle aspettative in alcune fasce di età.
A oggi non è ancora completamente chiaro perché il LAIV si sia rivelato meno affidabile in alcune stagioni influenzali. All’inizio del 2018, comunque, le autorità sanitarie sono tornate a consigliare l’impiego del vaccino spray, rimuovendo le indicazioni che indicavano come preferibile il ricorso a quello tradizionale in seguito a nuove analisi sulla sua efficacia.
Informarsi
Vaccinarsi contro l’influenza è sempre importante per gli individui a rischio, come gli anziani e chi ha altre malattie, e potrebbe esserlo ancora di più quest’anno a causa della pandemia. Il ministero della Salute ha raccomandato di anticipare la campagna vaccinale e di offrire gratuitamente il vaccino a fasce più estese di popolazione. Seguendo queste linee guida ogni Regione, che ha la responsabilità della gestione della sanità, ha avviato i propri programmi per la vaccinazione. Per avere informazioni si possono contattare le ASL o il proprio medico curante.